Amministrazione Bussola con le "ore contate". Arrivata la diffida del Prefetto
Verso la conclusione (con la nomina del commissario) la crisi ballabiese
Si avvia alla conclusione l'esperienza amministrativa del sindaco Giovanni Bruno Bussola (almeno per questo mandato), della sua Giunta e del Consiglio Comunale di Ballabio. Il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio oggi, giovedì 1 settembre 2022, ha diffidato il Consiglio comunale di Ballabio a deliberare, nel termine di 20 giorni, il bilancio di previsione per l’anno 2022.
Amministrazione Bussola con le ore contate
Un provvedimento quello scattato oggi che di fatto apre alla via del commissariamento del Comune valsassinese: in pratica il primo cittadino sarà chiamato a convocare un Consiglio entro il 20 settembre per approvare il bilancio triennale che è già stato respinto per ben due volte. Non si intravede una via alternativa o una possibile sintesi.
Arrivata la diffida del Prefetto
Trascorso questo lasso di tempo " la Prefettura eserciterà il potere sostitutivo mediante la nomina di un commissario ad acta, dando avvio alla procedura per lo scioglimento del Consiglio ". Verrà quindi nominato un Commissario prefettizio che traghetterà il Comune sino alle prossime elezioni.
Come ormai ben noto, considerato che "l'affair Ballabio" si trascina da fine maggio, la strada del commissariamento è stata aperta dalla doppia sonora bocciatura del principale documento economico programmatico di ogni Amministrazione comunale.
Il Bilancio infatti è stato "respinto" in due sedute tanto dall'opposizione quando dal gruppo di ex consiglieri di maggioranza "ribelli" (Luca Pirovano, Marco Pedrazzini e dall'ex sindaco Alessandra Consonni).
Oggetto del contendere, almeno in via ufficiale, l'aumento delle indennità di sindaco e Giunta considerato dai ribelli "incompatibile con l'impegno di Nuovo Slancio a non accrescere i costi della pubblica amministrazione". Sullo sfondo il progetto di ampliamento della ditta Combi Arialdo sul terreno del Barech che ha provocato una frattura in maggioranza. In mezzo accuse e "ripicche", frecciate velenose e deleghe revocate
che non hanno portato a nulla se non al provvedimento prefettizio di oggi.