Approdo finale in piazza Cermenati: "Chiediamo che si fermi subito la carneficina e la distruzione"
I discorsi del sindaco Mauro Gattinoni, della Presidente del Comitato lecchese per la Pace e la cooperazione, dei popoli, di don Marco Tenderini
E' infine approdata in piazza Cermenati a Lecco, dopo 10 km di percorso, la marcia per la Pace e contro tutte le guerre partita attorno alle 15 da Olginate.
Approdo finale in piazza Cermenati a Lecco
E nel cuore di Lecco che i manifestanti si sono idealmente abbracciati, riunendo nella piazza Cermenati affacciata sul lago persone, bandiere, striscioni. Non è mancata la musica, corale.
L'appello: "Chiediamo che si fermi subito la carneficina e la distruzione"
In piazza Cermenati, il momento dei discorsi. I primi a prendere la parola sono stati due partecipanti, uomo e donna.
Ci siamo ritrovati, camminando tra i ponti del Lecchese, per rafforzare in noi e per confermare pubblicamente quel valore a cui ogni persona devi aspirare: la pace.
Per pace non intendiamo la semplice assenza di guerra, ma l'atteggiamento democratico e solidale che vede nell'altro il portatore delle stesse aspirazioni, degli stessi desideri, degli stessi diritti, degli stessi doveri.
Siamo sicuri che sarebbe sufficiente concepire e praticare la virtù della reciprocità per rivoluzionare la vita su questo pianeta.
Le divergenze personali, di coppia, di gruppi, di partiti, di etnie, di religioni, di nazioni possono devono essere risolte con la non violenza, con la virtù della parola, che viene dalla ragione e dal cuore e predispone al dialogo.
Conosciamo al contrario la realtà attuale del mondo, dove sono in atto numerosissimi dimenticati conflitti, causati da interessi economici e di potere di una piccola minoranza, che raggira e usa le persone, spesso inconsapevoli, le manda al massacro, per ammazzare ed essere ammazzati.
Oggi vogliamo essere testimoni di un rinnovato appello alla Pace, spinti dal orrore per la violenza ingiustificabile che si sta verificando proprio nel cuore dell'Europa, in Ucraina.
Al profondo di noi stessi, con ogni nostra energia, chiediamo che si fermi subito la carneficina e la distruzione.
Chiediamo che i nostri rappresentanti politici religiosi, di tutte le istituzioni pubbliche e private, si mobilitino, con i mezzi diplomatici ed economici necessari, evitando un inutile riarmo per far cessare la guerra e ristabilire quel patto civile che l'etimo di pace suggerisce.
Rileggiamo con i nostri giovani del cui futuro siamo responsabili l'articolo 11 della nostra Costituzione. Studiamo con loro un mondo in cui espressioni come libertà, uguaglianza, fraternità non restino parole vuote, ma valori di riferimento per un pensiero universale.
Il Comitato per la Pace e la cooperazione dei popoli
Maria Grazia Caglio, presidente del Comitato lecchese per la pace e la cooperazione tra i popoli, ha preso la parola in piazza Cermenati per spiegare le ragioni della marcia. La prima era stata organizzata quasi vent'anni fa.
Voglio ringraziare tutti i presenti, tutte le persone che hanno reso possibile questa manifestazione, i tanti ragazzi che hanno partecipato attivamente sin dalle prime riunioni, i rappresentanti degli associazioni... Grazie a tutti
Io sono qui a rappresentare il Comitato lecchese per la pace e cooperazione tra i popoli. Il Comitato raccoglie al suo interno alcuni Comuni e associazioni della provincia di Lecco. Non potevamo stare fermi e non cogliere l'esigenza di molti di fare qualcosa, di farci sentire in questo tragico momento. Qualcuno dirà che queste manifestazioni non servono, ma io non ci credo, perché è importante far sentire la propria voce, farci vedere, guardarci negli occhi.
Mi piace ricordare come il Comitato crei ponti tra nord e sud del mondo con le azioni concrete che porta avanti da ormai più di dieci anni, perché costruire ponti ci permette di conoscerci l'un l'altro ed abbattere le barriere. Il ponte rappresenta il dialogo, attraversare i ponti il tema di questa marcia.
La prima marcia della Pace nel nostro territorio fu organizzata nel 2003. Anche in quell'occasione in molti si ritrovarono a marciare per la Pace, contro una guerra in atto.
Oggi, ci ritroviamo nella stessa situazione: abbiamo una guerra in Europa che ogni giorno di più sta prendendo dimensioni terribili e della quale non si intuisce la fine.
Dal 24 febbraio, la guerra in Ucraina avanza facendo strage di vite innocenti.
Ogni giorno che passa, lo scontro s'innalza e la guerra diventa più disumana e cieca, distruggendo ogni residuo spazio di pace.
Il Comitato lecchese per la Pace e la cooperazione, in collaborazione con la Tavola della Pace, ha pensato che è venuto il momento di riprendere un evento che negli anni era andato esaurendosi.
Con questa marcia vogliamo dimostrare la nostra solidarietà al popolo ucraino e a tutte le vittime di tutte le guerre dimenticate, al popolo russo che si oppone alla guerra, a tutti i bambini e le bambine, alle donne agli uomini di ogni età che stanno pagando le dure conseguenze della guerra.
Con questa marcia vogliamo dire che noi non vogliamo rassegnarci alla guerra e alla corsa riarmo. Dobbiamo fermare la circolazione dell'odio e dell'inimicizia e diffondere una cultura di Pace.
La Pace e la madre di tutti i diritti, il più importante di questi è il diritto alla vita.
Con questa marcia vogliamo ribadire che chi ama la Pace, come recita l'articolo 11 della Costituzione italiana, "ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Con questa marcia vogliamo rimettere al centro i giovani perché sono il nostro futuro, e promuovere l'educazione alla Giustizia, alla Pace e alla cittadinanza attiva. Vogliamo e crediamo che questo momento sia solo l'inizio di un percorso che deve vederli coinvolti! Perché crediamo che difendere e promuovere la Pace sia il principio fondante di una società democratica.
In questa marcia chiediamo a gran voce all'Italia e all'Europa di lavorare per il rilancio del dialogo politico e della cooperazione, perché solo così sarà possibile difendere i diritti umani e affrontare efficacemente le tante crisi che incombono.
Con questa marcia vogliamo dire a gran voce "mai più guerra!".
Questo è il tempo di dichiarare la pace e non la guerra!
Don Marco Tenderini: "Non è erigendo muri o barriere che si costruisce la Pace"
In piazza Cermenati anche Don Marco Tenderini, responsabile della Caritas e cappellano delle carceri di Pescarenico:
Oggi, noi, gente amante della Pace, dopo aver marciato per le strade dei nostri paesi e della nostra città, per dare voce alla Pace, consapevoli che non è erigendo muri o barriere che si costruisce la Pace (i muri della guerra e degli armamenti, della violenza e della forza, della ritorsione e della vendetta, dei respingimenti e dei confini).
Diciamo no:
- alla brutale aggressione della Russia di Putin all'Ucraina
- al neoimperialismo russo, ma anche a quello americano e a tutti gli imperialismi i nazionalismi
- agli attacchi dell'Ucraina contro il Donbass
- a tutte le guerre, compresi i tanti, troppi conflitti dimenticati
- alla riduzione e all'annullamento degli spazi di democrazia e di dissenso, causato dalla logica della guerra, che dà fiato solo alla propaganda
- all'uso strumentale della religione per giustificare guerre i terrorismi
- all'invio di armi da Italia i paesi Ue perché allontana la pace ed avvicina pericolosamente una possibile guerra mondiale
- all'espansione della Nato nell'est Europa, auspicando il suo scioglimento
- all'aumento delle spese militari voluto da vari governi europei, Italia compresa, rifiutato dalla maggioranza della popolazione italiana e definito da Papa Francesco una "pazzia"
- alla presenza sul nostro territorio nazionale di bombe atomiche, di droni armati ed dei costosissimi F35 predisposti per la guerra nucleare
Noi, gente amante della pace, dopo aver attraversato e unito punti in un'ideale, ma concreto e fraterno abbraccio (i ponti del dialogo e del negoziato, del rispetto e della tolleranza, dei diritti umani e della "convivialità delle differenze")
Diciamo sì
- a un immediato "cessate il fuoco" in Ucraina e al ritiro delle truppe
- ad aiuti, accoglienza e protezione per la popolazione ucraina e per i profughi di tutte le guerre, perché non ci sono profughi di serie A e profughi di serie B, così come non ci sono guerre vere e guerre fittizie
- al coraggio e al sostegno di cittadine e cittadini russi che si oppongono alla guerra, anche con l'obiezione di coscienza, sfidando un regime autoritario
- alla religione di Papa Francesco e al messaggio della sua enciclica "Fratelli tutti"
- a una Ucraina multietnica, neutrale e senza basi straniere nel suo territorio
- a un ruolo di primo piano di Ue e ONU nei negoziati tra Zelensky e Putin
- a una riforma del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e all'abolizione del diritto di veto
- all'adesione dell'Italia al trattato Onu del 2017 che proibisce le armi nucleari
- all'efficacia della strada dimostrata nella storia dei tanti esempi di disarmo, di difesa popolare non armata in un violenta e dei corpi civili di pace
- alla costruzione di Pace e giustizia anche con i nostri comportamenti e con le relazioni tra noi e con l'ambiente, sempre vittima della guerra al pari degli esseri umani
Oggi noi gente amante della pace vogliamo dichiarare pubblicamente di voler costruire ponti e non muri e ci impegniamo ad essere artigiani di quella pace che sola può garantire un futuro alla nostra umanità!
Il sindaco Gattinoni in piazza Cermenati: "Diciamo no alla guerra perché siamo umani"
Il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni ha fatto gli onori di casa in piazza Cermenati, parlando a nome dei sindaci del Lecchese che hanno partecipato alla marcia:
Grazie alle associazioni che hanno organizzato questa marcia della pace.
Per il Comune di Lecco è un onore potervi ospitare tutti in questa piazza. Prendo la parola a nome dei sindaci che hanno marciato, che saluto, con cui condividiamo spesso progetti di sviluppo di questo territorio, ma con alcuni dei quali non mancano certo, su altri tavoli, motivi di confronto o di disaccordo.
Ma oggi tutti i sindaci del Lecchese, insieme a tutte le comunità che rappresentiamo, siamo qui uniti per dire un chiaro "no alla guerra".
In questo preciso momento storico stiamo compiendo un atto di dignità, di impegno esplicito, civile per la pace, di difesa di principi e affermazione di valori e anche, scusate se poco, di semplice e vera umanità.
Perché se abbiamo rispetto dell'uomo, se abbiamo rispetto della vita, se la storia ci ha insegnato un senso di civiltà, allora possiamo e dobbiamo dire "no alla guerra".
Quello che sta accadendo oggi in Ucraina, stato libero e democratico invaso militarmente dalla Russia, è un avvenimento che non pensavamo potesse ancora accadere oggi, ancora accadere in Europa, ma sta accadendo davvero, il 24 febbraio!
Perché, guardate, la guerra è il male assoluto. Cosa esiste di peggio che uomini che si organizzano per uccidere altri uomini!
Oggi non possiamo non sapere cosa è la guerra!
Lo vediamo ogni giorno in tv, su internet, sui social.
Siamo informati.
Dunque sappiamo che guerra è il peggio dell'umanità.
Guerra e il disumano.
Guerra è bombe, distruzione di scuole, ospedali, case, strade, fabbriche. Esplosioni, crolli. Morte, fame, povertà, freddo, pianto, dolore, disperazione
e morte. Rapimenti, fughe, stupri, torture, fosse comuni, morte. Famiglie spezzate, sfollati, traumi irreversibili, bambini morti. Menzogna, propaganda, ideologia, affari costruiti e difesi anche a costo della morte.
Ecco perché siamo contro la guerra!
Perché siamo umani!
Ecco perché è in questo preciso momento storico siamo dalla parte della pace, ma sappiamo anche che la pace va costruita, conquistata, spesso ad un prezzo altissimo.
E proprio oggi dobbiamo fidarci dell'Europa, della nostra Europa, edificata sulle macerie della Seconda guerra mondiale, di questa Europa che oggi sta imparando, per la prima volta nella storia, ad essere un soggetto unitario, coeso, capace di opporsi in tutti i modi possibili alle atrocità della guerra.
Permettetemi un ringraziamento a tutti voi lecchesi, per la solidarietà e la generosità che avete dimostrato alla chiesa ortodossa in Lecco, donando risorse materiali per chi è vittima della guerra.
L'iniziativa "Lecco ospita l'Ucraina" grazie a voi ha raccolto quasi 300mila euro in donazioni. Nel Lecchese 170 persone in fuga dalla guerra sono state accolte.
Mario Stojanovic