Lecco, concerto del Primo Maggio più forte della pioggia. "Costruiamo insieme un’Europa di Pace, Lavoro e Giustizia Sociale"
Le bandiere di Cgil Lecco, Cisl Monza e Brianza Lecco e Uil del Lario si sono mischiate con quelle palestinesi e anche con quelle sampdoriane
Le bandiere di Cgil Lecco, Cisl Monza e Brianza Lecco e Uil del Lario si sono mischiate con quelle palestinesi e anche con quelle sampdoriane (tanti tifosi liguri in città per la partita contro i blucelesti hanno gremito il centro) oggi, mercoledì 1 maggio 2024 in piazza Cermenati a Lecco. Sì perchè nonostante maltempo e pioggia (in effetti gli ombrelli, almeno nella fase iniziale e in quella finale l'hanno fatta da padrone), in tantissimi hanno voluto partecipare al tradizionale concerto del Primo Maggio organizzato dalle sigle sindacali con il patrocinio del Comune di Lecco.
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Lecco, concerto del Primo Maggio più forte della pioggia
Il numeroso pubblico che ha sfidato un clima tutt'altro che primaverile ha assistito entusiasta e danzereccio alle esibizioni dei gruppi Biscotti Biscotti e I Croccanti. Il gran finale in musica è stato scandito invece dalle note dei Luf che si sono esibiti sotto la pioggia battente.
Non solo leggerezza in piazza: l'appuntamento, come di consueto, ha offerto l'occasione per una profonda riflessione sulla tematica del lavoro e non solo.
"Costruiamo insieme un’Europa di Pace, Lavoro e Giustizia Sociale"
"Costruiamo insieme un’Europa di Pace, Lavoro e Giustizia Sociale": questo il titolo dell'evento di quest'anno e su questi temi è intervenuto Emanuele Manzoni, assessore al Welfare del Comune di Lecco. "A poche settimane da un voto storico sappiamo bene qual è l’Europa che vogliamo. L’Unione Europea deve essere il terreno dove costruire processi di coesione e guida per una transizione ecologica socialmente sostenibile. Deve essere la casa dei diritti che non possono essere garantiti a intermittenza dagli stati membri".
La pace poi, oggi come non mai è un valore che Lecco rivendica con tutta la forza della sua storia. " I lavoratori e le lavoratrici lecchesi che scioperarono nel marzo del 1944 chiedevano pane e Pace. Probabilmente non immaginavano quanto le loro rivendicazioni avrebbero influenzato il corso della Storia - ha proseguito Manzoni - Misero i loro corpi e le loro idee a disposizione di un vento che soffiò sempre più forte fino alla fine della guerra. Dobbiamo riprendere insieme quel sentiero e tornare a credere che dipende anche da noi. Che tocca a noi metterci in cammino, come spero tanti lecchesi faranno sabato per la marcia promossa dalle realtà che compongono la Tavola per la Pace Lecchese. Marcia che anche quest’anno unirà tante persone, partiti e associazioni sotto il vessillo della pace".
La precarietà al centro del discorso di Manzoni sul tema del lavoro. " “Il lavoro non è una merce” ci ha ricordato ieri il presidente della Repubblica. Ed è intollerabile che venga trattato come tale come è intollerabile che nel 2024 stiamo ancora contando le vittime di una piaga che si chiama morti sul lavoro. Fino a quando Brandizzo? Fino a quando Suviana? Fino a quando lo stillicidio quotidiano che non fa quasi più notizia? Non è un caso. Non è sorte. Non è colpa del destino. Precarizzare il lavoro significa aumentare i rischi. E dunque, lottare contro la precarietà significa lottare anche per la vita delle persone.
Ultima, ma non certo per importanza, una riflessione sulla Giustizia Sociale è la base della nostra democrazia. “ Se non riusciamo a garantire una vita dignitosa alle persone rischia di venir meno il patto sociale. Se gli strumenti per contrastare la povertà vengono depotenziati come avvenuto in questi mesi stiamo voltando le spalle a chi fa più fatica. Oggi più di ieri abbiamo bisogno di un grande investimento su sanità, istruzione pubblica, politiche di contrasto alla povertà in particolare a partire da quelle periferie sociali che sono state abbandonate. Ciò di cui invece non abbiamo bisogno è un Paese spaccato e sempre più solo. Come amministrazioni locali continueremo a fare la nostra parte con la certezza che avremo al nostro fianco i sindacati confederali".
Sul palco si sono poi alternati i rappresentati delle sigle sindacali. Il giovane Franco Augustin Arno, delegato della Felsa Cisl ha raccontato la sua "odissea" tra sfruttamento e contratti precari. Una odissea che l'ha spinto ad impegnarsi nel sindacato per tentare di migliorare le condizioni di lavoro sue e dei colleghi. "Purtroppo per troppi il lavoro è precario il lavoro è povero. E questo non consente ai giovani di guardare al futuro, di costruirsi una famiglia. Occorrono politiche più efficaci e investimenti che ci permettano di dare vita ai nostri sogni, alle nostre speranze. Non vogliamo un sussidio, vogliamo realizzarci come persone. Noi giovani ci siamo, vogliamo essere l'asse portante del cambiamento".
"Nel settore del commercio le donne non vengo considerate e totalmente rispettate - ha detto Manuela Capone, delegata Filcams Cgil - La maggior parte dei contratti sono part time involontari con orari stravolti quotidianamente, continue richieste di flessibilità che non consentono la possibilità di conciliare la vita lavorativa con quella della propria famiglia. Parliamo di lavoratrici assunte attraverso appalti e subappalti, sottopagate, sfruttate con contratti pirata"
A chiudere gli interventi è stato Dario Esposito, segretario della UIL Lario, che ha dato voce a tutte e tre le organizzazioni sindacali. "Non può essere un Primo Maggio di festa! Perché non lo è per migliaia di lavoratori, pensionati, cittadini. Perché la politica tritacarne di questo Governo ha trasformato ogni primo giorno del mese nell’inizio di un conto alla rovescia. Un conto alla rovescia non scandito da secondi ma da bollette, liste della spesa, parcheggi da pagare, ed in cui si prova ad arrivare al prossimo giorno di paga per continuare a stare a galla. C’è molto per cui lottare, impegnarci, costruire insieme soluzioni come Cgil, Cisl, Uil. E badate bene: vivere con dignità significa non conoscere quella tagliola che dal 15 del mese costringe a tagliare la lista della spesa ai supermercati, significa non avere la preoccupazione di doversi ammalare, significa non conoscere la paura di recarsi al bancomat per accorgersi che non c’è più nulla da prelevare. Diciamocelo chiaramente perché noi lo sappiamo bene: le politiche attuali non stanno togliendo dignità alle persone, l’hanno già tolta! E’ notizia di queste settimane, apparsa sulle testate giornalistiche locali quella che i tassi alti dei mutui non frenano, qui in Provincia, chi cerca casa. La compravendita di case risulta aumentata rispetto al 2019 seppur il costo di vendita al metro quadro sia sempre più caro come lo sono quegli degli affitti.
Ebbene, parlando di affitti, il prezzo medio di affitto è cresciuto rispetto a 4 anni fa, di circa il 30%.Le persone hanno diritto a vivere con un tetto sulla testa senza dover rinunciare ad altri di diritti! Ed è per questo che è importante il tavolo di confronto sulla casa istituito presso il Comune di Lecco con Cgil, Cisl, Uil, in cui si stanno adottando alcune decisioni sul tema, ed è per questo che a noi Organizzazioni Sindacali è richiesto un impegno in più"
"Il lavoro è sacro, ma è altrettanto sacro, una volta finito il turno, avere il tempo necessario per vivere la propria famiglia, vivere la propria vita sociale! - ha proseguito Esposito - Non sembrerebbe così però visto che è cronaca di queste settimane la chiusura provvisoria della strada provinciale 62, la Bellano-Taceno, chiusa e poi riaperta per smottamenti in seguito alle piogge, così come notevoli difficoltà trovano i pendolari che ogni giorno sfidano l’avventura, come e meglio di Indiana Jones, prendendo Trenord per recarsi a Bergamo, o Como, o Milano.
Per non parlare della Strada Statale 36 che obbliga ormai da molto tempo a deviazioni e rallentamenti fra le nove di sera e le cinque di mattina. Ecco, non voglio far politica, ma alla politica lancio piuttosto un appello: Meno Ponti sullo stretto e più treni regionali e strade statali che funzionano! E c’è veramente bisogno di normalità a cominciare dalla sanità. Mon è la retorica ma sono i numeri a parlare: 3348 unità in servizio nella Provincia di Lecco!, nella sanità pubblica! Nel 2010. Contro le 3090 unità del 2021. 257 unità in meno. Chiediamo al Governo che nella sua lista di priorità, che vede al primo posto gli sconti alle imposte sulle multinazionali ed al secondo gli abbuoni alle banche, chiediamo di affiancare a quei suoi punti fermi anche la nostra di priorità: il diritto alla vita dei lavoratori!"
Mario Stojanovic