Crollo del ponte di Annone: assolto il dirigente Anas. Pene ridotte per Valsecchi e Sesana della Provincia
Una tragedia immane quella avvenuta il 16 ottobre 2016 che strappò alla vita il civatese Claudio Bertini, morto schiacciato sotto il viadotto franato sotto il peso di un camion.
Una assoluzioni e due condanne ma con pene più lievi rispetto alla sentenza emessa dal tribunale di Lecco tre anni fa. E' quanto hanno disposto oggi, lunedì 15 aprile dai magistrati della quinta sezione della Corte di Appello di Milano chiamati a esprimersi durante il processo di appello per il crollo del ponte di Annone. Una tragedia immane quella avvenuta il 16 ottobre 2016 che strappò alla vita il civatese Claudio Bertini, morto schiacciato sotto il viadotto franato sotto il peso di un camion.
Crollo del ponte di Annone: assolto il dirigente Anas. Pene ridotte per Valsecchi e Sesana
La sentenza di primo grado era stata emessa nel settembre 2021 il giudice Entrco Manzi del Tribunale di Lecco. La condanna più pesante, 3 anni e otto mesi, era stata inflitta all’ingegner Angelo Valsecchi, già dirigente del settore Viabilità e Infrastrutture della Provincia di Lecco. In sede di appello la pena è stata ridotta a un anno e otto mesi.
Giovanni Salvatore, capo del centro manutenzioni dell’Anas per la Lombardia, che era stato condannato a 3 anni e sei mesi, è stato assolto.
L’ingegner Andrea Sesana di Oggiono, responsabile del servizio concessioni e reti stradali di Villa Locatelli è stato condannato ad anno e quattro mesi rispetto ai 3 anni inflitti in primo grado. Per lui sono stati disposti i benefici delle sospensione e della non menzione. La condanna odierna è arrivata per il reato di omicidio colposo e non omicidio stradale.
Ricordiamo che in primo grado Silvia Garbelli, funzionario tecnico del settore Pianificazione territoriale e grandi infrastrutture della Provincia di Bergamo che aveva rilasciato il permesso di transito del tir della ditta Nicoli sul viadotto era stata assolta, mentre aveva già scelto invece la via del patteggiamento (un anno e due mesi con la sospensione della pena) l’ingegner Roberto Torresan di Busto Arsizio (Varese) che 4 anni prima del crollo elaborò un progetto per la manutenzione della infrastruttura non segnalando, secondo l’accusa, problemi statici, ma solo il degrado del ponte.
La tragedia
Erano circa le 17.30 del pomeriggio quando un tir dell’azienda di trasporti della Nicoli spa (azienda di Albino, in provincia di Bergamo) franò sopra un’Audi “A4” bianca e una Fiat “Punto” rossa che stavano transitando proprio in quel momento sulla SS36. Entrambe le auto rimasero schiacciate dal peso dell’autoarticolato: il conducente della berlina tedesca, Claudio Bertini – 68 anni, residente a Civate in via Belvedere – morì incastrato tra le lamiere.
Ferite piuttosto serie per le altre sei persone coinvolte nell’incidente: l’autista del camion riportò un trauma toracico e varie contusioni venne trasportato in codice giallo all’ospedale di Lecco. Contusioni varie anche per tre bambini che si trovavano a bordo di un’altra auto. Rimasta incastrata sul ponte anche una Volkswagen “Golf”: la persona al volante uscì miracolosamente illesa dall’incidente sebbene si trovasse sul cavalcavia al momento del crollo.
Vivo per miracolo anche un motociclista che stava percorrendo la Statale 36 nell’attimo in cui si verificò la tragedia. Sotto choc anche un altro automobilista, Paolo Giacalone di Albavilla, rimasto in bilico con la sua Toyota “Auris” proprio nel punto dove si spezzò il ponte.