Elezioni provinciali, Pasquini replica a M5S: "Riva Oscar al festival dell'ipocrisia e della confusione"

Elezioni provinciali, Pasquini replica a M5S: "Riva Oscar al festival dell'ipocrisia e della confusione"
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Alla vigili del voto per l'elezione del nuovo presidente della provincia di Lecco (mercoledì 31 ottobre)  si moltiplicano gli interventi. E' la volta di Antonio Pasquini, consigliere provinciale di Libertà e Autonomia (centro destra), in replica al comunicato stampa diffuso dai Cinquestelle lecchesi.

Antonio Pasquini

Elezioni: il centrodestra replica ai cinquestelle

Il 31 ottobre si voterà per il rinnovo del presidente della Provincia di Lecco, un'elezione a cui parteciperanno solo i Sindaci ed i consiglieri comunali. Il gruppo Libertà ed Autonomia da sempre auspica un superamento della pasticciata legge Delrio (56/2014), per ridare alle province competenze certe e risorse adeguate per gestire funzioni importanti come strade e scuole superiori. Nonché per il ritorno al voto dei cittadini nella scelta del presidente e dei consiglieri.

Purtroppo il Presidente delle Repubblica, su proposta del Premier, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze ha prorogato i termini in materia di enti territoriali mantenendo l’elezione indiretta delle province. Quindi non Gentiloni, ma l’attuale governo ha deciso di confermare questo assurdo modo di votare gli organi provinciali.

Siccome il "Movimento 5 stelle ha sempre lottato per affermare il principio che siano sempre i cittadini ad eleggere i propri organi legislativi e amministrativi" - come afferma Massimo Riva, consigliere pentastellato a Palazzo Bovara - e siccome il M5S è differente rispetto agli altri partiti - prosegue il lecchese - l’unica cosa che possiamo pensare è che ci sia stata sicuramente una ‘manina sabotatrice’ che ha modificato il provvedimento del governo Conte facendo sparire l’elezione diretta dei presidente della provincia.

Oppure 'Giggino' Di Maio ha preso male gli appunti. Oppure nel tragitto fra Palazzo Chigi ed il Quirinale sarà caduto qualche foglio e l'auspicato correttivo è rimasto sotto qualche sanpietrino di Via del Corso. Non solo il governo ha deciso di mantenere l’elezione indiretta, ma il pasticciato decreto farà sì che il 31 ottobre si voterà per 47 Presidenti e 27 Consigli Provinciali e a gennaio per i 43 Consigli provinciali rimasti. Un vero proprio caos istituzionale che Riva cerca di cancellare con un comunicato stampa.

Inoltre il grillino lecchese raggiunge l’apice della comicità quando sottolinea che "con un voto in rete il M5s decise di prendere parte esclusivamente alle elezioni costituenti le 14 città metropolitane". Voto di cosa non si capisce, poiché il sindaco metropolitano di diritto è il sindaco del comune capoluogo. Ed anche qui siamo in attesa di un provvedimento del governo, non di un comunicato stampa.

I pentastellati, alla guida del Paese grazie al "contratto" con la Lega, dovrebbero impegnarsi in modo concreto ad approvare provvedimenti che siano di aiuto agli enti locali e che mettano in condizione gli amministratori, che ogni giorno si fanno in quattro, di governare con le risorse sufficienti. Inoltre la sola elezione diretta degli organi delle province senza riconoscere le stesse come il livello più funzionale per esercitare competenze che richiedono una dimensione sovra comunale serve soltanto a prolungare le difficoltà di un ente che ha necessità di un nuovo slancio istituzionale. Di Maio la prossima volte che Conte emana un decreto stia più attento e prenda meglio gli appunti.

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