Lecco

Ilizarov: installata la scultura all'ospedale Alessandro Manzoni di Lecco

Francesca, la figlia del "Bigio": "Dopo 41 anni dalla morte di mio padre l'emozione che ho provato nel vedere l'opera dedicata al dottor Ilizarov e a mio padre è difficile da descrivere: è una gioia immensa"

Ilizarov: installata la scultura all'ospedale  Alessandro Manzoni di Lecco
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Installata oggi, 4 aprile 2023, all'Ospedale Manzoni, l'opera scultorea Ilizarov, realizzata in memoria del famoso alpinista ed esploratore lecchese Carlo Mauri, di cui ricorre il 41esimo anniversario di morte. La scultura è la rappresentazione dell'apparato chirurgico ideato e messo a punto, negli anni '50 del secolo scorso, dall'ortopedico russo Gavriil Abramovic Ilizarov.
Si tratta di un fissatore esterno chirurgico di distrazione osteogenetica, utilizzato per correggere deformità ossee e articolari, identico a quello applicato nel caso di Carlo Mauri, dopo il lungo calvario vissuto a causa dell'incidente sciistico avuto a Courmayeur nel 1961.

 

 

Installata l'opera scultorea Ilizarov al Manzoni di Lecco

L'opera, un'imponente scultura in metallo alta più di tre metri, collocata nel piazzale esterno del presidio ospedaliero, è stata realizzata dall'artista Jetmir Pjeternikaj in occasione della mostra "Carlo Mauri, nato in salita", allestita nei mesi scorsi al Palazzo delle Paure di Lecco, nella ricorrenza dei quarant'anni della morte del noto scalatore.

Il direttore di Asst Favini: "L'opera, un prezioso riconoscimento"

"Siamo felici di accogliere questa scultura - questo il commento di Paolo Favini, Direttore Generale ASST Lecco - Rappresenta un prezioso riconoscimento anche per la comunità ospedaliera impegnata quotidianamente nel trattamento ortopedico traumatologico e contribuirà a promuovere la conoscenza e la consapevolezza del metodo Ilizarov, di cui il nostro reparto di Ortopedia è centro di riferimento nazionale e oltreconfine".

 

 

 

Favini - ironizzando - ha poi mostrato un affresco, situato al Teatro Anatomico del Palazzo dell'Archiginnasio di Bologna, in cui l'allegoria di Anatomia riceve in omaggio da un putto non dei fiori, bensì proprio un femore, a rimarcare l'importanza di questo osso a livello anatomico.

Più di 10.000 pazienti operati al Manzoni con il metodo Ilizarov

Il dottor Francesco Guerreschi, medico chirurgo specializzato in ortopedia e traumatologia, presidente dell'Asami (Associazione a scopo scientifico di Studio e Applicazione Metodo di Ilizarov) ha spiegato che dal 1981 ad oggi sono stati operati con il metodo Ilizarov oltre 10.000 pazienti affetti da patologie congenite, da fratture e da esiti post traumatici.

Per questa metodologia è importante un assiduo controllo ambulatoriale per poter gestire in modo progressivo i cambiamenti che il fissatore esterno produce sui segmenti scheletrici interessati. Proprio per questo sono state istituite due sedute ambulatoriali settimanali che da all'ora hanno accolto circa 50.000 pazienti.

Al Manzoni sono transitati più di 3000 medici provenienti da ogni parte del mondo, venuti qui proprio per apprendere questo metodo e poterlo poi diffondere nei loro paesi d'origine.

Ilizarov, un'opera che celebra un limite, ma anche la voglia di superarlo

Queste le parole del sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni:

L'installazione permanente dell'opera realizzata da Jetmir Pjeternikaj, in arte Jet, dopo la sua esposizione in piazza XX Settembre nell'ambito e a corollario della mostra "Nato in salita" promossa lo scorso anno, rende omaggio a un cittadino illustre della nostra città, Carlo Mauri, esploratore e grande alpinista, di cui il Comune di Lecco e il mondo dell'alpinismo tutto ha celebrato lo scorso anno il quarantesimo anniversario della morte. A lui, che fu il primo italiano e occidentale ad essere trattato con il fissatore chirurgico dell'ortopedico russo Gavril Abramovic Ilizarov, si deve l'introduzione in Italia e a Lecco di questa tecnica innovativa. Carlo ha vissuto 17 anni con una forte disabilità: ad un certo punto odiava la sua gamba, che era costretto a trascinarsi dietro in tutte le sue avventure. Quest'opera quindi celebra il limite fisico di Carlo ma, soprattutto, il suo immenso desiderio di superarlo e la sua volontà di affidarsi alla scienza, costituendo, così, l'invito a tendere all'ambizione e a non perdere mai il coraggio. La scultura ci pone di fronte al tema del limite, ma anche della speranza.

Presente all'installazione dell'opera anche l'assessore all'attrattività territoriale Giovanni Cattaneo.

L'emozione di Francesca Mauri, figlia del noto alpinista

"Dopo 41 anni dalla morte di mio padre - queste le parole commosse della figlia, Francesca Mauri - l'emozione che ho provato nel vedere l'opera dedicata al dottor Ilizarov e a mio padre è difficile da descrivere: è una gioia immensa. Nel 1979, quando tutto ebbe inizio, grazie a dottori e persone illuminate come il dottor Cattaneo, il dottor Villa, il dottor Castagni, mio padre, Carlo Mauri, e tutte quelle che ci hanno creduto, Lecco ha potuto cambiare la vita a tantissime persone nel mondo, in primis a mio papà, che il 4 aprile del 1980 - il giorno di oggi di 43 anni fa - dopo essere stato operato a Kurgan ha potuto provare le scarpe da ginnastica dopo ben diciassette anni. Credo sia stata la sua più importante spedizione, ha fatto la differenza".

Carlo Mauri, un nome legato alla storia dell'ortopedia italiana

"Il nome di Carlo Mauri - ha spiegato Piero Poli, direttore del Dipartimento Area Chirurgica ASST Lecco, nonché direttore Ortopedia e Traumatologia Ospedale Manzoni - rimarrà sempre indissolubilmente legato alla storia dell'ortopedia italiana: la sua sfortunata vicenda ha contribuito in modo significativo alla diffusione del metodo Ilizarov in Italia e in tutto il mondo occidentale. A Lecco, il testimone fu raccolto dal dottor Angelo Villa, dal professor Roberto Cattaneo e dal dottor Maurizio Catagni che fondarono, nel 1983, l'Associazione a scopo scientifico di Studio e Applicazione Metodo di Ilizarov (ASAMI). Mauri nel '61 stava preparando una spedizione, ma mentre sciava in Val d'Aosta si ruppe una gamba e, dopo vari interventi medici, l'osso si infettò. Lui comunque continuò a fare l'esploratore e, proprio nel corso dei suoi viaggi, incontrò un medico russo, che, vedendo la situazione della sua gamba, gli disse che in Siberia c'era un medico che avrebbe potuto curargliela: Ilizarov, appunto. Così nell' '80 Mauri fu operato e, vedendo il risultato, con la sua generosità decise che doveva contribuire a diffondere il metodo; ne parlò quindi con l'amico dottor Angelo Villa, che accolse con entusiasmo la proposta. Così, Ilizarov presentò a Bellagio il suo metodo, basato sull'intuizione che il tessuto osseo è vivo, e dunque può essere modificato con apposite procedure".

Presente anche la figlia del dottor Cattaneo

"La cosa bella - ha raccontato Barbara Cattaneo, figlia del professor Roberto Cattaneo, nonché direttore Gestione servizi e attività museali del Si.M.U.L - fu come mio padre e il dottor Villa accolsero questa proposta innovativa e come il Congresso di Bellagio fu un evento rivoluzionario, che permise la diffusione del metodo Ilizarov. Ricordo che il professor Ilizarov un giorno venne a casa nostra e chiese un bicchiere di Vodka, e noi - tutti astemi - piombammo nell'imbarazzo. Ilizarov era un uomo geniale".

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