MONTE MARENZO

Il paese unito invoca la pace

Un’iniziativa nata da un’idea di don Angelo Roncelli che ha organizzato la serata volutamente in uno spazio aperto e non in chiesa, per permettere anche a quei cittadini, che normalmente non frequentano la parrocchia di partecipare.

Il paese unito invoca la pace
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Tutti insieme uniti per la pace, a Monte Marenzo. Sono stati in tantissimi i cittadini che, nella serata di ieri, mercoledì 9 marzo 2020, hanno risposto all’appello della Parrocchia e dell’Area Sociale della locale Polisportiva presentandosi nell’anfiteatro di fronte al Municipio per partecipare ad una invocazione per la pace. Un’iniziativa nata da un’idea di don Angelo Roncelli che ha organizzato la serata volutamente in uno spazio aperto e non in chiesa, per permettere anche a quei cittadini, che normalmente non frequentano la parrocchia, di partecipare.

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Il paese unito invoca la pace

Nel corso della serata, sono state lette le riflessioni sul tema del vescovo di Bergamo, Monsignor Francesco Beschi e successivamente, guidati dal sacerdote si è proseguito nel dibattito con i cittadini. Presente all’incontro anche il sindaco di Monte Marenzo, Paola Colombo, che ha partecipato attivamente al dibattito dando lettura prima e commentando poi l’articolo 11 della Costituzione italiana.

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“È stata una serata davvero interessante - spiega il primo cittadino - in cui un brillante don Angelo ha guidato i cittadini in un momento di riflessione, non prettamente religioso, sul tema della guerra e della pace. I cittadini hanno risposto con interesse e nella sua semplicità, l’iniziativa è servita ad avvicinare moltissime persone, che normalmente non frequentano la chiesa, a delle riflessioni che oggettivamente non si possono non condividere in un momento storico come questo. Mi auguro che oltre a questo, si possano organizzare altri incontri in futuro perché ritengo che siano molto utili a riavvicinare le persone”.

A conclusione della serata, è stata letta una preghiera scritta dalla comunità ecumenica di Taizè, anche a nome dell’unica signora ucraina che già da due anni vive in paese, e a nome dei profughi che stanno arrivando.

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"A proposito di questo - commenta don Angelo Roncelli - l'invito è quello di mettersi in rete: se qualcuno può prestare la casa o l'appartamento lo comunichi in parrocchia o in comune, così si potrà provvedere ad un appoggio che comprenda permessi di soggiorno, raccolta di viveri e indumenti e magari anche il pagamento delle bollette”.

Luca de Cani

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