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Coronavirus, a Lecco quasi 100 positivi e il doppio in quarantena

"Troppi lutti, troppi addii dolorosi e in una triste solitudine stanno caratterizzando questi giorni e basta il pensiero di quelle emblematiche bare di legno nella nostra vicina e cara Bergamo per farci capire che l'amore per la vita, per il nostro prossimo merita il sacrificio"

Coronavirus, a Lecco quasi 100 positivi e il doppio in quarantena
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Coronavirus, a Lecco quasi 100 positivi e il doppio in quarantena. Lo ha reso noto il sindaco del Comune di Lecco Virginio Brivio che esorta tutti i cittadini a continuare a rispettare le regole anche, e soprattutto, in questo fine settimana.

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Coronavirus, a Lecco quasi 100 positivi e il doppio in quarantena

Ogni giorno attraverso i numerosi canali di informazione, nelle nostre case entra un “bollettino di guerra” fatto di tanti numeri e tipologie di situazioni (deceduti, contagiati, positivi, isolati ...) trend e previsioni. Numeri dietro ai quali ci sono persone, concittadini, talvolta, e sempre più spesso, conoscenti, amici o addirittura familiari.

Allo stato attuale i dati sui cittadini contagiati solo in città si avvicinano ai 100 (con numerosi malati) e quasi il doppio sono quelli in quarantena obbligatoria. I virologi e gli studiosi, la scienza insomma, misurata sul campo, ci dice che i prossimi giorni potrebbero essere decisivi.

Ci vuole forza e lucidità per fronteggiare questa emergenza e tutti siamo messi alla prova, ciascuno per quanto è chiamato a fare.

Chi è nei luoghi di cura sta vivendo momenti drammatici in un contesto che l’invisibilità del Coronavirus, che ancora non accenna a regredire, rende insidioso e minacciante. Fatiche e ansie si stanno sempre più vivendo in comunità di cura per disabili e anziani cosi come, oramai, in tante famiglie della nostra città.

È una prova che si può vincere ma solo se ciascuno fa la sua parte. Non esiste in questo tipo di situazione una categoria di persone che deve occuparsi dell’emergenza, di ”addetti ai lavori” che devono intervenire, così come capita in altre situazioni come terremoti, frane ecc...

Gli “addetti ai lavori” siamo anche noi perché ognuno di noi è, potenzialmente, anello di una possibile catena di contagio.

Mi appello allora al senso di responsabilità di ciascuno di voi con l'invito, o meglio con un monito severo a restare a casa, comportamento ancora più necessario in questo prossimo fine settimana e nei prossimi giorni.

Non possiamo vanificare banalmente le fatiche e le rinunce a cui tutti siamo stati chiamati in queste settimane e voglio essere anche molto onesto con voi, questa situazione durerà a lungo, con tutta probabilità ben oltre il 3 aprile.

Mi permetto anch'io di ricordarvi, vorrei poter dire imporvi, di guardare il cielo lecchese dalle finestre di casa e di reprimere ogni tentazione con la scusa della "boccata d'aria ". Non sta a me consigliarvi come trascorrere le ore tra le mura domestiche, e sono consapevole che la convivenza stretta, soprattutto per chi non vive in spazi ampi o con sbocchi esterni può diventare molto difficile: perciò oltre alla responsabilità di obbedire, alle precauzioni, occorre che ciascuno di noi sia capace di resilienza e di pazienza. Troppi lutti, troppi addii dolorosi e in una triste solitudine stanno caratterizzando questi giorni e basta il pensiero di quelle emblematiche bare di legno nella nostra vicina e cara Bergamo per farci capire che l'amore per la vita, per il nostro prossimo merita il sacrificio. Va da sé che le rinunce potranno essere riconquistate domani ma, adesso, ogni giorno è prezioso e non sono ammesse divagazioni e tanto meno colpi di testa: su questo saremo inflessibili, insieme anche alle altre istituzioni e forze dell'ordine con le quali ci si sta muovendo in maniera coesa, anche a fronte di ulteriori restrizioni che abbiamo adottato in queste ore con gli altri comuni.

Lecco mi pare stia rispondendo bene ai divieti ma occorre fare ancora un passo in più.

Vi sono profondamente grato per lo sforzo che state facendo e un grazie permettetemi di rivolgerlo ai tanti collaboratori della macchina comunale che in questi giorni non stanno risparmiando il proprio impegno e il proprio tempo ben oltre quanto dovuto.

C'è un codice etico più profondo che dobbiamo scrivere insieme e più ne siamo convinti più potrà tornarci utile anche dopo, quando la prova a cui saremo chiamati non sarà più quella di sconfiggere il Coronavirus ma quella di partecipare e contribuire alla rinascita della nostra comunità e del nostro Bel Paese.

Virginio Brivio

 

 

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