Anniversario

Riccardo Cassin: il 6 agosto 2009 il mostro sacro dell'alpinismo moriva nella sua casa dei Resinelli

A 14 anni di distanza dalla sua scomparsa il suo ricordo resta sempre vivo, indelebile, come scolpito in quelle rocce che lui amava scalare.

Riccardo Cassin: il 6 agosto 2009 il mostro sacro dell'alpinismo moriva nella sua casa dei Resinelli
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Ricorre oggi, 6 agosto 2023, il 14esimo anniversario della scomparsa di un mostro sacro dell'alpinismo lecchese e mondiale. L'agosto del 2009  si spegneva  all'ombra della sua amata Grigna, nella casa dei Piani Resinelli, Riccardo Cassin, un mito delle vette  capace di imprese che hanno fatto la storia. In gennaio di quell'anno aveva compiuto 100 anni.

Riccardo Cassin: il 6 agosto 2009 il mostro sacro dell'alpinismo moriva nella sua casa dei Resinelli

Impossibile racchiudere in poche righe quanto da lui compiuto e quanTo Lecco sia in debito con quel piccolo grande uomo che ha portato il nome della nostra città nel mondo.

 

Era nato a Savorgnano di San Vito al Tagliamento, nel 1909, ma aveva scelto Lecco come casa. In città ci era giunto per lavoro e le montagne lecchesi, Grigna e Resegone, lo avevano stregato.

Sposato con Irma Ceroni, classe 1912, compagna di vita nei 64 anni passati insieme, sino alla sua scomparsa, avvenuta il 10 aprile 2004, Cassin ha avuto tre figli  Valentino, classe 1940, Pier Antonio “Tono”, classe 1942 e Guido “Lillo”, classe 1946.

Riccardo Cassin,  membro del  Gruppo Ragni della Grignetta, onorario del Club Alpino Accademico Internazionale, del Groupe Haute Montaigne e dei club alpini di Italia, Stati Uniti, Spagna, Svizzera e Francia, ha scritto pagine  epiche di storia dell'alpinismo:  2500 scalate con 100 prime assolute, medaglia d’oro al valore atletico, Cavaliere della Repubblica, decorato con la croce al valore militare.

Incredibili le sue imprese, dalla Ovest di Lavaredo alla Torre Trieste, dal Pizzo Badile alla Punta Walker alle Grandes Jorasses, fino allo Sperone Sud del McKinley, vinto all’età di 52 anni, quando l’alpinismo non aveva certo la visibilità odierna. A 78 anni ha ripetuto due volte in una settimana l'ascensione al Pizzo Badile nel 50° anniversario. Nel 1997 si è recato in Patagonia per inaugurare un rifugio intitolato all'amico Carlo Mauri.

A 14 anni di distanza dalla sua scomparsa il suo ricordo resta sempre vivo, indelebile, come scolpito in quelle rocce che lui amava scalare.

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