Scoperte cellule di Al Qaeda in Italia: indagini partite dal Lecchese
Le indagini erano partite nel 2015 tra Lecco e Como. Uno degli arrestati viveva a Colico
Cellule di Al Qaeda: sono in corso da ore due operazioni che hanno portato all’individuazione di una vasta rete di supporto a a gruppi combattenti di matrice integralista islamica operanti in Siria. Finanziamento internazionale di attività terroristiche: due gruppi di stranieri, alcuni residenti in Italia, accusati di aver inviato soldi alla formazione estremista Al Nusra.
Come riporta il giornale Brescia Sette Giorni le indagini della Guardia di Finanza, avviate nel 2015, hanno preso spunto da una preliminare attività di analisi sui flussi finanziari intercorsi attraverso il circuito dei money transfer con i c.d. Paesi “a rischio”, poste in essere anche da soggetti segnalati dal C.A.S.A. – Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo quali foreign fighters, stanziati nella comunità siriana stabilitasi tra le province di Como e di Lecco.
A fine ottobre anche il lecchese era stato teatro di una operazione anti terrorismo con l’espulsione di di Idriz Idrizovic, 39 anni, kosovaro residente a Olgiate Molgora. Non solo ma recentemente è stata confermata la condanna per terrorismo internazionale emessa nei confronti di Abderrahim Moutaharrik , i pugile residente a Lecco finito in carcere nell’aprile 2016 per i suoi lehami con l'Isis.
Le indagini su Brescia
Le operazioni, coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, sono condotte rispettivamente dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato. Grazie alle indagini condotte dal Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Brescia, è stato possibile scovare un’associazione per delinquere transnazionale, formata da 10 siriani. Le finalità quelle del riciclaggio ed l’abusiva attività di erogazione dei servizi di pagamento in diversi Paesi dell’Unione Europea come Svezia, Italia e Ungheria ed extraeuropei come la Turchia. A 2 di loro è stato contestato il reato di finanziamento al terrorismo. Perquisizioni sono in atto anche a Como e in altre parti della Lombardia, mentre il capoluogo regionale era al spesso al centro della rete di scambio di denaro.
Le indagini in Sardegna
L’indagine che corre parallela è in Sardegna, coordinata invece dal Servizio Contrasto del Terrorismo Esterno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione della Polizia di Stato. La DIGOS di Sassari ha individuato e 4 militanti di origine siriana e marocchina. Per loro è scattata l’accusa di far parte di una cellula di supporto dell’organizzazione qaedista Jabhat al Nusra, operante in Siria. Le accuse a loro carico sono di associazione con finalità di terrorismo, finanziamento del terrorismo e intermediazione finanziaria abusiva.
I numeri
In poche ore le due operazioni hanno portato a 14 ordinanze di di custodia cautelare in carcere emesse dai GIP di Brescia e Cagliari su richiesta delle rispettive Procure Distrettuali Antimafia e Antiterrorismo. Parallelamente sono state ordinate 20 perquisizioni domiciliari in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sardegna.
I dettagli
All’esito di articolate indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Brescia, i finanzieri del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) di Roma e del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Brescia della Guardia di Finanza hanno eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Giudice delle Indagini Preliminari, nei confronti di altrettanti soggetti di origine siriana facenti parte di un’associazione a delinquere aggravata, a carattere transnazionale (Svezia, Turchia ed Ungheria), dedita ai reati di riciclaggio, autoriclaggio, abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento. Sono state, altresì, individuate condotte relative al finanziamento di gruppi terroristici di matrice islamica.
Indagini dal 2015
Le indagini della Guardia di Finanza, avviate nel 2015, hanno preso spunto da una preliminare attività di analisi sui flussi finanziari intercorsi attraverso il circuito dei money transfer con i c.d. Paesi “a rischio”, poste in essere anche da soggetti segnalati dal C.A.S.A. – Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo quali foreign fighters, stanziati nella comunità siriana stabilitasi tra le province di Como e di Lecco. Sin da subito, l’attività investigativa ha consentito di delineare, accanto all’esistenza di una struttura criminale di origine islamica stanziata in Brianza ed attiva nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in Europa, una incessante attività di raccolta e di trasferimento di denaro – anche attraverso il canale non convenzionale “Hawala” – organizzata in maniera stabile attraverso numerosi “contatti” presenti nei Paesi interessati alle movimentazioni.
Vorticoso flusso di denaro
Il vorticoso flusso di denaro riconducibile alle movimentazioni “Hawala”, registrato nel corso delle indagini come superiore ai 2.000.000 di euro, veniva utilizzato anche per l’effettuazione di attività di riciclaggio oltreché per il finanziamento di gruppi terroristici vicini alla organizzazione “Al-Nusra”. In effetti in alcune conversazioni telefoniche intercettate, sono emerse circostanze relative alla presenza di “uomini” dell’organizzazione nelle zone “calde” della Siria per l’effettuazione dei richiesti trasferimenti di denaro a favore di ribelli antigovernativi contigui ad ambienti terroristici.
I personaggi
Personaggio di spicco dell’organizzazione è risultato DAADOUE Anwar alias “Abou Murad”, stanziato in Svezia nella città di Norrköping, il quale, come emerso anche nell’ambito di una specifica attività rogatoriale attivata con il Regno di Svezia, gestiva l’attività di trasferimento – al di fuori del sistema bancario – di ingenti somme di denaro contante. DAADOUE Anwar era coadiuvato in questa attività da CHDID Subhi detto “Abou Alì” – domiciliato in Turchia – unitamente al fratello CHADID Hamoud e ad ABOU DAHER Abdulrahman. Questu ultimi risultano residenti a Colico e Canzo.
Ulteriori movimentazioni di denaro erano inoltre realizzate anche da un diverso gruppo criminale facente capo al cittadino siriano BAZZKA Salmo alias “Abou Mahmoud”, stanziato in Ungheria, con la collaborazione di BAZKKA Alaa, HAKIM Ahmed e HAIDARA Rabi, in contatto con la precedente consorteria criminale per il tramite di SAID AHMAD Mouayad alias “Abou Hamze”, uomo di fiducia di CHDID Subhi ed in contatto con vari personaggi in Siria tra cui il fratello impegnato personalmente nel conflitto civile.
Operazione sotto copertura
In tale contesto investigativo, il Servizio Centrale I.C.O. ha inoltre avviato un’operazione speciale “sotto copertura”, in collaborazione con i Servizi di Sicurezza nazionali (AISI), che ha permesso di avvicinare un importante membro dell’organizzazione criminale, CHADDAD AYOUB, acquisendone la fiducia e consentendo di impossessarsi di importanti notizie relative al suo ruolo di deputato, per conto dell’organizzazione investigata, alla raccolta del denaro ed alla sua “movimentazione”” per le attività di finanziamento al terrorismo internazionale, provando anche i suoi trascorsi di foreign fighter ed i suoi collegamenti con combattenti attualmente impegnati nel conflitto siriano tra le schiere di fazioni islamiste antigovernative. Un contributo determinante
è stato fornito dall’A.I.S.I. (Agenzia di Informazioni sulla Sicurezza Interna), che ha permesso di comprendere a fondo le metodologie utilizzate dagli indagati per effettuare i trasferimenti di danaro a beneficio delle fazioni terroristiche cui risultavano legati.
In sintesi
In sintesi, era stata creata una consolidata rete di money transfer illegali, attraverso i quali veniva garantito un canale sicuro per il riciclaggio del danaro, derivante da diverse attività illecite, in diversi Paesi dell’Unione Europea ed extraeuropei, nonché per raccogliere fondi destinati ad alimentare organizzazioni terroristiche operanti in Medio Oriente. L’operazione, di conseguenza, ha di fatto disarticolato un’organizzazione criminale di matrice siriana che si era radicata in Italia, ma godeva di ramificazioni diversi Paesi, in grado di creare uno stabile reticolo di connivenze idoneo ad assicurare la capacità di garantire lo spostamento di ingenti importi in contanti, completamente al di fuori dei canali legali, che sono soggetti alla vigilanza antiriciclaggio. Poiché tra i promotori ed organizzatori di tale rete illecita di Hawaladar erano infiltrati personaggi organici ad associazioni di matrice terroristica siriana, il sistema inevitabilmente è stato utilizzato anche per il trasferimento di danaro finalizzato a sostentare e finanziare tali organizzazioni, come emerso dalle indagini grazie anche alla sempre più fattiva collaborazione tra Guardia di Finanza ed Organismi d’Intelligence, proprio nello specifico settore del contrasto alle attività di finanziamento al terrorismo.