Convenzione Scuole Paritarie, parlano i presidenti: "Chiediamo rispetto per il nostro lavoro, perché non sia banalizzato"
Conferenza stampa ieri pomeriggio nella materna di Acquate. I presidenti delle quindici scuole hanno illustrato la realtà del servizio educativo garantito alle famiglie e le ragioni delle richieste di incremento del contributo avanzate alla Giunta Gattinoni. Richieste che finora non sono state accolte.
Convenzione scuole dell'infanzia paritarie: "Non siamo qui con il piattino in mano a mendicare un contributo. Stiamo offrendo un servizio alla città, che ha saputo innovarsi nel tempo per corrispondere in maniera adeguata ai bisogni delle famiglie. Come presidenti ci assumiamo ogni giorno responsabilità importanti, civili e penali. Lo facciamo volontariamente, perché ci crediamo. Chiediamo rispetto per il nostro lavoro, perché non sia banalizzato. Le nostre scuole lavorano in sinergia e questo è un punto di qualità. La questione non è il rinnovo o meno della convenzione, ma a quali condizioni viene proposto. E non è questione certo da porre e affrontare in termini ideologici o monetari". E' con queste premesse, ribadite dalla presidente Angela Fortino, che ieri pomeriggio, venerdì 17 giugno 2022, l'Associazione Scuole Paritarie di Lecco ha tenuto una conferenza stampa sul tema più accanitamente dibattuto nelle ultime settimane, sui giornali e non solo.
Convenzione Scuole Paritarie: uno stallo da superare
L'incontro con le testate giornalistiche locale si è tenuto nell'asilo "Giovanni Nava" di Acquate. Presenti i quindici presidenti delle quindici scuole dell'infanzia paritarie riunite in rete nell'omonima Associazione cittadina. Tra di loro anche il prevosto, monsignor Davide Milani che presiede la "Papa Giovanni XXIII". Un'assise accomodata sulle seggioline del salone al primo piano, convertito in Centro Prima Infanzia. Tutti a livello di bambino, a rimarcare chi sono infine i destinatari dell'accordo per il quale la trattativa risulta da settimane in stallo. Giorgio Redaelli, presidente della scuola "Rosa Bosco" (ex Mazzucconi) di Rancio, ha passato in rassegna diversi punti sui quali il dibattito pubblico sta generando confusione. "Le convenzioni con le scuole paritarie le siglano tutte le Amministrazioni comunali: non sono concessioni, sono previste dalla normativa italiana". Non fa eccezione quella che da quarant'anni si rinnova tra la Città di Lecco e le quindici realtà lecchesi dedite al servizio educativo rivolto alla prima infanzia, con una capillarità che costituisce - a detta di tutti - un valore da preservare. Nei quattordici rioni gli asili sono un presidio, a volte l'unico polo di aggregazione sociale e culturale che resta.
"Non siamo scuole private"
"Non siamo scuole private, ma pubbliche. Enti associativi di diritto privato senza fini di lucro". Delle quindici materne associate, tre sono parrocchiali, due sono enti religiosi, "dieci sono frutto di iniziative assistenziali generate in tempi diversi, a partire da un secolo fa, dalla società civile. Realtà associative che sono fondamentali per i rioni in cui sono nate. Una caratteristica che conferisce ulteriore valore al concetto di capillarità".
L'economicità delle scuole paritarie
Il sostegno dell'Amministrazione pubblica alle scuole dell'infanzia paritarie comporta per la collettività un costo decisamente inferiore, all'incirca la metà, rispetto a quello sostenuto per gli istituti statali (6.873 euro all'anno per bambino). Un'economicità che è un dato di fatto e che - sottolineano i quindici presidenti - si deve unicamente al volontariato della dirigenza amministrativa delle paritarie. "Noi non ci occupiamo dei servizi educativi, ma ci prendiamo in carico responsabilità, civili e penali, non da poco. Lo ricordiamo non per metterci la medaglia degli eroi, ma per chiedere rispetto". La convenzione in scadenza il prossimo 31 agosto garantisce un contributo di un milione all'anno (più 400mila euro di sostegno agli alunni disabili) per quelli che oggi sono 836 alunni (nella fascia 3-6 anni). "Le nostre scuole sono un terreno agevole per sperimentare nuove forme di didattica e modelli educativi. Il coordinamento pedagogico è comune, ma ciascuna scuola ha una sua diversa originale progettualità, il che offre alle famiglie una possibilità di scelta".
Il 70% dei bambini lecchesi frequenta le scuole dell'infanzia paritarie
Un altro dato di fatto è che il 70% dei bambini lecchesi da zero a 6 anni usufruiscono di un servizio educativo grazie alle quindici scuole paritarie cittadine. Cinque le materne statali che assorbono il restante 30%, mentre i nidi comunali contano solo 120 posti (nelle paritarie, tra sezioni Primavera, nido, micro nido e Prima Infanzia ce ne sono 215). "Le nostre scuole garantiscono servizi adeguati, declinati in base alle necessità delle famiglie. Per undici mesi all'anno. Sono complessivamente 1051 i bambini che ad oggi le frequentano. Il servizio Crd (centro ricreativo diurno) che si svolge a luglio (410 iscritti quest'anno) accoglie anche bambini provenienti dalle statali. I servizi sono fra loro collegati, se uno va in sofferenza, anche gli altri ne risentono" il punto ribadito dall'Associazione. La questione sul piatto è insomma la tenuta del sistema, ma anche quella di condividere un comune sforzo verso l'obiettivo di abbattere le rette a favore delle famiglie in un momento storico economico difficoltoso.
Sussidiarietà, capillarità, accessibilità delle rette
"In tutti gli incontri che finora abbiamo avuto con l'Amministrazione comunale abbiamo ribadito i punti che sono essenziali per noi" ha ricordato Angela Fortino. Nel novero la sussidiarietà nel rapporto Comune-Scuole paritarie; il riconoscimento del servizio come indispensabile e professionale; la salvaguardia della sua capillarità; l'accessibilità dello stesso (grazie a rette contenute); l'attenzione speciale alla disabilità.
Cosa chiedono le Scuole paritarie alla Giunta Gattinoni
Ma in soldoni cosa chiedono le Paritarie all'Amministrazione Gattinoni? "Se le nostre scuole garantiscono un servizio adeguato, che soddisfa le famiglie, allora bisogna fare in modo che il sistema possa sussistere". In altre parole occorre "guardare ai costi reali sostenuti dalle paritarie" e stimare in concreto "con quanto e come si potrebbero abbattere le rette a carico delle famiglie". Al contrario la proposta avanzata dalla Giunta Gattinoni è ferma nel confermare il contributo in essere con la convenzione in scadenza (1,4 milioni di euro all'anno), bloccandolo per cinque anni, senza nemmeno prevederne la indicizzazione a fronte della inflazione galoppante. Ma già ora "Il pareggio di bilancio delle nostre scuole, ovvero la soglia minima sotto la quale è impossibile contenere le spese, è pari a 1,6 milioni, che si alza a 1,7 se comprendiamo i costi per il Crd".
L'esempio virtuoso di Brescia e Merate
Angela Fortino ha citato esempi ai quali Lecco dovrebbe ispirarsi. A Brescia, governata da una amministrazione di Centrosinistra, scuole statali e paritarie sono state equiparate (le famiglie pagano la stessa retta ovunque iscrivano il figlioletto) e percepiscono 80mila euro a sezione. Nella vicina Merate il contributo, nonostante la denatalità e il calo degli iscritti, è stato elevato a 42mila euro per sezione. A Lecco la cifra resterà invece di 27.500 euro a sezione. L'associazione ha chiesto di introdurre l'indicizzazione da subito (per il prossimo anno scolastico) arrivando almeno a 30mila euro. La risposta è per ora ferma al "niet".
Il contributo a sostegno della disabilità
Richiesto anche un aumento della parte di contributo erogato a sostegno degli alunni con bisogni educativi speciali, o almeno la sua estensione alle sezioni Primavera (da 2 a 3 anni). "Attualmente ci vengono erogati 400mila euro all'anno, a fronte di un fabbisogno reale di 460mila - ha spiegato Angela Fortino - Siamo riusciti a far fronte alla spesa grazie al Covid, ovvero al meccanismo innescato dall'emergenza pandemica per cui sono arrivati contributi statali arretrati". Ma per gli anni a venire non si potrà contare su questo extra, mentre gli alunni con disabilità certificata aumentano e anche nella fascia da zero a 3 anni cominciano a moltiplicarsi i casi. Nell'anno scolastico in corso le paritarie hanno garantito il sostegno a 31 bimbi con disabilità e 31 con Bes. Respinto tout court il confronto con le scuole statali, dove secondo le argomentazioni della Giunta Gattinoni il sostegno alla disabilità costa meno al Comune in virtù di una ottimizzazione del rapporto alunni/educatore: "Costa meno perché alle statali gli insegnanti di supporto sono pagati dallo Stato" fanno presente i presidenti delle Paritarie.
Denatalità: "Con cento bambini in meno è sicuro solo il deficit delle rette"
Contraddetto il ragionamento per cui il contributo pro capite bambino nei prossimi anni aumenterà in automatico a causa della denatalità, perchè il milione e 400mila euro sarà a disposizione di sempre meno alunni. "Le nostre 15 scuole hanno 37 sezioni. Cento bambini in meno significa 2/3 bambini in meno per sezione, il che non comporterà una riduzione dei costi a nostro carico. Verranno invece certamente meno le rette: considerato che quella media è di 180 euro al mese, significa 180mila euro in meno. Un deficit che aggraverà i nostri bilanci".
Alunni residenti fuori Lecco
Si è toccato anche il tema degli alunni non residenti. Nell'anno scolastico in corso sono 131. Perché il Comune di Lecco dovrebbe pagare anche per loro? "La questione va risolta a livello istituzionale, attraverso convenzioni siglate tra Comuni. Non può essere scaricata sulle nostre spalle" ha detto Giorgio Redaelli.
La trattativa continua, almeno a parole
Questa la realtà e il punto di vista illustrato dai quindici presidenti degli asili riuniti nell'Associazione scuole paritarie di Lecco. La trattativa con l'Amministrazione certo non è ancora chiusa. La prossima settimana dovrebbe tenersi un nuovo incontro. In vista del quale non si preannunciano però grandi novità. L'associazione Scuole Paritarie di Lecco ha fatto pervenire ai consiglieri comunali la lettera già inviata alla Giunta Gattinoni.
La Giunta sembra ferma sulla sua proposta, che ha annunciato di voler portare in commissione consiliare e poi in Consiglio. Nel contempo questa settimana, al comunicato ufficiale della Giunta Gattinoni, si sono uniti quello di Sinistra Cambia Lecco e Fattore Lecco, che difendono a spada tratta la bozza di convenzione sul tavolo.
Per arrivare a un accordo occorre però essere in due. E al momento tra i due pare esserci un serio problema di comunicabilità. "A parole affermano di riconoscere l'importanza imprescindibile del servizio svolto dalle nostre scuole e di condividere con noi i principi di sussidiarietà, capillarità e accessibilità delle rette. Di fatto non si arriva a concretizzare un accordo che dia sostanza a questa condivisione teorica. Se la situazione è questa, significa che il problema da superare è di carattere ideologico" ha affermato in coda all'incontro uno dei quindici presidenti.