I Passaporti dei Promessi Sposi: Innominato con Max Vasta dall'abisso del Male alla risalita
Ultimi giorni per visitare "I Passaporti dei Promessi Sposi", la splendida mostra frutto del progetto di Paolo Vallara allestita in Torre Viscontea a Lecco
Ultimi giorni per visitare "I Passaporti dei Promessi Sposi", la splendida mostra frutto del progetto di Paolo Vallara allestita in Torre Viscontea a Lecco. Non ci si deve davvero lasciare sfuggire l'occasione di ammirare l'esposizione incentrata sui personaggi del capolavoro manzoniano reinterpretati in chiave moderna: la mostra sarà aperta sino al 7 novembre il giovedì e la domenica dalle 10 alle 18 e il sabato dalle 14 alle 18. Intanto continuiamo il nostro itinerario alla scoperta di volti e voci: oggi sveliamo l'Innominato del 2021, un uomo che dopo aver toccato il fondo della malvagità risale dall'abisso, ovvero Max Vasta.
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he cos’è questa storia che il mio nome non si deve sapere? Io, un nome, ce l’ho, ed è anche importante e conosciuto. Semmai il problema è che nessuno osa pronunciarlo per paura di me, anche se ora gira la voce che abbia messo la testa a posto! In realtà non sanno che quella Lucia per cui mi sarei ravveduto, piagnucolosa e caparbia, mi aveva depresso!
È vero, di quella vita ero ormai stufo: sparatorie, saccheggi, amori mercenari, mi erano venuti a noia. Poi, forse, sono invecchiato e cominciavo a tenere alla mia salute: prima o poi, diventando Governatore uno con qualche familiare a cui l’ho fatta grossa, per non parlare di quel Cardinal Federigo Borromeo, mieloso ma implacabile con il suo “braccio secolare” … mi avrebbero cacciato in qualche segreta.
Anche il fatto che io sto qui, in questa terra di nessuno, contesa da secoli tra Milano e Venezia, che mi ha permesso in tutti questi anni l’impunità: e se finalmente si mettessero d’accordo, con tutte le guerre che devono sostenere altrove?
Ora sono pure riverito, ma come un Santo, non come un bandito: ricevimenti, benedizioni che, se esiste un al di là, potrebbero servirmi per scampare all’inferno!
E poi ormai ho racimolato un bel gruzzolo, posso vivere tranquillo. Certo, i bravi, anche se pochi, li devo tenere e mi costano: c’è troppa gente che ha dei conti aperti con me.
Comunque ho un bel castello, anche se un po’ cupo. Vorrei che lo vedessero quei cani di mio padre e di mio fratello maggiore, a causa dei quali ho dovuto menare questa vita, anche se non ho mai perso il senso dell’onore proprio del mio lignaggio.
Tutto perché non volevano che ereditassi una parte dei beni di famiglia.
Ma di “cadetti” come me ce ne sono ormai tanti, e, prima o poi, gliela faremo pagare! Vero, signor Freud?