storico vetraio

Folla commossa ai funerali di Mario Valsecchi. "Da buon paracadutista non ha mai avuto paura di buttarsi nelle imprese più grandi di lui"

Lo storico vetraio, tra i fondatori della Sec e della Sezione Paracadutisti di Lecco, salutato oggi per l'ultima volta.

Folla commossa ai funerali di Mario Valsecchi. "Da buon paracadutista non ha mai avuto paura di buttarsi nelle imprese più grandi di lui"
Pubblicato:
Aggiornato:

Moltissime persone hanno riempito la chiesa di Civate questo pomeriggio, giovedì 7 dicembre 2024, per dare l'ultimo saluto a Mario Valsecchi, lo storico vetraio e fondatore della Sec scomparso martedì scorso.

Folla commossa ai funerali di Mario Valsecchi. "Da buon paracadutista non ha mai avuto paura di buttarsi nelle imprese più grandi di lui"

Ad agosto era scomparsa la moglie Gabriella, il suo amore grande, come ha ricordato l'ex parroco di Civate don Gianni De Micheli (che ha concelebrato con don Luca Civardi) durante l'omelia: “Dov’è Gabriella? In questi 106 giorni dalla sua morte è diventato un ritornello, un’invocazione, oserei dire quasi una preghiera. Gabriella è stato il suo amore grande, il suo mondo, il suo porto sicuro, casa, famiglia, il centro del suo “fare” e del suo “progettare”, il suo tutto. É stata la forza che l’ha tirato fuori da una famiglia con poche risorse, raccontava delle scorribande a rubare la frutta nei campi e a mendicare il cibo nelle altre case. Gabriella ha dato un senso a tutto quello che avevano sopportato, gli ha dato la gioia di una famiglia in cui lui ha potuto spendere tutte le sue energie".

Il sacerdote ha poi ricordato la grande passione di Mario per la montagna, l'amore per la Società escursionisti civatesi e per lo sport. "Era una montagna di coraggio, determinazione, forza di volontà e ingegno sostenuto dall’amore di Gabriella: forte come la morte è l’amore. Con lei e per lei ha sognato e realizzato grandi cose, dalla montagna ai viaggi, dalla grande casa alla famiglia numerosa. Da buon paracadutista non ha mai avuto paura di buttarsi nelle imprese più grandi di lui: la Sec, il corso di montagna, quello di sci e tante altre attività che lo hanno reso noto e amato dalla comunità civatese. Correva, trafficava e organizzava mille cose. Aveva uno stile tutto suo, non gli piaceva andare nei posti con etichetta, preferiva il camper, non è mai stato conformista, soprattutto nella scelta delle camicie".

Una vita vissuta a pieno, insieme alla sua Gabriella, ma poi è arrivata la malattia di Gabriella e poco dopo anche la sua "che ha creato una simbiosi tenera tra loro: sul divano lei, sul divano lui, ferma lei, e poco dopo fermo anche lui. Ancora una volta Gabriella ti aspetta e può essere davvero la tua amata per sempre. Lascia il ricordo di grandi imprese e duro lavoro in una grande comunità di amici” ha concluso don Gianni.

A fine funzione sono stati letti i ricordi di alcuni familiari e amici, seguiti dalla preghiera dei paracadutisti:

"Caro nonno, volevo raccontarti questa cosa che mi hai fatto capire in questi mesi da quando anche nonna ci ha lasciato. Come ben sanno tutti in famiglia, chiedevi spesso di essere portato a casa anche se ci eri già, mi sono chiesto come fosse possibile che non ti ricordassi di quale fosse casa tua. Forse oggi quella risposta ce l’ho: casa non è il luogo materiale in cui si vive ma le persone con cui si decide di farlo e forse oggi sei tornato a casa dalla tua amata Gabri, forse in fondo avevi ragione a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo o meglio come dicevi tu, “l’importante è alzarsi dal letto al mattino”. Ciao nonno, da Michele”.

E ancora:

“Caro papone, è veramente difficile lasciarti andare. La mamma era un angelo destinato al cielo ma tu eri la nostra roccia indistruttibile, eppure i medici ci hanno detto “non c’è più niente da fare se non accompagnarlo”. Che fatica accettarlo visto che tu ci hai insegnato che tutto si può fare, basta volerlo con il cuore, quante cose hai fatto tu con il tuo cuore, eri un vulcano in piena eruzione di gesti d’amore. Non importa se richiedevano dedizione e sacrificio estremo. Tu c’eri in prima linea a farlo e ad incitare gli altri a non aver paura. Certo ci saranno stati degli errori, ma quale sbaglio non viene colto dall’infinita misericordia di dio. E allora grazie papà per la vita che ci hai donato, grazie per l’essenziale che non ci hai mai fatto mancare, grazie perché chiunque varcava la tua porta si sentiva subito parte della tua famiglia. Grazie per i minuti vissuti tutti insieme, il lavoro, la montagna e le vacanze. Grazie per l’amore che hai avuto per la mamma, senza di lei non sei più riuscito ad orientarti, abbracciala da parte nostra. Ciao papà”.

Un altro nipote lo ha ricordato così:

“Sono passati pochi mesi da quel giorno in cui pensai “non capiterà mai” e invece eccoci qua. Tu sei stato con la nonna, la sorgente della nostra famiglia e sei volato via tra le braccia della tua Gabri e la cosa che ci da forza è sapere che finalmente sarete di nuovo insieme, perché due destini non si possono separare. Grazie nonno per avermi cresciuto e per avermi trasmesso quelle passioni che hanno fatto di me un uomo. Non te ne sarò mai grato abbastanza. Sarà dura senza di te ma abiterai sempre il mio cuore. Tuo Davide”

Infine:

“Tutti gli anni Mario a Natale prendeva le sembianze di babbo Natale per i nostri bambini. Oggi il nostro grazie è per lo stupore e la gioia che per tanti anni hai portato ai bambini della scuola materna. Preghiamo affinché anche tu possa trovare stupore tra le braccia del padre. Grazie Mario”.

Giorgia Rondinelli

funerale mario valsecchi vetraio sec civate (2)
Foto 1 di 6
funerale mario valsecchi vetraio sec civate (3)
Foto 2 di 6
funerale mario valsecchi vetraio sec civate (4)
Foto 3 di 6
funerale mario valsecchi vetraio sec civate (5)
Foto 4 di 6
funerale mario valsecchi vetraio sec civate (6)
Foto 5 di 6
funerale mario valsecchi vetraio sec civate (1)
Foto 6 di 6
Seguici sui nostri canali