Lecco Bergamo, Ghezzi: "Non vogliamo mandare allo sfascio l'opera ma nemmeno devastare Calolzio"
Temporaneamente ritirata la proposta di Calolzio Bene Comune
“Dobbiamo fare gli interessi dei cittadini e del Comune di Calolziocorte, ma anche di tutte le 20.000 e più persone che ogni giorno transitano sul nostro territorio”. È tornata ad accendersi la discussione sulla realizzazione della nuova Lecco Bergamo, al centro del Consiglio comunale nella serata di ieri, lunedì 29 aprile 2024, con il dibattito sulla mozione presentata dal gruppo di Opposizione Bene Comune.
Lecco Bergamo, Ghezzi: "Non vogliamo mandare allo sfascio l'opera ma nemmeno devastare Calolzio"
Mozione che, in estrema sintesi, come sottolineato dalla consigliera Anna Bruna Frigerio, chiedeva “l’impegno dell’Amministrazione, e in particolare del sindaco, per farsi portavoce presso gli enti competenti al fine di progettare un tracciato alternativo a quello prescelto che passi a monte della città e il cui sbocco, da via Sassi, venga spostato direttamente a Sala, al Ponte Cantù”. Un progetto che di fatto significherebbe l’unione delle due varianti, “Lavello” e “San Girolamo” in un unico lotto.
Accesa la discussione con l’Assessore alle Opere pubbliche Dario Gandolfi che ha preso la parola ripercorrendo le tappe principali del progetto: “Pur condividendo quanto detto dalla minoranza e fermo restando che la proposta è stata già portata a suo tempo ad Anas, rimane il fatto che abbiamo vissuto trent’anni di “balle” sulla 639, partendo da quella sorta di Pedemontana fino a Caprino e passando per i vari ingegneri e relative proposte. L’ipotesi progettuale è stata avanzata, ma come Comune non abbiamo possibilità di incidere. Quanto alla sensibilità al problema, capisco che questo tipo di variante sarà pesante per il territorio, in modo particolare nella zona della stazione, ma mi chiedo: “se parliamo ai cittadini di Calolzio non politicamente sensibilizzati e che non abitano in quella zona, secondo voi son contenti o no che si faccia? L’80% dirà che finalmente si fa qualcosa”.
“Non ci interessa dove abitano i cittadini, perché non esistono calolziesi di serie a e di serie B - ha replicato per Bene Comune Wilna De Flumeri - Il danno che un cantiere aperto, con tutti i “se” e tutti i “ma” del caso, per anni porterà sul territorio sono immensi. Chiediamo espressamente, anche come cittadini che il sindaco e tutta l’Amministrazione sostengano e si facciano carico delle preoccupazioni di tutti i calolziesi”.
“La vera domanda è se noi l’opera la vogliamo veramente o meno - ha ribattuto Daniele Butti - Se la risposta è si, non possiamo perdere questo treno da 300 milioni che non passerà più. È impensabile rimettere in discussione tutto, perché significherebbe rinunciare completamente all’opera intera. Quello che dobbiamo chiedere tutti uniti è che inizi davvero la progettazione del terzo lotto”.
Dopo un’accesa discussione, la parola è poi passata al sindaco Marco Ghezzi che avanzato la sua personale proposta di un’azione “politica in punta di piedi, per non apparire come quelli che hanno mandato allo sfascio la nuova Lecco Bergamo ma nemmeno come l’Amministrazione che ha devastato Calolziocorte”.
“Propongo - ha spiegato Ghezzi - il ritiro momentaneo di questa mozione, in attesa che la mia richiesta di un incontro con il presidente di Anas venga accettata. In quella sede, in maniera informale, farò in modo di sondare il terreno per un eventuale disponibilità a rimettere in discussione il progetto, senza però perdere i finanziamenti. Ad oggi, ribadisco, che anche secondo lei è di importanza vitale il terzo lotto di questa opera, e proprio in questo senso ho posto come condizione per la realizzazione della Variante San Gerolamo che venga quantomeno progettata anche la parte di collegamento fino a Sala”.
Proposta che, al netto di un breve confronto tra i banchi dell’opposizione, è stata accettata ritirando di fatto la mozione rinviandone a data da destinarsi la ri-discussione.
Luca de Cani