Mercato del lavoro a Lecco: sempre più difficile trovare personale
Più posti di lavoro nel turismo, fermo il manifatturiero
E' stato presentato oggi, martedì 14 maggio 2024 nella sede della Camera di Commercio, il 14° Rapporto annuale sul mercato del lavoro lecchese, dal titolo Il sistema occupazionale lecchese fra tradizione e innovazione, con i dati sull’andamento nel 2023.
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Mercato del lavoro a Lecco: sempre più difficile trovare personale
Il Rapporto è stato realizzato da Provincia di Lecco e Camera di Commercio di Como-Lecco nell’ambito del progetto Polo di eccellenza per la gestione del mercato del lavoro e delle risorse umane in provincia di Lecco, operativo dal 2009.
Presenti Ezio Vergani, neo presidente della Camera di Commercio di Como-Lecco, Alessandra Hofmann, presidente della Provincia di Lecco, il consigliere delegato Carlo Malugani. Non è mancato un collegamento con Mauro Piazza, sottosegretario regionale con delega Autonomia e rapporti con il Consiglio Regionale.
"I dati e le informazioni illustrati oggi dai professionisti della società PTS, che ringrazio per l’accurato lavoro svolto, delineano il quadro del mercato del lavoro lecchese nel 2023, anno in cui si è consolidata la ripresa del sistema economico, con numeri più contenuti rispetto al 2022, ma certamente positivi - ha sottolineato la numero uno di Volla Locatelli - Quest’anno il Rapporto è intitolato Il sistema occupazionale lecchese fra tradizione e innovazione perché gli indicatori a nostra disposizione evidenziano la fase di cambiamento in atto, con una focalizzazione sempre maggiore sui profili e le competenze professionali di cui il nostro sistema economico ha bisogno, e la necessità di poter contare su persone qualificate che le possiedano. Purtroppo i dati sulla difficoltà di reperimento di personale da parte degli imprenditori sono in crescita; pertanto, dobbiamo agire tutti insieme per cercare di invertire questa rotta negativa. Per sostenere un tessuto economico così dinamico ed esigente, è necessario accrescere ulteriormente la capacità di fare rete tra gli attori pubblici e privati che operano nell’ambito del mercato del lavoro locale, rinvigorendo questa caratteristica che storicamente contraddistingue il nostro territorio. Rispetto a questo tema, uno dei più importanti obiettivi perseguiti dalla Provincia di Lecco è unire sinergicamente le competenze e le risorse pubbliche e private"
Mercato del lavoro a Lecco: rallenta la crescita economica ma cresce quella occupazionale
Dal rapporto, che è stato presentato da Gianni Menicatti e Andrea Gianni della società PTS è emerso che nel corso del 2023, le performance dell'economia reale nel sistema economico lecchese sono risultate di intensità inferiore a quelle dell'anno precedente, anche se non sono mancate alcune eccezioni positive. Fra queste, la più significativa riguarda il comparto turistico, sostenuto in particolare da una domanda straniera in decisa espansione. Il quadro occupazionale ha tuttavia registrato ancora segnali positivi, pur se di intensità minore rispetto a quanto avvenuto nel 2022 (in forte crescita, però, nei confronti del 2021, un anno condizionato nei primi mesi dalla crisi pandemica).
Dal punto di vista occupazionale, l'anno appena concluso può essere considerato un «anno di consolidamento», forse di passaggio e introduttivo ad un nuovo mercato del lavoro più orientato verso le innovazioni tecnologiche e non solo, che già vedono le imprese lecchesi in prima fila. Innovazioni che saranno orientate anche alle politiche formative e agli strumenti di attuazione delle politiche attive e passive a sostegno del lavoro dipendente e autonomo.
Difficile trovare personale
Come negli ultimi anni, un ostacolo all’espansione dei posti di lavoro è rappresentato dalle difficoltà che le imprese incontrano nel reperimento di personale con una formazione adeguata alle proprie necessità ed esigenze. I dati rilevati nell’indagine Excelsior (gestita da Unioncamere per conto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) evidenziano nel sistema lecchese un crescente mismatch fra domanda e offerta di lavoro, non solo in termini quantitativi, ma (e forse soprattutto) in quelli qualitativi: livelli formativi, competenze necessarie, affidabilità, cultura del lavoro, ecc. Le imprese lecchesi hanno infatti segnalato nel corso dell’ultimo anno crescenti difficoltà di reperimento di personale: difficoltà che nel 2023 si sono presentate per più di una figura su due (53%, il 47% lo scorso anno), con un ampio ventaglio di figure professionali interessate, con una accentuazione per i tecnici e gli operai specializzati (in oltre 7 casi su 10). Le difficoltà di reperimento - secondo le imprese - hanno solo in parte origine in una formazione non adeguata, ma in misura più evidente nascono da un’offerta ridotta e non sufficiente, in altri termini da una mancanza di personale disponibile.
Occupazione e disoccupazione
L’evoluzione dello scenario occupazionale che si è andato delineando nel corso del 2023 evidenzia nuovamente un segno positivo, sia con riferimento al numero di occupati (che sono aumentati in valori assoluti di 2.100 unità), sia per il livello del tasso di occupazione salito al 68,0% (era al 67,1 nel 2022): un aumento presente sia nel segmento maschile (dal 74,4 al 76,0%) che in quello femminile (dal 59,6 al 59,9%). Un discreto aumento (anche se inferiore all’anno precedente) ancora ascrivibile al settore manifatturiero, che con una crescita intorno alle 2.300 unità, compensa il in minor numero di occupati nel settore agricolo, nelle costruzioni e in quello commerciale (in aumento invece gli occupati negli altri comparti del terziario, +1.100 unità). Dopo la forte contrazione della disoccupazione, registrata nel 2022, il numero di persone in «cerca di occupazione», nel 2023, si è leggermente ampliato da 4.100 unità a 4.500, con un aumento più consistente per la componente femminile (+300) rispetto a quella maschile (+100). Un aumento che ha modificato, marginalmente, il valore del tasso di disoccupazione, che sale dal 2,9 al 3,0%. Un livello di disoccupazione che posiziona la provincia lecchese al 5° posto nel ranking delle province italiane, con una perdita di due posizioni nel confronto con il 2022. Per il sistema Lecco un dato positivo, considerando l’aumento della popolazione attiva che interrompe un trend negativo in atto da un triennio.
In aumento il tasso di natalità delle imprese
Sul territorio lecchese, a fine anno 2023, il numero di imprese attive - secondo i dati della Camera di Commercio di Como-Lecco - conferma la stabilità del sistema imprenditoriale locale, dove sono presenti realtà produttive di rilevanza nazionale e internazionale, fortemente orientate all’innovazione. In provincia, nel corso del 2023, la nascita di nuove imprese (con un tasso di natalità pari al 6,1%) è stata superiore all’insieme delle imprese che hanno cessato l’attività (con un tasso di mortalità pari al 5,6%).
Le dinamiche relative ai livelli occupazionali e ai posti di lavoro trovano parziale conferma nei flussi che caratterizzano il mercato del lavoro. Dopo il forte aumento registrato lo scorso anno (+9%), nel 2023 i movimenti in entrata (avviamenti) sono risultati ancora in aumento (+1,4%), anche se in termini più contenuti. A seguito di una leggera flessione delle interruzioni dei rapporti di lavoro, il saldo annuale 2023 registra un valore positivo (+1.700 unità), superiore però a quello registrato lo scorso anno (+800 unità).
Mercato del lavoro a Lecco: più posti di lavoro nel turismo, fermo il manifatturiero
Dopo il deciso incremento dei posti di lavoro nel settore manifatturiero verificatosi nel 2022, nell’ultimo anno sono i servizi a generarne di nuovi (circa 1.500 in complesso, con variazioni più significative nel turismo e in alcuni comparti del terziario avanzato). Il settore manifatturiero - che si conferma trainante per l’economia lecchese, con quasi il 35% dei posti di lavoro complessivi - registra solo una marginale crescita. Posti di lavoro in recupero nel settore edile, nel segmento delle libere professioni e dei lavoratori autonomi (partite IVA). Minori occasioni di lavoro nelle attività di lavoro domestico e di cura delle persone e nel settore agricolo. Il settore non profit limita la perdita di posti di lavoro, mentre rimane stabile il personale nel pubblico impiego. In espansione, come nello scorso anno, i posti di lavoro femminili nelle imprese del territorio (+1,1%): nel 2023, i posti di lavoro sono rimasti tuttavia ancora al di sotto dell'offerta di lavoro (cioè la popolazione attiva), con una quota non marginale di donne occupate in imprese o istituzioni enti al di fuori della provincia (8-8.500 unità). L’aumento della popolazione occupata residente in provincia - nonostante la maggior presenza di posti di lavoro sul territorio – ha ulteriormente ampliato il segmento dei lavoratori lecchesi con un impiego al di fuori della provincia di Lecco (oltre 37mila persone inserite nel sistema privato). Va peraltro rilevato un corrispondente incremento dei lavoratori residenti fuori provincia con un impiego nelle imprese lecchesi: il saldo (fra uscite meno entrate) che nel 2016 era pari a 8.300 unità è solo minimamente aumentato nel 2022, a 8.500 unità).
La Cassa integrazione
Il rallentamento della produzione in alcuni comparti, a seguito di una minore domanda estera e delle relative esportazioni, ha moderatamente accresciuto il ricorso alla Cassa Integrazione: nel corso del 2023 le ore autorizzate di CIG sono salite intorno a quota 2,8 milioni (erano 2,3 milioni nel 2022). La “trasformazione” delle ore autorizzate in termini di lavoratori a tempo pieno equivale a circa 1.700 unità, un insieme che rappresenta circa l’1,3% dei lavoratori alle dipendenze. Registrano invece un aumento più sostenuto i soggetti beneficiari della NASpI (da 6 a 7mila unità); marginale, di contro, la crescita delle domande di reddito di cittadinanza: nel 2023 poco più di 300, rispetto al migliaio circa registrato nell’anno precedente.
"Il basso tasso di disoccupazione della nostra provincia non deve farci dimenticare che esiste una fascia di popolazione che fatica a entrare e rimanere nel mercato del lavoro: si tratta di persone caratterizzate da un basso tasso di occupabilità, spesso dovuto anche alle condizioni personali e familiari - ha chiosato il consigliere provinciale Malugani - Contemporaneamente, le imprese del nostro territorio segnalano difficoltà ad assumere personale: addirittura le assunzioni di profili considerati di difficile reperimento sono salite al 53% (dal 47%) del totale degli inserimenti effettuati dai datori di lavoro, con una drammatica carenza di tecnici e operai specializzati. Come abbiamo visto, le difficoltà di reperimento di personale, soprattutto nella sua componente più qualificata, dipendono in misura sempre maggiore non solo dalla carenza di candidati in possesso delle competenze richieste dalle imprese, ma anche dal ridotto bacino di persone disponibili. Inoltre, c’è un tema di attrattività da parte di alcuni comparti economici, che fanno più fatica di altri a offrire un quadro di opportunità capace di attirare un numero maggiore di persone che ambiscano o siano disponibili a lavorare in quei settori. Dobbiamo riuscire tutti insieme, ciascuno per il proprio ruolo, a creare le condizioni affinché sempre più persone, giovani e adulte, si avvicinino ai settori economici che necessitano maggiormente di personale da assumere, agendo lungo l’intera filiera che unisce l’istruzione, la formazione professionale, l’orientamento e il lavoro".