Interrogatori

Faida tra rapper: il sangue filmato e postato in rete per ottenere like

Il sequestro del rivale Baby Touché non sarebbe altro che una farsa per acchiappare visibilità sui social. Questa la versione di Simba La Rue

Faida tra rapper: il sangue filmato e postato in rete per ottenere like
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Il sequestro del rivale Baby Touché non sarebbe altro che una farsa per acchiappare like e visibilità sui social. Così come già fatto nei gironi scorsi dal suo manager Chakib Mounir, 24anni residente a Calolzio – detto Malippa, anche Simba La Rue, rapper ventenne di origini tunisine accoltellato lo scorso giugno a Treviolo,  sentito dal giudice dopo l'arresto della scorsa settimana,  si sarebbe difeso sostenendo che il rapimento era tutta una montatura ad hoc. Di fronte al gip, Mohamed Lamine Saida (vero nome del ragazzo) si è presentato in stampelle, reduce da un intervento all'arteria femorale.

Parla Simba La Rue

Venerdì scorso è stato arrestato insieme ad altri otto amici, con accuse a vario titolo: rapina, lesioni e sequestro di persona, nell'ambito di un’inchiesta condotta dai carabinieri della Compagnia di Milano Duomo. "Era lui che mi mandava post sui social, provocazioni, messaggi offensivi2, ha raccontato Simba La Rue. A dare inizio a questa “faida” tra gruppi un'aggressione a Milano, lo scorso inverno: il ventenne sarebbe stato pubblicamente umiliato dal gruppo del rivale, che avrebbe anche lanciato sassi in sua direzione mentre filmavano un video.

Poi c'è la rapina dell'1 marzo, sempre a Milano: secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, Simba e cinque amici avrebbero aggredito, picchiato e rapinato un giovane dell'altro gruppo di rapper. Davanti al gip, Saida si è giustificato spiegando che si trattava di "una specie di vendetta contro un ragazzo che c'era durante l'aggressione del mio amico a Padova". E poi ha proseguito aggiungendo dettagli: gli avrebbero teso una trappola con l'aiuto di una ragazza e lo hanno aggredito.

Filmare le aggressioni per ottenere like e visibilità

I video sono un punto importante di tutta questa vicenda, sfruttati dai rapper come strumento per fare like sui social o aumentare visualizzazioni e visibilità. E proprio questo sarebbe il motivo alla base dell'aggressione e del (presunto) sequestro di Baby Touché, nome d'arte di Mohamed Amine Amagour, residente nel padovano, avvenuto a inizio giugno. Secondo le ricostruzioni, il trapper sarebbe stato accerchiato e picchiato in via Boifava a Milano da alcuni membri del gruppo di Simba, che ora ha raccontato la sua versione dei fatti confermando quanto già dichiarato dal manager Malippa nell'interrogatorio.

"Sono andato da lui e gli ho detto di fare uno scontro fisico. Sì, ci siamo picchiati – ha spiegato La Rue – ma Touché è più esile. Così mi sono fermato e gli ho detto che, visto che mi aveva umiliato, ora era il suo turno. È salito in macchina di sua spontanea volontà. Io non l'ho sequestrato». Con lui, in macchina, altri due amici. Simba si è preso anche la responsabilità degli insulti e umiliazioni di fronte al volto sanguinante e tumefatto di Touché che si sentono nel video. "Sì, ci siamo messi d'accordo. Anche perché lui era intenzionato a sfruttare mediaticamente il video. Abbiamo anche programmato di far uscire una canzone insieme".

Le coltellate tra rapper

Infine, l'aggressione a Treviolo il 15 giugno scorso, che avrebbe potuto costare la vita al giovane ventenne. Simba ha raccontato di fronte al gip di non sapere chi sia stato a ferirlo, "erano tutti bardati, erano sei o sette". Ma ipotizza possa trattarsi di amici di Touché. Sulla pistola che invece gli è stata sequestrata, Saida ammette: "Mi sono reso conto dell'assurdità di tutto quello che è successo che non giova a nessuno". Intanto la difesa ha chiesto gli arresti domiciliari.

 

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