Cultura

I Passaporti dei Promessi Sposi: Alessandra, una inquieta Monaca di Monza

Uno dei personaggi più affascinanti, una sorta di alter ego di Padre Cristoforo

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Uno dei personaggi più affascinanti, con una inquietudine profonda, una sorta di alter ego di Padre Cristoforo: stiamo parlando di Gertrude, ovvero la Monaca di Monza che nel progetto di  Paolo Vallara è interpretata in chiave moderna da Alessandra Manzoni. Con lei arriviamo alla sesta tappa del nostro itinerario alla scoperta dei protagonisti della mostra allestita in Torre Visconte a Lecco. Se non l'avete ancora visitata ricordate che avete tempo fino al prossimo 7 novembre. L'esposizione  "I Passaporti dei Promessi Sposi" è accessibile  il giovedì e la domenica dalle 10 alle 18 e il sabato dalle 14 alle 18.

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La Monaca di Monza

Chi sono io? Ormai non lo so più: mi hanno definito in così tanti modi! Lucia mi chiamava “la Signora”, e Signora lo sono stata davvero: ero potente, molto potente: possedevo Monza e le terre dintorno, riscuotevo tasse e balzelli, amministravo persino la giustizia. Io, la criminale, condannata ad essere murata viva. Io che dopo quattordici anni, graziata della vita, ho scelto di restare lì, a Santa Valeria, tra le vecchie prostitute! 

Che beffa: il grande palazzo dove sono nata, quello da cui mi hanno strappata giovinetta, ora è diventato la sede del Comune di Milano, del popolino! 

Hanno detto che, in fondo, ero una vittima, per nascondere il mio coraggio, e vittima certo lo sono stata: dell’avidità, della malvagità cinica, dell’amore sterminato per uno scellerato. 

Una “sventurata”? No, io lo sapevo, che mi avrebbe trascinato nella follia. Ma se mi avessero lasciato amare, come si fa a quindici anni, quel paggio… quello sì, sarebbe stato un amore puro!

Una cosa però è certa: la mia fama ha superato quella di chiunque altro, persona o personaggio. Mi hanno dedicato romanzi, tanti film (molti scabrosi o sconci, certo, ma non me ne vergogno), libri di Storia, ritratti pieni di malinconica dolcezza.

E, così, solo la mia vita continua. E continuerà per sempre: tramandata da mille parole, da mille immagini, pure o impure, non importa; nei sogni di voi libertini, nella corrispondenza poetica di voi donne, nella pietà di voi onesti di cuore (come te, Don Lisander, che mi hai reso famosa). 

Ma, tutti voi, non capite: io non sono, semplicemente, la realtà nascosta dagli ipocriti, con le sue facce nere e lucenti, tristi e felici. Io sono il mito che ha distrutto la clausura della vita!

 

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