In un anno persi mille posti di lavoro
13mila dipendenti hanno usufruito della cassa integrazione nel Lecchese
Sono drammatiche le conseguenze della crisi causata dalla pandemia: sono stati persi mille posti di lavoro, 13mila dipendenti hanno usufruito della cassa. Ma questo è solo l'inizio.
Resta consiste l'impiego della cassa nel 2021
Un anno di lockdown è costato mille posti di lavoro in tutta la provincia, vale a dire lo 0,7% del totale. Nel 2020 oltre 13mila lavoratori lecchesi e le loro famiglie hanno usufruito degli ammortizzatori sociali, e non solo nei mesi più difficili. Il trend nel 2021 è in calo ma l’impiego della cassa integrazione resta consistente. Il positivo andamento della campagna vaccinale permette, ora, di intravvedere segnali di ripresa e ripartenza anche sul piano economico, ma permane una forte preoccupazione per i settori maggiormente colpiti dalla crisi. L’imminente chiusura del blocco dei licenziamenti potrebbe avere conseguenze per un numero importante di lavoratrici e lavoratori lecchesi.
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Il presidente del tribunale Ersilio Secchi
"Siamo tutti in attesa di conoscere come il corpo sociale reagirà quando le misure di protezione verranno meno - ha detto Ersilio Secchi presidente del Tribunale di Lecco - Il rischio di tagli nelle diverse aziende non può e non deve essere sottovalutato. Così come il venir meno del blocco degli sfratti. Infatti queste misure hanno per così dire anestetizzato in parte la crisi economica e le conseguenze sociali anche nelle sedi giudiziarie. E’ probabile che la situazione muti, quando queste misure verranno meno. Una consultazione con la collega giudice del lavoro segnala sino ad oggi la pressoché assenza di ricadute in termini di incremento dei contenziosi lavoristici. Vi è stata invece un riscontro della crisi economica nel settore turistico-alberghiero e della ristorazione nel quale si è verificata la maggiore difficoltà dei pagamenti dei crediti da lavoro. Questo anche per la generale insufficienza dei sussidi statali giunti spesso con ritardo. Inoltre si è verificato il mancato rinnovo di contratti a tempo determinato. Drammatica, quanto a proporzioni, la crisi del settore del catering, delle cerimonie nuziali, cresime e così via. E’ plausibile pensare che tolto il blocco dei licenziamenti ci sarà un’impennata delle procedure giudiziarie. Invece il settore del diritto di famiglia ha già presentato segni del peggioramento della situazione economica sul territorio. A soffrire maggiormente sono stati i titolari di contratto di lavoro a tempo determinato".
Diego Riva segretario generale Cgil Lecco
Il Fondo sarà governato da un Comitato di Indirizzo che vede presenti tutti i rappresentanti dei 26 Enti sottoscrittori del Patto. "Questo è un patto che guarda avanti - ha detto Diego Riva segretario generale della Cgil Lecco - perché tutti oggi parlano di solidarietà ma con questo Patto si parte concretamente ad aiutare i lavoratori. Per la prima volta si parla anche dei lavoratori a partita Iva. Oggi si parte con questo documento, ma la fase più difficile inizia adesso perché abbiamo la necessità di raccogliere le risorse".
Per sostenere il Patto
Per sostenere concretamente il Patto per il Lavoro è possibile effettuare una donazione sul conto corrente - Intesa Sanpaolo Milano - Filiale accentrata Terzo settore iban: IT28 Z030 6909 6061 0000 0003 286 oppure Banca della Valsassina Iban: IT87 B085 1522 9000 0000 0501 306 Causale: «Aiutiamoci - Patto per il lavoro». Le donazioni al Fondo danno diritto ai benefici fiscali previsti dalla normativa vigente.