LE REAZIONI

Mauro Piazza (Lega): "I disfattismi non servono. Occorre ripartire dal progetto in cui si crede"

Il consigliere regionale sprona a ripartire dal territorio: "La Lega si è difesa bene dove ha sindaci che la rappresentano con il buon governo che ci contraddistingue"

Mauro Piazza (Lega): "I disfattismi non servono. Occorre ripartire dal progetto in cui si crede"
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"Quando il progetto in cui si crede ha un momento di difficoltà, c'è una sola cosa da fare: raddoppiare gli sforzi, l'impegno, l'intelligenza, l'entusiasmo, la generosità. Oggi l'Italia avrà finalmente un Governo eletto, e la Lega farà la sua ottima parte. Da qui ripartiamo". Un incoraggiamento a non mollare, a riscattare il deludente risultato generale odierno ripartendo "da quello che comunque c'è di buono", quello di  Mauro Piazza, consigliere regionale della Lega.

Mauro Piazza: "La Lega ha uno zoccolo duro da cui ripartire"

"Pur nello scenario generale di perdita di voti, di percentuale, di  consenso, mi pare che la Lega si difenda ancora bene in alcuni ambiti territoriali quali la Valsassina e il Lago. Qui è supportata da amministratori locali che sono riconosciuti dai cittadini quali esempi concreti della cultura del buon governo che ci contraddistingue.  E' questo il dato interessante, lo zoccolo duro che va presidiato e valorizzato" argomenta Piazza. Ribadendo che "come in tutte le cose, quando progetto attraversa un momento di  difficoltà, richiede un impegno e dedizione maggiori".

La parabola discendente della Lega: "Certe scelte non hanno pagato"

"Occorre cercare a quello che c'è di buono, senza disfattismi legati a localismi vari. Se c'è qualcosa che ci ha insegnato la politica negli ultimi vent'anni è che il consenso va e viene. Ultimamente in un arco di tempo sempre più ristretto". A cosa si deve la parabola ora discendente della Lega? Diverse le ragioni da soppesare. "Aver sostenuto il Governo Draghi, cosa che peraltro io ho condiviso, cercando di contenere certe derive della Sinistra, non ha pagato.  Come anche l'aver sacrificato la battaglia per l'autonomia, che per le nostre zone assume un valore identitario. L'aver condiviso il governo del Paese con chi ha lisciato il pelo al reddito di cittadinanza, facendo credere che l'Italia potesse trasformarsi in un caravanserraglio di lazzaroni".

Arrigoni non rieletto: "Non si è voluta cogliere l'opportunità di un rappresentante a Roma"

La mancata rielezione del senatore Paolo Arrigoni è un duro colpo che segue al dimezzamento dei consensi della  Lega nel nostro territorio, ma anche ad altre candidature blindate poco rappresentative del territorio. "Spiace che i lecchesi non abbiano puntato su chi poteva certamente essere un loro rappresentante a Roma. E' un punto su cui abbiamo molto insistito nel corso della campagna elettorale. Si fa tanto parlare del 'Sistema Lecco': si è ben fatto presente che l'unica persona che poteva  ben continuare a farsi portavoce delle istanze del territorio presso le istituzioni a livello centrale  era Paolo Arrigoni. Ma questo discorso sembra aver fatto presa solo in alcuni comuni, dove si ha avuto il riscontro di un risultato elettorale interessante. In generale questo tema non ha sfondato e non si voluta cogliere questa opportunità".

 

 

 

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