Covid-19

Inchiesta Coronavirus: tra le vittime anche lecchesi

Tra gli indagati c'è anche chi ha rivestito ruoli di rilievo nella sanità lecchese

Inchiesta Coronavirus: tra le vittime anche lecchesi
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C'è anche Lecco nella maxi inchiesta Coronavirus chiusa l'altro ieri, mercoledì 1 marzo 2023 (per una singolare coincidenza esattamente a tre anni di distanza da quella domenica 1 marzo 2020 quando si scoprì il primo caso di Covid a Lecco città, e precisamente alla Poste di via Dante) dalla  Procura di Bergamo coordinata dal  Procuratore Capo Antonio Chiappani   (già alla guida della Procura di Lecco proprio fino al 2020).

Inchiesta Coronavirus: tra le vittime anche lecchesi

Sì perchè tra gli esposti presentati dai familiari (che ora risultano tra le parti offese) ce ne è anche uno presentato da una lecchese, figlia di un galbiatese morto all'ospedale di Ponte san Pietro. Non solo ma tra gli indagati c'è anche chi ha rivestito ruoli di rilievo nella sanità lecchese come  Massimo Giupponi, dg Ats Bergamo e già direttore generale della nostra Ats.

Diciannove le persone iscritte sul registro degli indagati e tra loro l'allora premier Giuseppe Conte e l'allora ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e l'ex assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e Luigi Cajazzo, ex dg della sanità lombarda, ma anche l’allora capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, diversi dirigenti e funzionari del Ministero della Sanità, il presidente del Consiglio superiore della sanità Franco Locatelli, il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e l'allora coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo.

Sul registro degli indagati ci sono anche i nomi di , Francesco Locati, dg dell’Asst Bergamo Est (che controlla l’ospedale di Alzano) e Roberto Cosentina, ex direttore sanitario dell’Asst Bergamo Est.

Tra i capi di accura epidemia colposa aggravata e omicidio colposo plurimo

La Guardia di Finanza ha avviato nelle scorse ore  le notifiche degli avvisi conclusivi per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio. Per l’ex premier Conte (accusato di epidemia colposa aggravata e omicidio colposo plurimo) e l’ex ministro Speranza  (accusato di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti di ufficio) si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri.

Si potevano evitare 4000 morti

Come noto, l'inchiesta, coordinata dalla pm Maria Cristina Rota, ha riguardato tre diversi filoni d'indagine: il principale è quello legato alla mancata istituzione della zona rossa in Val Seriana, misura che, stando alla consulenza del microbiologo (e oggi senatore del Pd) Andrea Crisantiavrebbe evitato oltre quattromila vittime; il secondo filone è invece quello relativo al mancato aggiornamento e la mancata applicazione del piano pandemico nazionale e regionale, che era fermo al 2006; infine, l'ultimo filone riguarda quanto avvenuto il pomeriggio del 23 febbraio 2020 all'ospedale di Alzano Lombardo, quando furono individuati i primi casi bergamaschi di Covid.

Le parole dell'ex procuratore capo di Lecco Antonio Chiappani

La chiusura dell'indagine (che era attesa già alla fine del 2022) è solo il primo passo verso un possibile processo, che la Procura di Bergamo si auspica ma che è tutt'altro che scontato. Qualche settimana fa, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario a Brescia, il procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani disse - leggendo la propria relazione sull'andamento della giustizia nella  provincia orobica:

"Le indagini, come noto per la rilevanza mediatica della vicenda, sono risultate di particolare complessità e delicatezza, avendo comportato tra l’altro anche l’assunzione di informazioni dal presidente del Consiglio dei ministri, da alcuni ministri e da diversi rappresentanti degli enti scientifici più accreditati, avendo questo Ufficio accertato gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia, che proprio a Bergamo nella primavera 2020 ha cagionato oltre tremila vittime".

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