Lettere al Giornale

Arrigoni: " Referendum giustizia occasione storica"

"Oggi più che mai nel nostro Paese occorre far recuperare ai cittadini la fiducia nelle istituzioni"

Arrigoni: " Referendum giustizia occasione storica"
Pubblicato:

Gentile direttore, 

quando Matteo Salvini mi ha chiesto di coordinare per la Lega la raccolta firme in Lombardia per i referendum sulla giustizia non immaginavo che sarebbe stato un tale successo. Il primo pensiero, come ex Sindaco di Calolziocorte, andò spontaneamente agli amministratori locali che si portano sulle spalle enormi responsabilità e che non solo hanno compensi ridicoli, ma tutele risibili. Sono troppi - pensavo - i casi di mala giustizia che hanno rovinato la vita privata e pubblica di sindaci, che solo a distanza di lunghi anni sono stati ritenuti non colpevoli e scagionati dalle accuse. 

Bene, uno dei cinque quesiti approvati mercoledì dalla Consulta chiede l’abrogazione del “Decreto Severino”: un provvedimento, varato dal governo Monti, che è un’aberrazione giudiziaria visto che determina la sospensione automatica dei primi cittadini, creando vuoti di potere presso i comuni, per condanne solo di primo grado, molte delle quali nel corso del processo vengono ribaltate.

Tutti i sei quesiti referendari però sono importanti. Ricordo che solamente nel primo weekend di luglio in provincia di Lecco furono raccolte, nei tanti gazebo, più di 1000 firme. Oltre 25mila furono invece quelle raccolte in tutta la Lombardia, a dimostrazione che il tema sta particolarmente a cuore ai cittadini.

Il primo dei quesiti referendari riguarda la riforma del Csm per mettere fine allo strapotere delle correnti: con il Sì al referendum qualunque magistrato indipendente, senza necessariamente aderire o essere sostenuto da una corrente, potrà candidarsi ed essere eletto al Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno dei magistrati, peraltro decisivo per stabilirne la carriera. Poi c’è il quesito sull’equa valutazione dei magistrati che non potranno più essere controllati solo da altri colleghi, quello per la separazione delle carriere tra la funzione giudicante e quella requirente, chiudendo finalmente le porte girevoli che compromettono la terzietà e, infine, si potrà votare per limitare gli abusi della custodia cautelare e, appunto, per l’abrogazione del “Decreto Severino”.

Purtroppo la Consulta ha bocciato il sesto quesito sulla responsabilità civile diretta dei magistrati. Senza entrare nel merito della decisione, occorre ribadire che in tutte le parti restanti della pubblica amministrazione chi sbaglia risponde dei propri errori, perché nella Magistratura non accade?

In primavera ci sarà una storica occasione di cambiamento e a decidere saranno gli italiani, non la politica o le correnti di una Magistratura incapace di autoriformarsi. Le mancate riforme della giustizia si susseguono da 30 anni, nel frattempo gli italiani sono stati rovinati da processi finiti nel nulla e 6 milioni di persone ad oggi stanno attendendo la sentenza di una causa in corso, in certi casi per decenni.

La politica, in Parlamento e fuori, parla di voler riformare la giustizia ma senza esserci mai riuscita. Ora la parola passa ai cittadini, questo referendum è un patrimonio degli italiani. Non contro qualcuno, ma per il futuro del nostro Paese, per una Magistratura moderna, giusta, meritocratica e veloce.

Da troppi anni la Giustizia è un malato cronico: parte dei magistrati – non tutti fortunatamente - fanno politica, la condizionano e usano i tribunali per colpire gli avversari politici. Chiediamo agli italiani, ai lombardi e ai lecchesi di andare a votare per esprimere un Sì convinto al referendum, non contro la Magistratura ma per aiutarla a guarire dal male di cui da troppo tempo soffre. Le lotte tra correnti interne, la lentezza scandalosa dei processi penali e civili, i tanti errori giudiziari hanno reso non più differibile la necessità di metterci mano, fornendo anche uno stimolo in più alla riforma che sta portando avanti il Governo con il Ministro Cartabia.

Oggi più che mai nel nostro Paese occorre far recuperare ai cittadini la fiducia nelle istituzioni, che purtroppo è ai minimi termini. Tra le istituzioni che più devono recuperare credibilità e reputazione vi è proprio la Magistratura. Gli italiani in primavera potranno decidere tra merito e spartizioni, tra autonomia e correnti. Si tratta di una battaglia di libertà, giustizia e civiltà a cui la Lega ha risposto presente. 

Le oltre 4 milioni di firme degli italiani raccolte tra luglio e ottobre dello scorso anno, paese per paese, città per città, grazie all’impegno di tante donne e uomini che non smetterò mai di ringraziare per il loro impegno, unitamente alle richieste avanzate da 9 consigli regionali, sono stati quei mattoncini democratici e rivoluzionari che possono portare ad una riforma storica. 

Ora ci aspettano settimane di incontri, giornate di confronto sui temi e sul merito, volantinaggi, ore da passare ai banchetti, sotto i gazebo, a raccogliere idee per informare sulla campagna referendaria per la giustizia giusta. Un’opportunità unica che merita di essere condivisa da tutti a prescindere dalle simpatie e appartenenze politiche.

Siamo pronti, la partita è troppo importante.

 

Sen. Paolo Arrigoni

Seguici sui nostri canali