Stop nuovo Municipio

Centrodestra unito: "Gattinoni e i suoi si dimettano per manifesta incapacità"

I capigruppo consigliari in conferenza stampa a Palazzo Bovara fanno le pulci al dietrofront del sindaco sulla questione ex Deutsche Bank, ma soprattutto su via Marco d'Oggiono

Centrodestra unito: "Gattinoni e i suoi si dimettano  per manifesta incapacità"
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"Gattinoni e i suoi si dimettano per manifesta incapacità". L'invito al sindaco, era già stato avanzato seduta stante in Commissione giovedì sera. Stamattina, sabato 22 ottobre 2022,  è stato ribadito e ufficializzato come richiesta, stavolta non solo da Emilio Minuzzo (Lecco merita di più) e Giacomo Zamperini (Fdi), ma coralmente da tutta l'opposizione del Centrodestra  riunita in conferenza stampa nella "saletta consiglieri" al piano terra di Palazzo Bovara. Al tavolo anche Cinzia Bettega (Lega), Filippo Boscagli e Peppino Ciresa (Lecco ideale). Tema della insolita reunion, lo stop al progetto del nuovo municipio decretato dal sindaco Mauro Gattinoni alla luce della relazione tecnico economica del Politecnico.

Bettega: "Soldi spesi inutilmente per manifesta incapacità"

"Altro che cambio di passo, qui hanno preso la strada contromano". Cinzia Bettega ribadisce il problema del "grave esborso di denaro pubblico che tutta questa storia ha comportato". La maggioranza si è tutte le volte difesa affermando il proprio dovere di approfondire il dossier "nuovo municipio" prima di decidere e agire.   "Non si tratta solo dei 130mila euro dell'ultima perizia commissionata al Politecnico, che non serviva perché sapevamo già tutti cosa sarebbe emerso - precisa la capogruppo della Lega  -  Si tratta di tutto lavoro svolto in precedenza sull'immobile di via Marco d'Oggiono, dal suo acquisto ai progetti stilati per partire con la riqualificazione per renderlo adatto agli uffici comunali".

Cinzia Bettega capogruppo consiliare Lega

Perché ipotizzare la demolizione di via Marco d'Oggiono?

Bettega solleva quindi una questione cruciale: "Mi devono spiegare perché nella parte di perizia dedicata all'immobile di via Marco d'Oggiono, già sede del Politecnico, comunque una struttura cablata, che aveva già un impianto elettrico a norma, perché si è voluto ipotizzare che quell'edificio, acquistato per 5,7 milioni di euro pochi anni prima, dovesse essere demolito. Chi ha suggerito questa ipotesi fantascientifica? Forse per pareggiare i costi di ristrutturazione dell'ex Deutsche Bank si voleva far vedere a tutti i costi che anche via Marco d'Oggiono ha costo altissimo? Su questo punto andremo a fondo".

Boscagli: "Sulla ex Deutsche Bank hanno continuato a mentire"

Filippo Boscagli capogruppo consiliare di Lecco Ideale

"Non si fa più nulla" era una frase inaspettata per Filippo Boscagli, che ha ribadito il proprio sconcerto. "In questi due anni su questa questione hanno mentito" l'accusa rivolta alla maggioranza. "Hanno mentito quando hanno detto che la Deutsche Bank non interessava, cercando di sviare le nostre domande. Mentito quando hanno detto che aspettavano lo studio dei costi di fattibilità per prendere una decisione, quando invece via Marco d'Oggiono era già inserita nel piano delle alienazioni. Avevano comunque deciso di perseguire la strada per la ex Deutsche, anche se si stava parlando di un investimento da 35 milioni di euro". A distanza di un anno, il risultato è però che  "si continuerà ad avere come municipio  palazzo Bovara, più volte dichiarato inefficiente, insicuro, inagibile, non idoneo".

"Disastro frutto delle beghe in maggioranza"

Boscagli imputa il "disastro ex Deutsche Bank" alla "beghe di partito interne alla maggioranza". "Questa Amministrazione continua a dire che è colpa di quelli di prima, scordandosi che quelli di prima sono sempre loro. Continuano a insultarsi, dentro il Pd è evidente la bagarre. Intanto chi paga è la città che non vede realizzarsi i progetti del lungolago, del Bione, eccetera. Ricordiamoci che Lecco ha appena bando perso i soldi del bando del Duc. Questi ultimi, insieme a tutta una serie di altri flop,  rendono difficile ipotizzare che questa maggioranza possa andare avanti per il bene della città. Auspicabile che si fermi, che la smetta di tentare di sopravvivere a qualcosa che è evidente è più grande delle sue possibilità. Lo dicono anche tanti assessori che sui social dichiarano la delusione di questi due anni di lavoro. E' il momento di fare non il cambio di passo ma il passo di lato per il bene di questa città".

Minuzzo: "Non credano di alienare via Marco d'Oggiono a cuor leggero"

Emilio Minuzzo ha ulteriormente approfondito accuse e obiezioni mosse alla maggioranza. "Il principio di trasparenza lo hanno applicato solo due giorni fa, quando sono stati costretti a farlo: la relazione noi consiglieri l'abbiamo ricevuta ieri, venerdì" sottolinea il consigliere azzurro. "Ebbene, lo studio è stato eseguito in un perimetro indicato dalla stessa maggioranza. Non si può fare un confronto con la perizia stilata dai dirigenti comunali tra gennaio e febbraio. La soluzione indicata dal Politecnico non è tra le sette indicate dalla Giunta Brivio per lo studio preliminare" afferma Minuzzo. Invero, nella sua relazione in commissione,  il coordinatore del team del Politecnico ha detto che è stata presa la soluzione numero 4, quella che contempla la demolizione e ricostruzione, che Brivio aveva scartato all'epoca perché troppo onerosa.

Emilio Minuzzo capogruppo consiliare di Lecco merita di Più

Minuzzo definisce comunque quella di Gattinoni "un'operazione immobiliare, più che un'azione di interesse pubblico". "Non pensino di alienare via Marco d'Oggiono alle condizioni di cui stanno parlando". A suo tempo la Regione aveva acquistato dal Politecnico l'immobile per 8 milioni di euro, ma lo ha poi ceduto al Comune di Lecco per soli 5,77 milioni di euro. "Un valore sottostimato dalla perizia eseguita da Regione Lombardia in accordo con il Comune di Lecco e l'Agenzia delle Entrate perché si trattava di un passaggio pubblico su pubblico, per la costruzione di un nuovo municipio. Non si pensi ora di cambiare destinazione d'uso e aggiungere una edificabilità del 20% a favore di qualche privato".

Secondo Minuzzo "non è vero che la funzionalità del municipio è garantita nelle cinque sedi approntate in giro per la città". Vero è che "per sistemare queste sedi, pagare gli affitti, eseguire i traslochi, stiamo spendendo risorse che avremmo potuto trattenere per altre spese e per rendere più fruibili nostri uffici".

Minuzzo: "Gattinoni non aveva i numeri in maggioranza per proseguire"

Concludendo: "E' evidente la scollatura importante tra l'attuale amministrazione e la città, un solco tracciato l'anno scorso, con le scelte politiche che ha preso. Devono avere il coraggio di assumersene la responsabilità. La newsletter del sindaco fa tenerezza, ma anche preoccupazione. Non può raccontarci che lui ha salvato la città come se fosse arrivato due giorni prima. Il disastro della ex Deutsche e la mancanza di una nuova sede comunale sono opera del sindaco di Lecco. Non creda adesso di smarcarsi da responsabilità oggettive che ha solo lui e in parte la sua maggioranza. Penoso e anche imbarazzante l'atteggiamento tenuto da quest'ultima nei confronti di chi nei dieci anni precedenti ha amministrato la città. E di cui loro sono la pura continuità. Sto parlando degli ex assessori Clara Fusi e Roberto Nigriello, dei presidenti di commissione Antonio Pattarini e Anna Sanseverino.  Ricordiamo che Francesca Bonacina se ne è andata, come anche il segretario generale Sandro De Martino, i dirigenti comunali Luca Gilardoni e Davide Cereda, mentre altre posizioni organizzative se ne andranno appena vinceranno il concorso. Gli esponenti del Pd dimostrino almeno un principio di coerenza  e lealtà istituzionale, altrimenti scadiamo nel ridicolo".

Minuzzo sostiene una versione per certi versi inedita: "Gattinoni non ha fatto nulla perché a ottobre non aveva la maggioranza per partire e ancora adesso non ce l'ha. Al di là che l'idea della ex Deutsche Bank è diventata folle, nessuno gliela avrebbe votata".

A tal proposito Bettega annota un passaggio del dibattito in Commissione I giovedì sera: "Quando il capogruppo del Pd Pietro Regazzoni ha cercato di tamponare il sindaco che aveva detto 'chi doveva partire prima non lo ha fatto', un quarto d'ora dopo è partito l'intervento dell'assessore Maria Sacchi che ha demolito tutto quello che  ha trovato ai Lavori pubblici, con un attacco pesantissimo alla conduzione dell'assessorato. Omettendo però di dire che gli spazi alla Meridiana, presi con un contratto 6+6, sono tutti da sistemare all'interno, con un'altra spesa aggiuntiva".

Zamperini: "Gattinoni soffre di schizofrenia politica"

Giacomo Zamperini capogruppo consiliare di  Fratelli d'Italia)

"Gattinoni sembrava soffrire di schizofrenia politica in commissione" Zamperini esordisce con garbo. Ma poi spiega: "Lo stesso che ha creato il problema, lo contrastava come se lo avesse creato qualcun altro".  Il capogruppo di Fratelli d'Italia richiama la maggioranza alla responsabilità delle scelte compiute: "Loro l'indirizzo di voler accentrare tutti gli uffici in un'unica sede. Loro l'idea di volerla trovare in centro, come se fossimo in una metropoli. Tutto questo nasce e si conclude con Gattinoni. E mentre loro vanno a scuola di politica e imparano a fare gli amministratori, sono passati due anni. Due anni  in cui tutte le grandi opere, la viabilità, le progettualità, il reperimento delle risorse, stanno andando a rotoli. Questa Amministrazione non sta portando a casa nulla. Non credo che solo il mio telefono squilli decine di volte al giorno per segnalare problemi. Invece di dare risposte, loro si occupano di fare proclami e marketing ideologico. Ma tutto lettera morta".

La proposta: "Municipio in via Gualada, nell'ex sede del Fisco"

Zamperini lancia una proposta per il futuro. "C'è un palazzo inutilizzato in centro, in via Gualada, dove fino a poco tempo fa stava l'agenzia delle Entrate. Ci sono uffici già pronti e operativi, perché fino a poco tempo fa veniva utilizzato da un'altra agenzia governativa. Perché il sindaco non ha valutato questa opzione?". Un consiglio disinteressato o quasi: "Facciamo opposizione costruttiva perché ci prepariamo a governare questa città. Credo che il sindaco insieme alla sua Amministrazione dopo due anni di promesse, di libri dei sogni, dovrebbe valutare seriamente di rassegnare le dimissioni per manifesta incapacità. Stanno scherzando sulla pelle dei cittadini lecchesi. Chiedo ai cittadini che hanno a cuore la loro città di appellarsi a queste persone perché facciano un passo indietro".

Peppino Ciresa: "Incapacità manifesta per mancanza di umiltà"

Peppino Ciresa ex candidato sindaco del Centrodestra

Infine Peppino Ciresa. L'ex candidato sindaco, antagonista di Gattinoni alle elezioni amministrative 2020, non ha mancato ti togliersi l'ennesimo sassolino dalla scarpa. "Io sono il più arrabbiato, ma mi vien anche da sorridere".  In campagna elettorale andavano in giro a dire che io non ero adatto a fare il sindaco perché sono vecchio. Ebbene, ho passato tanti anni in tanti consigli di amministrazione, e ho sempre voluto persone anziane che mi stessero a fianco, perché sono quelle che sanno fare le scelte giuste. Qui invece si tratta di scelte sbagliate, che denotano l'impreparazione di queste persone che a tutti i costi hanno voluto mettersi lì a amministrare un comune come quello di Lecco". Ciresa ha il dente avvelenato per il bando del Duc   che l'Amministrazione comunale ha perso (per mero errore) insieme a 700mila euro.

"In via Marco d'Oggiono era già tutto fatto. Due anni fa l'inflazione che c'è adesso non c'era. Allora, in mancanza di risorse proprie,  potevano pensare all'accensione di un mutuo specifico a tassi di interesse bloccati. Questi soldi li avrebbero impiegati per finire l'impianto di via Marco d'Oggiono e si sarebbe partiti. Confcommercio, ad esempio, sta pagando ancora il mutuo per palazzo Falk, ma a tasso zero. Ma queste cose le puoi fare se ci sono persone che usano il cervello e consigliano nella maniera giusta perché hanno fatto già esperienze analoghe in passato. Questi qui, invece, sono qui a imparare a fare gli amministratori, ma che paga è la città e stiamo spedendo un sacco di quattrini. Si cancella un progetto fatto da quelli che c'erano prima, come se fossero stati degli stupidi. Peraltro l'acquisto di via Marco d'Oggiono era stato deciso all'unanimità dall'intero Consiglio comunale. Avremmo a quest'ora non cinque sedi dislocate in giro per la città, ma quella sede in via d'Oggiono quasi pronta. Che senso ha questa idea di costruire ex novo? Cosa ne faranno di Palazzo Bovara? Hanno tenuto ferma via Roma 51 per anni perché nessuno la voleva. Quel che manca  è l'umiltà. Signori facciamo una bella riflessione se val la pena continuare in questo modo".

La richiesta di dimissioni "per manifesta incapacità"

Per tirare le somme della conferenza stampa, ecco Zamperini: "Non solo chiediamo le dimissioni, ma siamo pronti da domani mattina a prenderci la responsabilità del governo della città e a recuperare il tempo perso". Bettega assicura che il fronte del centrodestra è assolutamente compatto e  "che non finirà qui". Per uscire dal cul-de-sac del municipio nuovo che Gattinoni ha congelato "il Centrodestra le idee le ha, ma serie, ponderate, logiche". Di certo è inaccettabile l'idea di radere al suolo via Marco d'Oggiono. "Vigileremo con attenzione sulla vendita di questa proprietà comunale - promette Minuzzo - Se riterranno di farlo, come dicono, dovranno assumersi la responsabilità politica di farlo. Qui c'è un danno erariale di cui prima o poi qualcuno verrà a chiedere conto".

"Meno male che non siamo partiti": una barzelletta

Sia in Commissione che poi nella conferenza stampa convocata venerdì mattina nella sede provinciale del Pd, Gattinoni  aveva sottolineato un'altra verità: si fosse partiti per tempo  in via Marco d'Oggiono, probabilmente il cantiere oggi sarebbe fermo per i problemi legati al reperimento dei materiali e al rincaro dei prezzi. Questo per concludere con un paradossale: "Meno male che non siamo partiti". 

Da sinistra Peppino Ciresa, Filippo Boscagli (Lecco Ideale), Cinzia Bettega (Lega), Emilio Minuzzo (Lecco merita di più) e Giacomo Zamperini (Fratelli d'Italia)

"E' una barzelletta" reagisce Minuzzo. "Quanti cantieri sono aperti nel Paese, quante aziende hanno fatto e stanno facendo investimenti? Quanti enti pubblici? Ancora un anno fa il cantiere sarebbe riuscito a partire in una condizione totalmente differente, a meno che il sindaco abbia la capacità di leggere il futuro, nel qual caso ce ne renda edotti. E un cantiere pubblico, una volta avviato, non è che lo si possa fermare proprio così. Ci sono contratti e normative cui adempiere, ci sono adeguamenti dei prezzi tra il 10 e il 20%, ma non è vero che sarebbe stato tutto fermo". 

Zamperini si spinge oltre: "Dire meno male non abbiamo fatto niente, se equivale forse  a dire non faremo più niente? Allora facciano un passo indietro, se ne vadano.

Bettega chiosa con un accostamento: "Fanno come quelli che non comprano la macchina perché è aumentato il costo della benzina".

Insomma la telenovela del nuovo municipio continua

 

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