Premio Manzoni Romanzo Storico 2023: stasera verrà decretato il vincitore
In gara "In principio era la Bestia" di Omar Di Monopoli (Feltrinelli), "La correttrice" di Emanuela Fontana (Mondadori) e "Piero fa la Merica" di Paolo Malagutti (Einaudi).
"In principio era la Bestia" di Omar Di Monopoli (Feltrinelli), "La correttrice" di Emanuela Fontana (Mondadori) e "Piero fa la Merica" di Paolo Malagutti (Einaudi). Sono questi i tre romanzi finalisti della 19esima edizione del Premio Letterario Manzoni Città di Lecco al Romanzo storico organizzato da 50&Più Lecco. E nella setata di oggi, venerdì 27 ottobre 2023, verrà decretato il vincitore.
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La terna finalista è stata selezionata dalla giuria tecnica, formata dal presidente Ermanno Paccagnini, e da Alberto Cadioli, Gian Luigi Daccò, Gianmarco Gaspari, Luigi Mascheroni, Stefano Motta, Mauro Novelli e Giovanna Rosa.
Il verdetto verrà decretato dalla giuria popolare sceltia grazie alla collaborazione con le biblioteche del territorio e alcune librerie di Lecco. La premiazione, con la proclamazione del vincitore, avverrà con una cerimonia prevista stasera nell’auditorium della Casa dell’Economia di Lecco.
In principio era la Bestia
Ma veniamo ai tre finalisti. "In principio era la Besti" di Omar di Monopoli è ambientato nel 1799 nei dintorni di Taranto quando viene ritrovato il corpo senza testa di una donna. Al delitto fanno seguito misteriosi avvistamenti di una creatura demoniaca, feroci aggressioni ad animali e un anno più tardi si registra un'altra morte violenta: la carcassa mutilata di un Viandante viene scoperta nel fitto della vegetazione. Con il secondo omicidio nella comunità corrono le voci sull'esistenza di una pericolosa fiera e gli abitanti iniziano a barricarsi in casa, finché da Napoli una pattuglia del re viene inviata per indagare. Nel popolo c'è chi afferma di aver veduto la Bestia, una sorta di grosso lupo, qualcun altro invece dice che i fatti di sangue sono da scrivere a un brigante. L'indagine porta alla scoperta di un mondo di profonde disuguaglianze in cui la violenza, superstizione, sentimento del Sacro esoterismo convivono con razionalità e rigore. Un viaggio affascinante e oscuro in un Sud indomito e mannaro, che mostra la potenza della scrittura di Omar di Monopoli.
La correttrice
"La correttrice" di Emanuela Fontana parla di Emilia Luti, Nubile orfana di padre, che per mantenere la madre e le sorelle minori riveste la doppia mansione di bambinaia e aiutante di biblioteca. Quando Massimo D'Azeglio la incontra, rimane colpito dai suoi modi schietti e del suo fiorentino purissimo e le propone di seguirlo a Milano per occuparsi della piccola Rina, la bambina avuta dalla prima moglie Giulietta figlia di Alessandro Manzoni. È così che Emilia fa il suo timoroso ingresso nella casa dello scrittore che con i suoi Promessi Sposi si era già conquistato il cuore di migliaia di lettori. Prendendo le mosse da una storia vera rimasta finora nell'ombra e attingendo dalla corrispondenza tra il Manzoni e la Luti e da materiali inediti emersi dalle sue ricerche, Emanuela Fontana traccia un ritratto profondamente umano dello scrittore e trasforma Emilia in un grande personaggio letterario, sagace e libero, rendendo così giustizia il contributo dato da una giovane donna al romanzo più famoso di sempre, nella versione che tutti noi abbiamo letto e studiato.
Piero fa la Merica
"Piero fa la Merica" di Paolo Malaguti parla invece di Piero dei Gevori che ha 15 anni e vive ai margini del bosco di Montello, l’antica riserva di legna della Serenissima. In famiglia sono tantissimi e poverissimi, hanno una casa che sta in piedi per miracolo, mangiano poco e non possiedono nulla e come se non bastasse la cattiva sorte si accanisce su di loro. Da qualche tempo giù al paese si dice che alla Merica regalino la terra a chi ha voglia di lavorare. Dopo l'ennesimo ingiustizia, per i Gevori mettersi in viaggio in cerca di fortuna non è più una scelta, ma l'unica salvezza. Ma quando arrivano in Brasile insieme alla marea di italiani in fuga dalla miseria, non trovano il paradiso promesso. Nel suo romanzo Paolo Malaguti dà vita ad una pagina dimenticata della migrazione italiana, ricostruendo un mondo lontano e avventuroso fatto di fatica e piante esotiche, febbre dell'oro e tradizioni da custodire a un oceano di distanza.