toccante cerimonia

Calolziocorte: il piazzale del cimitero intitolato alle vittime del Covid

"La generazione Covid, composta da tutti noi  indipendentemente dalla nostra età,  ha il compito storico di imparare da quello che ci è successo e di stabilire una nuova rotta con l' opportunità unica di tracciare scelte sanitarie sociali ed umane completamente diverse dalle precedenti".

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Per alcuni territori è stato una sorta di 11 settembre. Un punto di non ritorno. Di dolore, di lacrime, di solitudine. Quella solitudine a cui tanti sono stati costretti anche nell'ultimo, tragico istante. La pandemia, che ci siamo lasciati alle spalle, è stato un dei momenti più bui  e tanti troppi morti una ferita che è difficilmente rimarginabile. Proprio alle vittime del Covid da oggi, lunedì 25 marzo 2024, è intitolato il piazzale del cimitero di Calolziocorte.

Con una toccante e partecipata cerimonia, fortemente voluta e organizzata dall'Assessore Tina Balossi,  l'Amministrazione comunale di Calolzio ha deciso di compiere un gesto concreto per onorare la memoria di chi non ce l'ha fatta.

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Presenti il  primo cittadino Marco Ghezzi, il vice Aldo Valsecchi, il dottor Ivano Venturini, direttore della RSA casa Madonna della Fiducia  di Foppenico  e la Madrina dell' evento Maria Beatrice Stasi, direttore  generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo durante la pandemia. 

Non sono mancati gli alpini di Calolzio, i Volontari del Soccorso, gli "angeli in tuta gialla" della Protezione civile,  i medici della Cooperativa Cosma, i parroci, i farmacisti, i carabinieri in congedo i commercianti, i volontari di  Caritas, Circolo Arci Spazio Condiviso, il Gabbiano e l’Altra Via.

Una celebrazione animata dai canti dei giovani diretti dal maestro Alberto Sgrò e resa ancora più emozionante dalla presenza di tanti giovanissimi studenti.

E' stata proprio l'assessore Balossi ad aprire la cerimonia sottolineando  l'importanza di avere un luogo concreto dove ricordare le vittime del Covid. Quindi il sindaco Marco Ghezzi ha voluto ringraziare, non senza commozione quanti, sanitari e volontari, hanno messo in campo tutte le risorse che avevano a disposizione in quei drammatici momenti per aiutare gli altri. "Ricordo con dolore la difficoltà che avevamo nel reperire le mascherine - ha raccontato il sindaco - Ma con ancora più dolore ricordo i tanti calolziesi che non ce l'hanno fatta". 176 le vittime in città. "Non dimentichiamo quei momenti - ha invocato il primo cittadino - e ricordando anche le persone che ne sono uscite  con conseguenze non da poco".

Toccante l'intervento del dottor Venturini. "Un pensiero  va sicuramente alle persone che ci hanno lasciato e, da gestore dei servizi sanitari, anche ai professionisti che sono stati vicino a queste persone. È arrivato il momento di iniziare a parlare di quello che ci ha insegnato, l'esperienza della pandemia. La scienza ha fatto il suo corso, ha dato le spiegazioni definendoci ora post pandemici. Ma in questa fase di transizione un segnale netto di fine non c'è .Ci restano però tre cose: La fine di ciò che era, l' incertezza di ciò che è, e la speranza di ciò che sarà.  Sono tre sensazioni  nettamente diverse, eppure convivono alternandosi nella nostra quotidianità. Guardo gli studenti presenti stamattina e la bellezza della loro giovinezza e convinto sono che l' umanità  ha questa incredibile capacità di resilienza, di apprendimento e di adattamento. La generazione Covid, composta da tutti noi  indipendentemente dalla nostra età,  ha il compito storico di imparare da quello che ci è successo e di stabilire una nuova rotta con l' opportunità unica di tracciare scelte sanitarie sociali ed umane completamente diverse dalle precedenti".

E se Calolzio, e in generale il Lecchese, ha sofferto,, in Bergamasca il Covid ha inferto ferite lancinanti" come ha ricordato la dottoressa Stasi con un numero di casi 5 volte superiore rispetto a grandi regioni del Paese.  "Ho vissuto in modo drammatico la prima ondata dell' epidemia perché sono stata contagiata  e con me anche il prefetto ed il questore di Bergamo. Non potevo umanamente lasciare solo il mio ospedale e quindi lo dirigevo dalla mia abitazione a Calolzio rimanendo collegata notte e giorno con i miei collaboratori - ha ricordato  - Vivo l'intitolazione di oggi come un modo per non dimenticare la grande pandemia del secolo. Il pensiero non va solo alle vittime, ma anche a tutte le persone alle quali abbiamo salvato la vita.  Non dimentichiamo  quindi gli operatori della sanità quattro anni fa hanno scritto una pagina memorabile nella nostra vita comunitaria".

Al  termine  della cerimonia  dirigente scolastica dell' istituto comprensivo ha spiegato il significato dei tre canti eseguiti dai ragazzi , inni alla pace e note e parole di ringraziamento proprio ai sanitari.

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Mario Stojanovic

 

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