ACCUMULATORE PATOLOGICO

Orrore in Brianza: muore e in casa sua trovano 70 animali, scheletri e montagne di rifiuti

La macabra scoperta dopo il decesso di un 71enne. E' intervenuta Enpa

Orrore in Brianza: muore e in casa sua trovano 70 animali, scheletri e montagne di rifiuti
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Orrore in Brianza: muore e in casa sua trovano 70 animali, carcasse in decomposizione e scheletri . Una vicenda allucinante quella raccontata dai colleghi di primamonza,it.  I rifiuti accumulati  e poi gli animali. Tanti, tantissimi, almeno 70. Alcuni tenuti anche in gabbiette troppo piccole per la loro effettiva grandezza. Alla morte di un 71enne di Monza, la macabra scoperta: la sua casa era piena di animali, alcuni anche morti e in stato di decomposizione, altri rimasti solo scheletri. Quelli vivi e vegeti sono stati salvati da Enpa e ora vivono liberi al Rifugio San Damiano.

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Orrore in Brianza: muore e in casa sua trovano 70 animali, carcasse in decomposizione e scheletri

Quando nelle scorse settimane dopo un ricovero ospedaliero, un monzese di 71, è morto, è avvenuta la scoperta: in casa aveva circa 70 animali di ogni tipo e poi tantissimi topi, attirati forse dal mangime degli erbivori. Alcuni animali negli anni erano anche morti e così Enpa si è trovata davanti una scena mai vista: non solo scorrazzavano oche, galline, anatre, topi (qualche animale in gabbia e qualcuno no) e perfino una capretta (quest’ultima in giardino). Ma in casa c’erano perfino scheletri di animali ormai decomposti e resti mummificati degli animali che avevano fatto compagnia all’uomo negli anni.

L'intervento di Enpa

I volontari di Enpa sono entrati in azione per risolvere la situazione, ma resta il grosso dubbio di come mai nessuno, tra i vicini, abbia  segnalato nulla alle autorità. Ci sono voluti infatti diversi giorni (e più spedizioni) perchè l’Ente di protezione animali di Monza riuscisse a trarre in salvo e a portare al rifugio di San Damiano tutti gli animali ospiti nella villetta. Le ultime ad essere recuperate sono state dieci gallinelle americane che sono state portate via nei giorni scorsi, ma non sono ancora tutte. Tre sono rimaste ancora dentro la casa degli orrori perché non si lasciano prendere facilmente.

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L'allarme e il salvataggio

l proprietario, ormai ricoverato in gravi condizioni in ospedale, aveva incaricato un amico di vecchia data a prendersi cura degli animali. Ed è stato quest’ultimo, resosi conto della situazione, a dare l’allarme, chiedendo l’aiuto di Enpa e fornendo poi le chiavi per entrare a salvare ad esempio le galline, chiuse dentro le gabbie dei canarini.  Perché quella che era nata come una passione per gli animali, per questo 71enne monzese,  poi è degenerata negli anni. Alla fine sono stati salvati:

  • 35 tra galli e galline di varie razze (una coppia era detenuta in una gabbietta per uccellini);
  • 6 oche tra cignoidi e romagnole;
  • 11 anatre tra anatre mute e mandarine;
  • una capra tibetana di circa 7-8 anni, affetta da dermatite.

«Segnalare e chiedere aiuto per queste persone  è la cosa giusta da fare in questi casi - ha ribadito Giorgio Riva, presidente di Enpa - Quando l’amore per gli animali diventa troppo può sfociare in una patologia che si chiama animal hoarding, il disturbo da accumulo di animali, che può essere definito come la raccolta compulsiva di un grande numero di animali e l'incapacità alla fine nel fornire loro standard  di nutrizione, igiene e cure veterinarie adeguate».

L'accumulo è una patologia

Spesso poi, «l’accumulo compulsivo» non riguarda solo gli animali, ma sfocia nell’incapacità di buttare anche la stessa spazzatura e così queste persone si trovano letteralmente «Sepolti in casa», come  recita il titolo di un programma televisivo americano che si occupa proprio di casi come questi. Situazioni che anche in Brianza sono più diffuse di quanto si pensi. Intanto anatre, oche e galline di San Rocco, dopo essere visitate, sono state rinfocillate e liberate nella bellissima area degli erbivori della struttura di San Damiano, dove si sono perfettamente integrate coi loro simili già presenti, finalmente libere e non costrette in spazi troppi angusti per loro. La capretta, invece, è stata operata e si trova ancora in degenza (ma si riprenderà).

Eccole libere al Rifugio

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