Lecco

Veronica Malini, folla commossa ai funerali. I figli: "Era un punto di riferimento per tutti"

"Quando penso alla mia mamma provo un grande senso di orgoglio, sono molto fiera di lei, degli obiettivi che ha raggiunto e di tutto quello che ha realizzato"

Veronica Malini, folla commossa ai funerali. I figli: "Era un punto di riferimento per tutti"
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Sono stati celebrati nel pomeriggio di oggi, mercoledì 30 agosto 2023, nella Basilica di San Nicolò a Lecco, i funerali di Veronica Malini, 54 anni, residente a Robbiate morta in Valmalenco con l'amica Rosy Corallo vicino al ghiacciaio Fellaria nel tentativo di salvare il proprio cane.

Sono stati in tantissimi a radunarsi, oggi, per tributare l'ultimo saluto a Veronica. Così come era successo nel pomeriggio di ieri, a Pescate, per i funerali dell'amica Rosy.

Veronica Malini, folla commossa ai funerali. I figli: "Era un punto di riferimento per tutti"

Il rito funebre è stato celebrato da don Massimo Berera, vicario della parrocchia di San Nicolò. I canti sono stati eseguiti dalla corale della Basilica, accompagnati dall'organo suonato dal maestro calolziese Massimo Borassi. Prima dell'inizio fella celebrazione, alcuni dei bambini dell'asilo "Mamimondo", dove Veronica lavorava, accompagnati dalle loro mamme hanno depositato un girasole in un cesto a fianco alla bara.

Commovente il ricordo letto dai figli della donna: Beatrice, Vittoria e Diego.

"Cara mamma, sai già tutto perché non abbiamo mai smesso di parlarti. Ti parliamo tutti i giorni, quindi parlerò di lei con voi presenti. Per alcuni era una compagna di vita, per altri un'amica o una collega. In ogni caso sono certa che per voi fosse un punto di riferimento. Quando mia mamma incontrava qualcuno si faceva subito conoscere, la sua personalità travolgente non passava inosservata. Lei sapeva guardare le persone... pensate di essere riusciti a sfuggire al suo sguardo? Avete torto. E' stato sempre così anche per noi, la mamma ci leggeva e le parlavamo per ore. Perché le ho raccontato di mia spontanea volontà di tutte le mie cotte, con tutti i dettagli? A vent'anni puoi anche avere dei segreti, ma non con una madre così. Però lei ricambiava, si raccontava e non voleva nasconderci nulla. Ci raccontava delle sue figuracce, del suo imbarazzo, di quante volte si sentisse inadeguata, proprio come noi. Credeva che essere vulnerabile fosse la più grande risorsa, che non si smette mai di sentirsi piccoli. Vedere la propria mamma come una creatura fragile non è da tutti. Mi piace pensare che l'abbiamo vista crescere tanto quanto lei ha visto crescere noi. La nostra mamma-bambina. Ora riusciamo a vedere il dono più grande che ci ha fatto, in modo totalmente spontaneo e gratuito: ci ha parlato di lei, ci ha detto tutto, ci ha fatto conoscere a fondo. Mamma, ti conosciamo così bene che possiamo sentire la tua voce, parlare con te e continuare le nostre bellissime conversazioni. Noi siamo pieni di te e non ti preoccupare, mamma, perché ci hai lasciato la scorta".

E ancora:

"Quando penso alla mia mamma provo un grande senso di orgoglio, sono molto fiera di lei, degli obiettivi che ha raggiunto e di tutto quello che ha realizzato. Quando eravamo piccoli aveva deciso di riprendere gli studi, mi ricordo questo periodo in cui studiava di notte e ogni tanto mi portava a lezione con lei in università. Io la guardavo un po' incredula, sapevo che stavo assistendo a qualcosa di importante. La sera prima della discussione di laurea mi aveva chiesto di farle delle domande, ho scelto un argomento a caso ed era proprio uno di quelli che le ha chiesto il professore. Aveva preso 110 e lode e ammetto che un po' ho pensato che fosse anche grazie a me... Era molto orgogliosa del suo successo che pensavo fosse anche un po' mio. Poi ha iniziato la sua carriera, perfettamente allineata ai suoi valori: credeva in un mondo giusto, a misura di tutti, anche dei più fragili e dei più piccoli. Aveva sensibilità, empatia  e vulnerabilità travolgenti che metteva al servizio degli altri. Aveva anche una grande ambizione personale di essere la versione migliore di se stessa, anche a costo di ricominciare da zero. E così è arrivata Mamimondo, la mamma voleva qualcosa di suo, un piccolo mondo dove i bambini e le bambine, le mamme e i papà potessero sentirsi al sicuro da ogni pregiudizio: a un certo punto era diventata quasi un'ossessione, ne parlava sempre, a volte troppo. C'erano tante sfide, a volte si scoraggiava, ma io le dicevo che se fosse stato facile lo avrebbero fatto tutti. Questo le ricordava quanto di speciale stesse facendo. Ora, mamma, mi verrebbe voglia di dirti quanto sei stata brava: tu mi risponderesti che non si dice "brava" ma "ottimo lavoro".

Il figlio ha quindi concluso con il suo ricordo:

Mamma era molto affettuosa, spesso nel bel mezzo di una conversazione con le lacrime agli occhi ci diceva "io vi amo così tanto" e noi la prendevamo in giro dicendole che non potevamo parlare con lei perché si emozionava sempre. Lei rideva e chiedeva scusa, dicendo "adesso mi concentro". Questa descrizione è solo una parte di lei, era una persona complessa in continua evoluzione. Il nostro rapporto stava cambiando, ultimamente parlavamo molto della mia infanzia. Quando è stato il momento di parlare di cose difficili, lei non si è mai tirata indietro. Lei ci teneva tantissimo che noi ci accettassimo per come siamo, che ci liberassimo dall'idea che le cose vadano fatte in un certo modo. Lei diceva sempre "se ti senti in colpa, vuol dire che qualcuno ti sta fregando": credo che negli ultimi anni fossimo sulla stessa lunghezza d'onda, ci stavamo entrambi liberando. Lei rideva tantissimo, passava tanto tempo con i bimbi di Mamimondo e con le sue amiche, si stava costruendo la sua casa come voleva lei. Diceva che si sentiva viva, io credo che stesse davvero bene. Ciao mamma, ti amiamo tantissimo.

Don Massimo: "Ricordiamo la sua cura per i piccoli e il suo amore per il creato"

Toccante anche l'omelia pronunciata da don Massimo: "Pasqua è una parola ebraica che significa "passaggio". Gesù per primo ha fatto il suo passaggio dalla vita materiale ad una vita di luce, morendo sulla croce e poi risorgendo si manifestò ai suoi discepoli. Ed essi gioirono a vedere di nuovo Gesù. Oggi Gesù è presente in mezzo a noi e ci lascia un pensiero di speranza circa il momento del passaggio che è la morte del nostro corpo. Anche quando questa avviene, per una disgrazia o per un incidente come è stato per la nostra cara Veronica, è Gesù che ci dona una parola nuova. Nel momento del passaggio diremo a Gesù "eccomi sono qua, sono io". Anche Veronica sta vivendo questo incontro. La vita di Veronica non si conclude nel baratro ma oltre il buio, Gesù dall'altra parte le dice "vieni ti accolgo io". Veronica è stata una persona cara che ci ha amati e questo amore è stato un segno divino. Ricordiamo la sua cura verso i piccoli, verso i suoi figli ed il suo amore per il creato, nel quale amava immergersi.  Questo momento è si un momento di tristezza ma anche un momento per dirle grazie: ciascuno di voi, e siete in tantissimi, avrà intrecciato un momento con lei, un giorno, una settimana, sappiate che avete ricevuto tanta bontà e trasparenza poiché chi ama la montagna non può essere altrimenti. Ringraziamo Veronica e ricordiamola, imitandola a beneficio dei grandi e dei piccoli".

Al termine, sul sagrato della basilica, prima di partire per il tempio crematorio, la bara è stata salutata con applausi e con il canto "Bella ciao".

Mario Stojanovic

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