Lecco

Azzardo, in città giro d’affari da 552 milioni di euro

Le slot machine si sono «mangiate» 16 milioni e 627mila 180 euro (oltre a 10,834 milioni online) ma c’è ancora chi si dà all’ippica con un giro d’affari da 11,778 milioni .

Azzardo, in città  giro d’affari da 552 milioni di euro
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552 milioni di euro, anzi ad essere precisi 552 milioni e 99mila 595,25 euro. Questa è la cifra che nel 2022 è stata spesa per il gioco d’azzardo in città e provincia. Nel solo Comune di Lecco sono stati «bruciati» 102 milioni 929mila 347,76 euro. Sono i dati forniti dalla Caritas Ambrosiana presieduta da Luciano Gualzetti.

Azzardo, in città giro d’affari da 552 milioni di euro

Inoltre emerge che i lecchesi prediligono in assoluto i giochi di abilità telematici nei quali hanno speso 27 milioni e 855 ila 745 euro. Al secondo posto ci sono le Videolotterie (Vlt) giocate in presenza dove sono stati spesi in un anno 24 milioni e 92.775 euro.
Le slot machine si sono «mangiate» 16 milioni e 627mila 180 euro (oltre a 10,834 milioni online) ma c’è ancora chi si dà all’ippica con un giro d’affari da 11,778 milioni . Fin qui quello che è stato speso. E’ altrettanto vero che le vincite sono state consistenti (sebbene siano state concentrate su un numero ridotto di persone): per quanto riguarda il giocato fisico gli incassi sono stati di 230,373 milioni, per quello telematico 222,281 milioni.

 

«Anche se uno vince ma poi continua a giocare alla fine perde tutto quanto - spiega Gualzetti - Oggi lo Stato e le concessionarie continuano a fare forti pressioni perché vengano eliminate le distanze fra i giochi fisici e, per esempio, le scuole o i luoghi dove ci possono essere le persone più fragili. Dobbiamo smettere di vedere il gioco d’azzardo come un’attività d’impresa e una possibilità per il futuro».

Ecco allora che la Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, che raduna le 35 fondazioni italiane che operano nel settore del contrasto del sovraindebitamento e della prevenzione dell’usura, ha inviato al Parlamento italiano un documento denominato «Richiesta di revisione del Decreto legislativo sui Giochi d'azzardo online».
Il documento è firmato proprio da Gualzetti, presidente della Consulta, ed è stato indirizzato ai presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, oltre che ai presidenti dei gruppi parlamentari. Ricalca i contenuti espressi da rappresentanti della Consulta nel corso dell'audizione tenutasi davanti alla Commissione VI della Camera lo scorso 13 febbraio, riguardante lo schema di decreto legislativo «Disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza», approvato dal Consiglio dei Ministri il 19 dicembre 2023.

Luciano Gualzetti

L’ordine del giorno approvato dal Consiglio direttivo della Consulta esprime in particolare «riserve e critiche sui contenuti del decreto legislativo», oltre che «sul metodo seguito per la definizione del provvedimento». Inoltre indica «analiticamente le parti da correggere integralmente» e fa appello «al Parlamento, al Governo, alle Regioni, ai Comuni e a tutte le persone di buona volontà esercitanti funzione pubblica di rappresentanza o di amministrazione, affinché si provveda a urgente revisione dell’impianto normativo sui giochi d’azzardo online».

«Tra l’altro, la percentuale delle entrate erariali sul gioco d’azzardo è passata dal 24% del 2004 all’8% del 2022 - aggiunge Gualzetti - E ben 10 miliardi sono stati spesi in tema di sicurezza per il contrasto alle infiltrazioni mafiose e per i problemi sanitari che il gioco comporta, dalla dipendenza alla rovina economica. C’è chi si è venduto la casa per continuare a giocare. Per non parlare della spinta a sempre maggiori offerte attraverso per esempio alle lotterie finalizzate all’emergenza dell’Emilia Romagna. Questa tendenza dello Stato sembra proprio che contrasti con la prevenzione e la cura dei più fragili».
Se a Lecco e nel territorio le persone preferiscono ancora recarsi nelle ricevitorie per giocare, globalmente in Italia l’azzardo online ha superato di gran lunga quello fisico: sono stati spesi 80 miliardi online e 43 nei botteghini.

«E nel caso degli online anche i minori possono aggirare il sistema - prosegue Gualzetti - E’ scandaloso che da un recente studio è risultato che il 30% degli studenti ha detto di aver giocato online almeno una volta all’anno. Il dato quantitativo è assolutamente preoccupante: a livello nazionale si è passati dai 111 miliardi nel 2021, ai 136 del 2022 per arrivare ai 149 dello scorso anno. L’articolo 32 della Costituzione sancisce il diritto fondamentale alla salute e questa dovrebbe essere la prima preoccupazione dello Stato. Le attività erariali vengono dopo».

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