Infanzia e adolescenza tra casa famiglia e carcere: Baby Gang si racconta senza peli sulla lingua
L'infanzia vissuta nel disagio, le notti sui treni, la droga, i problemi con la giustizia, le amicizie sbagliate, i furti, il carcere e poi la musica e il successo e ancora guai.
L'infanzia vissuta nel disagio, le notti sui treni, la droga, i problemi con la giustizia, le amicizie sbagliate, i furti, il carcere e poi la musica e il successo e ancora guai. Il rapper lecchese Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib, 19 anni, che nelle ultime settimane è balzato ripetutamente agli onori della cronaca (solo negli ultimi giorni per guerriglia urbana che si è scatenata a Riccione dopo che è saltato un suo concerto e per il Daspo gli è stato inflitto dal Questore di Milano a seguito dei disordini avvenuti fuori dalla discoteca Old Fashion ) si racconta in una lunga intervista senza peli sulla lingua.
Infanzia e adolescenza tra casa famiglia e carcere: Baby Gang si racconta senza peli sulla lingua
A postarla su Facebook, offrendo uno spunto di riflessione sulla vita del giovane, sul ragazzo, non sul pregiudicato o sul cantante, su un 19enne che praticamente ogni giorno compare sui giornali per vicende sicuramente non edificanti, è stato il consigliere comunale di Lecco Filippo Boscagli.
"Tolto il calcio, Zaccaria è in questo momento il lecchese più famoso d'Italia - scrive Boscagli - Un ragazzo di 19 anni. Eppure nessuno sa chi sia Zaccaria mentre BabyGang, il rapper criminale, è al centro delle cronache quotidiane. L'intervista DA VEDERE di 6 mesi fa, nella sua crudezza pone domande drammatiche per lui e per ogni ragazzo. Che alternativa gli viene offerta oggi? Che proposta fanno gli adulti ai nuovi giovani? Che spazi di libertà e crescita esistono per loro?".
Domande alle quali non è certo facile dare una risposta ma che puntano l'attenzione su "un'emergenza educativa che chiama la responsabilità di tutti".