SICUREZZA E DIGNITA'

Primo Maggio a Lecco: "Basta morti sul lavoro, perchè lavorare non è e non può essere morire"

Longhi: "Serve un impegno corale perchè ogni morte sul lavoro è una sconfitta di tutti, per lo Stato, per il Governo, per la classe politica, per le parti sociali, per i datori di lavoro".

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E' stato celebrato anche quest'anno davanti  Monumento ai Caduti sul Lavoro realizzato da Pablo Atchugarry  il Primo Maggio a Lecco. Una  momento solenne  quello organizzato  dal Amnil Lecco insieme al Comune e alle sigle sindacali per riflettere sulla sempre, purtroppo,  attuale tematica della sicurezza sul lavoro e al contempo per rendere omaggio a quanti, troppi, sul lavoro hanno perso la vita.

Primo Maggio a Lecco

Presenti il presidente di Amnil Lecco Gian Franco Longhi,  Silvano Stefanoni, sindaco di Lierna e presidente della sezione lecchese della  Federazione delle associazioni nazionali delle persone con disabilità (FAND di Lecco), il viceprefetto Paola Cavalcanti, il vicesindaco di Lecco Simona Piazza,  l'assessore al Welfare del Comune di Lecco Emanuele Manzoni, il consigliere comunale Alberto Anghileri il consigliere provinciale Carlo Malugani, il presidente di Anpi Enrico Avagnina,  il consigliere regionale Gian Mario Fragomeli, il senatore Tino Magni e  i rappresentanti delle Segreterie territoriali CGIL - CISL - UIL.

 

 

A fornire un quadro della situazione, numeri alla mano è stato il presidente di Amnil Lecco.  In Italia tra il 23 e il 24, nel periodo di gennaio febbraio, gli infortuni totali sono aumentati del 7,2% e a Lecco del 6,6% passando dai 542 dello scorso anno agli attuali 578. Cresciute anche le vittime sebbene non a Lecco (0 nel medesimo periodo gennaio febbraio 23/24). In aumento nel paese (Lecco è in controtendenza con un -22% ) anche le denunce dei malattie professionali.

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"Ma dietro a questi numeri ci sono delle persone - ha detto con forza Longhi - Chi si ricorda gli ultimi morti sul lavoro? Nessuno. Chi si ricorda del muratore di Oppido Lucano caduto in un cantiere il 24 aprile? O il carpentiere caduto dal tetto a Latina, o l'operaio schiacciato a Brescia da una lastra di metallo? E ancora il lavoratore schiacciato a Laglio da un escavatore. Ormai a fare notizia è solo l'evento di grande carneficina con tante persone che perdono la vita con l'incidente ferroviario di Torino, o la tragedia in cantiere a Firenze, o l’esplosione avvenuta nella centrale idroelettrica di Suviana. Esprimiamo cordoglio per le vittime ma dobbiamo individuare le responsabilità e fare giustizia. Belle parole quelle che vengono dette. Ma poi tutto cade ne dimenticatoio. I processi andranno avanti una decina di anni nella migliore delle ipotesi e poi tutto tornerà come prima. Allora serve un impegno corale perchè ogni morte sul lavoro è una sconfitta di tutti, per lo Stato, per il Governo, per la classe politica, per le parti sociali, per i datori di lavoro. Tutti devono fare di più e non ci si può limitare ad incolparsi l'uno con l'altro. La cultura della sicurezza comincia dalla scuola, una sicurezza che deve essere ovunque, sulla strada, in casa e sul lavoro".

A rappresentare Palazzo Bovara oggi, in largo Caleotto, come detto  c'era il vicesindaco Piazza che ha ricordato le radici di una Lecco che ha fatto della dedizione al Lavoro una vera e propria bandiera, nei fatti, non nelle parole. "Da sempre la nostra Città, culla di tante realtà manifatturiere, industriali e aziendali, celebra con trasporto e passione il 1° Maggio: dagli scioperi delle filandiere di fine ‘800 alle lotte per il riposo festivo dei primi del secolo scorso, passando per le rivendicazioni dei sindacati organizzati dopo il ritorno della democrazia. Desidero citare oggi quell’episodio significativo, ricordato da Aloisio Bonfanti, che vide la sospensione del Sindaco di Lecco Giuseppe Ongania dalle sue funzioni per aver esposto il tricolore in occasione del 1° Maggio 1900. A questo gesto, ai tempi giudicato politico ma che fu appoggiato da tutta la città, il poeta Giovanni Bertacchi dedicò un’ode: “Il Primo Maggio di una bandiera”.

Fondamentale, parlando di lavoro, una vera, seria, concreta parità di genere. "In Italia il divario di genere sul lavoro è doppio rispetto al resto d’Europa, con le donne con figli nettamente svantaggiate. Servono politiche concrete, leggi efficaci e più tutele per le lavoratrici, affinché ciascuna donna possa sentirsi libera di scegliere il suo percorso di realizzazione e di vita; servono anche maggiori servizi a supporto dei genitori, a partire dagli asili nido, affinché la cura a tempo pieno sia una scelta e non un obbligo.

E ancora, lavoro e sicurezza devono necessariamente passare per una adeguata formazione. "In una realtà come quella italiana di calo demografico e tasso di occupazione sotto la media europea, compito delle Istituzioni è favorire l’ingresso dei giovani e delle donne andando a combattere la precarietà contrattuale e i salari non in linea con i costi della vita, andando a generare mancanza di aspettative di crescita e la figura del “lavoratore povero”.

Piazza: "Basta morti sul lavoro, perchè lavorare non è e non può essere morire"

"Ma soprattutto oggi siamo qui per dire basta morti sul lavoro: quasi ogni giorno ci troviamo a piangere donne e uomini, giovani o concittadini prossimi alla pensione, che hanno perso la vita nello svolgere il proprio lavoro - ha chiosato Piazza -  Citando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della 73esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro: “Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure. La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona. Occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda ovunque una vera cultura della prevenzione”. Il nostro Paese colloca il diritto al lavoro e il diritto alla salute tra i principi fondanti della Repubblica: ecco, dunque, i dati ci dicono che non stiamo facendo abbastanza. Occorre investire in prevenzione, in controlli e formazione, in una vera cultura della sicurezza. Perché lavorare non è e non può essere morire".

Malugani: "Dobbiamo assolutamente invertire la tendenza, partendo dall'applicazione delle semplici regole di sicurezza"

"Questa cerimonia ci offre l'occasione per riflettere ancora una volta sull'importanza del lavoro e della sicurezza: il lavoro rappresenta lo strumento giusto per cercare di guardare con fiducia al futuro e di tornare alla normalità dopo anni difficili a causa della pandemia, della crisi energetica, dei confitti in Ucraina e in Medio Oriente, che hanno avuto conseguenze negative anche sul mondo del lavoro" ha dichiarato Carlo Malugani, consigliere provinciale delegato ai Centri per l'impiego, all'Istruzione e alla Formazione professionale.

"Ognuno di noi ha bisogno di svolgere il proprio lavoro, un bisogno economico, ma anche morale, di dignità. E mai come in questo caso dobbiamo farlo in sicurezza, per noi stessi e per le altre persone, cercando di non lasciare indietro nessuno, soprattutto chi un lavoro non ce l'ha, chi lavora con contratti precari e stagionali, in condizioni difficili e rischiose. Ancora oggi, come purtroppo raccontano le cronache quasi quotidianamente, sono ancora molte le vittime, gli invalidi e i mutilati per il lavoro: dobbiamo assolutamente invertire questa tendenza, partendo dall'applicazione delle semplici regole di sicurezza, spesso disattese per la logica della produzione e del profitto Amministratori pubblici, imprenditori, parti sociali: tutti dobbiamo fare la nostra parte affinché ciò avvenga prima possibile, per ridare un senso al futuro di tutti i lavoratori. Solo così potremo onorare al meglio questa ricorrenza e la memoria di chi in passato ha combattuto e ha sacrificato la vita per quelle conquiste sul lavoro di cui oggi tutti noi possiamo beneficiare"

 

Magni: "Una situazione che sta peggiorando sul lavoro, lo dicono i dati"

Presente alla manifestazione il senatore lecchese Tino Magni, Presidente della Commissione d’Inchiesta del Senato sulle condizioni di lavoro in Italia.

"Oggi è una giornata molto importante perchè è necessario rinvigorire la responsabilità di tutti sul tema della sicurezza sui posti di lavoro - ha detto l'esponente dell’Alleanza Verdi Sinistra  - Il 2024 è un anno che vede peggiorare la situazione: abbiamo il 19% in più di morti, il 7% in più di infortuni. La precarietà sul lavoro, gli appalti e subappalti provocano insicurezza, mancanza di conoscenza e quindi incidenti. E' necessario che le imprese si assumano la responsabilità e si riduca la precarietà. Dall'altra parte è importante ribadire che bisogna fare prevenzione pianificando una organizzazione del lavoro diversa che veda la sicurezza al primo posto. Tutto inizia dentro le scuole: i giovani devono conoscere quali sono le difficoltà e i rischi che ci sono sul posto di lavoro. Per questo nella Commissione parlamentare che ho l'onore e l'onere di rappresentare, ci stiamo muovendo in questa direzione sia sul terreno repressivo con maggiori controlli, che sul fronte preventivo. Abbiamo sviluppato un accorro con il politecnico di Milan o per intervenire sui luoghi di lavoro e abbiamo avanzato una proposta di legge per  aumentare la formazione sulla sicurezza nelle scuole".

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Dopo le celebrazioni di questa mattina il Primo Maggio a Lecco continua in centro. Appuntamento alle 14.30  in piazza Cermenati per il concertopromosso dai sindacati con il patrocinio del Comune di Lecco, con gli interventi dei delegati di Cgil, Cisl e Uil e le esibizioni dei gruppi Biscotti Biscotti, I Luf e I Croccanti.

Mario Stojanovic

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