"Lecco fuori dalla zona rossa": Confcommercio Lecco scrive a Fontana
Peccati si appella all'articolo 3 comma 2 del Dpcm. "La soluzione del "più chiusure" innesca il rischio della chiusura definitiva per decine di migliaia di imprese con il rischio della disoccupazione per migliaia di addetti"

"Lecco fuori dalla zona rossa". Questa la richiesta inserita nella lettera che il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati, ha inviato al Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana.
LEGGI ANCHE Spesa, parrucchiere, cimiteri e molto altro: più di 30 domande e risposte sulla zona rossa
"Lecco fuori dalla zona rossa": Confcommercio Lecco scrive a Fontana
Una missiva, quella del numero uno dei commercianti lecchesi, che ha l'obiettivo di per chiedere un suo intervento del Governatore presso il Ministro della Salute affinché tolga la provincia di Lecco dalla zona "rossa", attenuando così almeno in parte il pesante impatto delle disposizioni in vigore da oggi. Fontana però, già nella giornata di ieri, aveva sottolineato che, al momento tutta la Lombardia è sottoposta alla stessa misura e "Solo dopo due settimane dall'entrata in vigore del provvedimento sarà possibile chiedere delle deroghe per i territori sulla scorta dei dati epidemiologici". Nessuna deroga quindi, nessuna esclusione come per altro confermato anche dal presidente della Provincia di Lecco Claudio Usuelli che ieri ha partecipato ad un incontro in videoconferenza con l’Assessore regionale agli enti locali Massimo Sertori e con i Presidenti delle Province lombarde.
Peccati chiede l'esenzione nel territorio della provincia di Lecco ai sensi dell'articolo 3 comma 2 del Dpcm 3 Novembre 2020
Nella missiva - inviata anche al presidente della Provincia, Claudio Usuelli, e ai consiglieri regionali "lecchesi" (Mauro Piazza, Raffaele Straniero e Antonello Formenti) - il presidente Peccati parte da una considerazione: "La situazione economica scaturita dall'emergenza sanitaria Covid 19 ha colpito in misura pesante e ampia le categorie economiche del commercio e del turismo. Successivamente al lockdown della primavera scorsa, le stesse imprese hanno riaperto le proprie attività nel pieno rispetto delle misure di prevenzione e sicurezza predisposte dalla autorità competenti, sostenendone i relativi costi". Per poi aggiungere: "Il Dpcm 3 Novembre 2020, in vigore da oggi, sta penalizzando sempre e solo le aziende del commercio e del turismo, con provvedimenti restrittivi che possono pregiudicare la stessa sopravvivenza delle imprese". Dopo avere evidenziato la "pessima gestione del Dpcm in questione da parte del Governo", l'associazione tramite il suo presidente avanza una richiesta a Fontana: "Confcommercio Lecco chiede un suo intervento sul Ministro della Salute affinché, ai sensi dell'articolo 3 comma 2 del Dpcm 3 Novembre 2020, venga adottata un'ordinanza del Ministro della Salute d'intesa con il Presidente della Regione per l'esenzione nel territorio della provincia di Lecco dell'applicazione delle misure di cui al comma 4 del medesimo articolo sopra indicato. Certi del suo intervento e ringraziandola per il suo impegno a difesa delle imprese e dei cittadini lombardi, le porgo distinti saluti".
"Rischio della chiusura definitiva per decine di migliaia di imprese"
Sulla situazione attuale, riprendendo anche quella che è la posizione a livello nazionale di Confcommercio, il presidente Peccati sottolinea: "Siamo consapevoli che bisogna essere molto attenti nei confronti dell’epidemia. Ma ritardi ed errori pesano tanto e hanno contribuito a trasformare l’emergenza sanitaria in emergenza economica e sociale. Perché la soluzione del "più chiusure" innesca il rischio della chiusura definitiva per decine di migliaia di imprese con il rischio della disoccupazione per migliaia di addetti. Ecco perchè occorre far di tutto per ripristinare quanto prima normali condizioni di attività: riaprire e ripartire deve essere l’impegno condiviso. In attesa di realizzare questo obiettivo, è giusto e necessario che vengano messi in campo indennizzi adeguati e tempestivi e moratorie fiscali e creditizie ampie e inclusive. Come evidenziato dal presidente Sangalli, questa volta, sbagliare è davvero vietato perché ne va della tenuta sociale del Paese”.