Inflazione e caro bollette: ecco come vive una famiglia numerosa lecchese
Il racconto di Costanza e Paolo Brioschi - rispettivamente 44 e 46 anni - genitori di Tommaso 15 anni, Filippo 14 anni, Ester 13 anni, Elia 11 anni e Pietro 9 anni.
Un mese di stipendio in meno se non di più. È l’effetto dell’inflazione, ma anche dei postumi del Covid, di una guerra che nessuno si aspettava, degli aumenti del carburante e più in generale del gas e dell’energia elettrica. E sopra tutto questo è arrivata pure la siccità a mettere in ginocchio l’agricoltura e far lievitare i costi dei prodotti. Il caro-prezzi ha raggiunto negli ultimi mesi livelli che non si vedevano dal 1986, quando ancora c’era la scala mobile. Ma come vive una famiglia numerosa in una contingenza negativa come questa? Lo abbiamo chiesto a Costanza e Paolo Brioschi - rispettivamente 44 e 46 anni - genitori di Tommaso 15 anni, Filippo 14 anni, Ester 13 anni, Elia 11 anni e Pietro 9 anni.
Inflazione e caro bollette: ecco come vive una famiglia numerosa lecchese
Costanza, ex ragioniera ha scelto di fare la mamma a tempo pieno, il marito è educatore alla Nostra Famiglia. Ma è lei che da brava contabile tiene il planning delle entrate e delle uscite.
«Viviamo in una casa che ci hanno lasciato i miei genitori in comodato d’uso - racconta Paolo - e questa è una fortuna perché non dobbiamo pagare affitto o mutuo. E’ ciò che ha consentito a mia moglie di lasciare il lavoro per dedicarsi ai ragazzi a tempo pieno. Adesso che i nostri figli sono cresciuti riesce anche a fare qualche lavoretto in casa per arrotondare».
Oggi come oggi, nell’inverno demografico, avere cinque figli è considerato da molti un evento eccezionale. Ma non per la famiglia Brioschi. «Non abbiamo mai pianificato una famiglia numerosa, semplicemente da quando ci siamo sposati, abbiamo condiviso l’atteggiamento di accogliere i figli che sarebbero arrivati».
Come dicevamo è Costanza a tenere il bilancio delle entrate e delle uscite. «E’ molto brava nel gioco degli incastri. Per noi, da sempre, la quotidianità procede sapendo bene quanto si spende e per cosa si spende. Per i nostri figli uscire a cena è un evento che capita una volta l’anno, al compleanno del nonno».
Parliamo del costo della vita. Quanto spendete in più rispetto al periodo pre pandemia?
«Molto di più. La voce che ha subìto l’impennata maggiore è quella che riguarda il prezzo della benzina. Se nel 2019 si spendevano 250 euro al mese adesso se ne sborsano 500. E’ una spesa irrinunciabile perché l’auto mi serve per andare al lavoro. E’ vero che sono mutate anche le esigenze della famiglia soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti per portare i nostri figli a fare attività sportiva: Elia gioca nel Como e gli allenamenti sono tre volte la settimana ad Appiano Gentile. Ester invece è una ginnasta e si allena cinque volte la settimana tra Cisano e Lecco. Lo sport è una delle attività che riteniamo irrinunciabili soprattutto perché è educativa e qui i nostri figli mettono in campo le loro capacità».
Come vive una famiglia numerosa lecchese: la spesa?
«Andare ad supermercato e acquistare beni di prima necessità nel 2019 costava circa 600/700 euro al mese. Oggi ne costa almeno 900/1000 euro a parità di quantità».
Poi c’è il riscaldamento?
«Per il momento non abbiamo subito contraccolpi perché abbiamo bollette fisse anno su anno. Ma a maggio il gestore ci ha comunicato i nuovi prezzi a partire proprio dal 1 settembre. La prossima fattura sarà più elevata».
Cinque figli in età scolare devono costituire una bella spesa anche per quanto riguarda i libri e gli articoli di cancelleria...
«In realtà siamo diventati bravissimi a recuperare tutti i bonus a cui una famiglia numerosa come la nostra può accedere. Mi riferisco ai bonus per gas, acqua e trasporti fino a quelli per lo sport e la dote scuola per i quattro figli più grandi. Tuttavia i testi scolastici non li acquistiamo in libreria, ma in un grande Ipermercato che concede il 15% di sconto. Prestiamo attenzione a tutto e queste strategie ci consentono di vivere con un tenore dignitoso».
Niente shopping però...
«No, niente shopping. Anche a questo non siamo abituati. Alcuni anni fa ero animatore in oratorio e abbiamo creato un bel giro di amicizie con le quale c’è sempre stato un mutuo aiuto per i passaggio di abiti, soprattutto nei primi anni di vita dei nostri e dei loro figli. Ai compleanni di norma si regalano vestiti. L’inflazione è aumentata, il costo della vita è aumentato, ma non il mio stipendio che è rimasto sempre lo stesso».
Parliamo di vacanze...
«I nostri figli hanno sempre fatto esperienze con l’oratorio. Noi abbiamo scelto le vacanze organizzate con la parrocchia di Oggiono/Annone. Non per risparmiare, ma abbiamo puntato sul valore aggiunto della proposta. Inoltre tradizionalmente a Comunione e Cresima regaliamo un viaggio ai nostri figli, una vacanza a tre. Con Tommaso per esempio siamo stati a Londra, ma è sempre un po’ strano non essere tutti insieme».
Come vive una famiglia numerosa lecchese: a cosa rinunciate?
«Non c’è più nulla a cui poter rinunciare a questo ci eravamo già arrivati prima, quando abbiamo scelto di far praticare lo sport a tutti i ragazzi. Non guadagno abbastanza per spendere in altre cose».
Cosa si sente di dire alle coppie che vorrebbero avere tanti figli?
«Un figlio è una scelta d’amore non una valutazione economica. Quando è nato Pietro, il più piccolo, io e Costanza abbiamo capito che avevamo raggiunto il nostro equilibrio famigliare. Non abbiamo mai fatto grandi valutazioni ragionieristiche sul “ce la faremo?”. La nostra esperienza ci ha dimostrato che... ce la si fa. Del resto se avessimo più zeri sul conto indosseremmo gli stessi abiti, magari andremmo solo a prendere la pizza d’asporto qualche volta in più».
LEGGI ANCHE Crisi energetica e caro bollette: aumenta la cassa integrazione a Lecco