Un affresco di Lepore stende il Foggia: Lecco, ora serve l'ultimo sforzo!
Il primo round della finale è dei blucelesti: l'aquila alza lo sguardo e intravede il leggendario traguardo
Ebbene sì: Il primo round della finale va alle aquile. Il tabellino abbraccia il nome di Franco Lepore, il veterano del Lecco che soltanto pochi giorni prima aveva regalato ai blucelesti l’accesso alla finale trasformando l’ultimo rigore, quello decisivo, in terra romagnola. Ma è l’ennesima vittoria di prestigio del gruppo di Luciano Foschi, ora a 90 minuti dal coronamento di un sogno pressoché inimmaginabile ad inizio campionato; autori di un primo tempo d’alta classe e di una ripresa sofferente ma gagliarda, i blucelesti vedono avvicinarsi l’appuntamento con la leggenda. Ma è ancora tutto in discussione: al Rigamonti – Ceppi, domenica 18 giugno ore 17:30, servirà l’ultimo sforzo.
Doccia gelata che sveglia le aquile
Confermato il tridente dell’impresa cesenate nella formazione di Foschi, con Buso e Tordini a supporto di Pinzauti; il rientrante Galli si sistema in mediana a fianco di Zuccon, con Girelli «a tutta fascia» in luogo dello squalificato capitan Giudici. Il piano gara è ben chiaro nella mente dei blucelesti ma la «fenice» Foggia, squadra con tendenza a risorgere nei momenti in apparenza più bui, questa volta, ferisce subito le aquile. Corner dalla destra dopo sette minuti per la formazione pugliese, colpo di testa di Daniel Leo con miracolo di Melgrati e successivo tap-in del corpo del giocatore locale, con conseguente vantaggio foggiano. Zaccheria in estasi ma è solo la settima delle 180 lunghezze; la doccia gelata non abbatte ma sveglia di soprassalto i blucelesti, la cui finale comincia adesso.
Parte il monologo bluceleste del Lecco
Il barese Franco Lepore sistema il pallone su una zolla del terreno foggiano, calcia forte e teso verso la porta, trovando l’opposizione di Dalmasso. Altro giro, altra corsa: la successiva palla inattiva è nuovamente velenosa per la formazione di casa, con lo stacco di Pinzauti da distanza ravvicinata che impegna l’estremo difensore rivale. Lecco vivo, sul pezzo, alle prime battute del proprio monologo; chi prende la parola per tutti è Zuccon al 19’, con una progressione che disorienta la mediana rivale prima di una conclusione a scendere impeccabile, con la palla che sfiora la traversa.
Lecco propositivo, il pallino del gioco in mano e un’autorevolezza che rasenta quella manifestata nel primo tempo romagnolo di pochi giorni prima. I frutti vengono raccolti al 29’, quando il tracciante di Lepore dalla bandierina propizia il taglio vincente di Pinzauti sul primo palo, con annesso colpo di schiena che buca un Dalmasso non impeccabile della circostanza. È il pareggio bluceleste. Meritatissimo. Da qui si riparte, con la palla ben piantata al centro del campo.
Ogunseye-gol ma l’arbitro annulla
Lo show bluceleste raggiunge il proprio apice al 43’: un lancio dalle retrovie ispira Buso che arpiona la sfera con uno stop da lustrarsi gli occhi, prima di portarsi la palla sul destro e impattare il pallone con forza, tenendo caldi i guantoni di Dalmasso; giocata sensazionale del numero 99, bissata dall’uno-due d’alta scuola di una manciata di secondi più tardi con Zambataro, con un fuorigioco inesistente ravvisato su quest’ultimo all’atto del tiro verso lo specchio. Si rientra negli spogliatoi con le scorribande blucelesti ancora negli occhi del popolo lecchese; ma a partire dal rientro dagli spogliatoi, la porta assediata dai blucelesti nella prima frazione continuerà ad essere la più frequentata del match. Quattro sul cronometro e Foggia in avanti, con un traversone che piove su Ogunseye, il quale si libera con mestiere, forse troppo, di Celjak e va in gol per il potenziale vantaggio rossonero, annullato complice la spinta sul difensore bluceleste. La prima tegola è scampata, la seconda colpisce in pieno la squadra di Foschi; Ardizzone, subentrato a Tordini ad inizio ripresa con conseguente ritorno al 3-5-2, è costretto ad alzare bandiera bianca dopo soli otto minuti di gioco. Al suo posto Stanga.
L'affresco di Lepore stende il Foggia
Momenti di sbandamento, dettati anche dal cambio di assetto di inizio secondo tempo, contrassegnano la prima parte della ripresa dello Zaccheria, che mette in vetrina un Foggia maggiormente propositivo rispetto alla prima parte. Il popolo bluceleste vede grigio quando la sassata da fuori area di Schenetti è disinnescata dalla respinta centrale di Melgrati, con Frigerio che si avventa a capofitto sulla ribattuta e manda alto di testa, sbilanciato da Lepore. Si ripropone poco più tardi la formazione di Delio Rossi ed è Di Noia a incunearsi e calciare, vedendo però le prospettive del nuovo vantaggio sgretolarsi sulla punta delle dita di un agilissimo Melgrati. A questo punto, le compagini paiono voler tirare il freno e rimandare le ostilità all’ultimo atto di una stagione lunghissima, quello di domenica 18 giugno alle 17:30. Ma in cattedra sta per salire lui, l’uomo simbolo di un Lecco inesauribile. Il cronometro supera quota 40 minuti e le aquile conquistano un fallo a circa 25 metri dalla porta avversaria; Franco Lepore saggia con il piede il ciuffo d’erba su cui posizionerà a breve la sfera, al fischio dell’arbitro prende la rincorsa e lascia partire una traiettoria maestosa, che toglie la ragnatela dall’incrocio dei pali e si deposita alle spalle di Dalmasso. È l’1-2, è a rete che può valere un minimo (ma ancora distante) lembo di Serie B. Le aquile tengono botta per tutto il recupero senza più correre pericoli, sventando l’ennesima rimonta foggiana in zona Cesarini e il fischio finale consegna loro un successo straordinario.
Lecco: domenica l'ultimo atto
L’ennesimo destinato a permeare la memoria del popolo bluceleste per i prossimi decenni. E ora, spazio all’ultimo atto.
Foto di copertina Calcio Lecco