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Lecco, Pasquini resta al suo posto: niente dimissioni dopo la commemorazione dei repubblichini

Il consigliere Pasquini si è detto del tutto estraneo rispetto ai volantini con la scritta “I Camerati” circolati prima della manifestazione

Lecco, Pasquini resta al suo posto: niente dimissioni dopo la commemorazione dei repubblichini
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Antonio Leonardo Pasquini, consigliere provinciale con deleghe a Centro per l’Impiego, Formazione professionale, Istruzione e Protezione civile, nonché sindaco di Casargo, resterà al suo posto in Villa Locatelli. Nessuna apologia di fascismo, nessun inneggiamento a regimi autoritari: si sgonfia il caso delle dimissioni chieste lo scorso 30 aprile  2025 dal Centrosinistra e in particolare dal consigliere  Paolo Lanfranchi, sindaco di Dolzago.

Nella seduta del Consiglio provinciale  di Lecco di questa sera,  mercoledì 11 giugno 2025, la presidente Alessandra Hofmann ha risposto al question time presentato lo scorso 30 aprile dal gruppo di minoranza Provincia Territorio Bene Comune all’indomani della cerimonia di commemorazione dei 16 repubblichini fucilati a Lecco dello scorso 28 aprile.

Lecco, Pasquini resta al suo posto: niente dimissioni dopo la commemorazione dei repubblichini

Durante la cerimonia -  svoltasi con una fiaccolata conclusa davanti  alla targa commemorativa in via Pascoli, sul muro perimetrale dello stadio Rigamonti-Ceppi  -  Pasquini  aveva  avuto un ruolo attivo, leggendo pubblicamente uno stralcio del discorso pronunciato nel 1995 dall’allora presidente della Camera Luciano Violante, incentrato sul tema della pacificazione nazionale.

La commemorazione era già stata oggetto di contestazione da parte dell’ANPI Lecco, che aveva organizzato un presidio di protesta partecipato e pacifico davanti al liceo scientifico “G.B. Grassi”, e da alcuni gruppi anarchici che, in segno di dissenso, avevano compiuto un atto attacco contro il municipio di Lecco.

Lanfranchi  durante l'ultimo Consiglio aveva compiuto  un intervento dai toni molto duri con cui il Centrosinistra condannava l’intervento di Pasquini alla commemorazione per i membri delle Brigate Nere “Perugia” e “Leonessa” fucilati nel 1945 a Lecco, fino ad arrivare alla richiesta di dimissioni del sindaco di Casargo "reo" di essere stato il cerimoniere di una manifestazione definita come nostalgica del fascismo.  "Non possiamo tollerare che un uomo delle istituzioni, che ha giurato più volte sulla Costituzione nata dall’antifascismo e dalla Liberazione, partecipi a celebrazioni che rievocano con nostalgia un regime antidemocratico - aveva  dichiarato Lanfranchi - Non possiamo tacere di fronte al suo affiancarsi a persone che, in sfregio a ciò che si può assimilare all’apologia del fascismo, ricordano figure che, sebbene decedute e per questo meritevoli di rispetto umano, si sono schierate dalla parte sbagliata della storia. Non possiamo accettare che il consigliere sia stato addirittura il cerimoniere dell’evento nei pressi dello stadio".

Stasera la richiesta è stata però archiviata dal Centrodestra per mancanza di prove, o meglio perché il fatto proprio non sussiste come ha ricostruito la presidente Hofmann nella sua risposta. “Ricordo che la targa commemorativa allo stadio è stata messa dopo un percorso di approfondimento democratico e approvata all’epoca da una maggioranza di Centrosinistra – ha detto la Hofmann – Ribadisco anche che la commemorazione si fa da tanti anni con l’autorizzazione della Questura, quindi in modo perfettamente legittimo. Sottolineo che le uniche parole pronunciate dal consigliere Pasquini sono state tratte dall’intervento dell’allora presidente della Camera Luciano Violante, magistrato e figura di rilievo della Sinistra italiana, che parla della necessità di riflettere sui fatti del passato accantonando prese di posizione ideologiche, parole che contengono un messaggio di responsabilità condivisa rivolto a tutti”.

Dal canto suo il consigliere Pasquini ha aggiunto di essere del tutto estraneo  rispetto ai volantini circolati prima della  manifestazione con la scritta “I Camerati”.

La risposta è stata recepita dalla minoranza che ha abbandonato la linea dura mostrata all’indomani della commemorazione e, soprattutto, non ha mai richiamato la parola “dimissioni”.

“E’ vero, le parole di Violante sono condivisibili – ha replicato il capogruppo Paolo Lanfranchi – Con il consigliere Pasquini ci siamo parlati, abbiamo avuto modo di affrontare la materia e ci siamo chiariti: per me il caso si chiude qui”.

Stefano Maroli

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