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"Io non vaccinato per motivi di salute sono discriminato come un no vax"

La condizione del lecchese è stata verificata in via definitiva (non provvisoria) da un medico del centro vaccinale Palataurus eppure...

"Io non vaccinato per motivi di salute  sono discriminato come un no vax"
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«Mi sento, anzi sono discriminato come un no vax  e non si capisce perché». Il lecchese M.F (usiamo le semplici iniziali per preservare il diritto di privacy) non ha potuto vaccinarsi per ragioni di salute. Una condizione, la sua, verificata in via definitiva (non provvisoria) da un medico del centro vaccinale Palataurus alla fine di settembre e attestata dalla Certificazione di esenzione alla vaccinazione prevista dal Ministero della Salute. Il documento è solo cartaceo (non esiste la versione digitale) e la sua validità è stata prorogata d’ufficio attraverso successive circolari ministeriali: l’ultima ha allungato il termine di scadenza fino al 31 gennaio 2022 senza necessità di un nuovo rilascio. Tutto bene? Non proprio.

"Io non vaccinato per motivi di salute sono discriminato come un no vax"

L’esenzione attestata su carta non produce un Green pass verificabile attraverso l’app C19. E qui nascono i problemi, molto seri, di M.F.. e degli altri circa 300.000 italiani attualmente esentati dal vaccino per motivi di salute. «Tanti siamo, mi sono informato al riguardo. Tanti, ma forse troppo pochi perché qualcuno si prenda la briga di trovare una soluzione ai nostri disagi ormai quotidiani - dice M.F. - Succede infatti che il documento cartaceo che io esibisco laddove è richiesto il Green pass, che io non ho perché non posso vaccinarmi, non viene riconosciuto e quindi nemmeno accettato. Quando provo a spiegare la mia situazione, mostrando la certificazione, alla quale allego anche la circolare ministeriale che ne ha prorogata la validità, vengo rimbalzato. E’ successo anche nei giorni scorsi dentro un bar. Nessuno è informato, nessuno sa cosa fare, nessuno ritiene di doversi accollare il fastidio di accertarsi dell’autenticità sottoscritta e timbrata di un foglio rilasciato dall’autorità sanitaria.

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Un foglio sul quale è stampato un QrCode che però non viene letto dall’App C19. Ragion per cui io vengo trattato alla stregua di un no vax o di chi ha scelto di non vaccinarsi per altre ragioni sue. Io che il vaccino non posso farlo, e sarei quindi uno di quei soggetti fragili da proteggere, alla fine vengo discriminato».
Certo il Green pass di base M.F. potrebbe procurarselo facendo un tampone, ma perché essere costretto a pagare per una condizione che non si è certo scelto? «Quando sono stato rimbalzato da quel bar sono stato tentato di chiamare i Carabinieri per far valere le mie ragioni. E’ prevalso il buon senso, anche se la rabbia è tanta. Ma prima o poi lo farò, sollevando un vespaio, facendo causa per danni morali» minaccia esasperato il lecchese.

Sul posto di lavoro non ha avuto problemi: «Ma ho dovuto spiegare io tutto quanto al medico dell’azienda. Nemmeno lui sapeva come funziona il certificato, che la sua validità è stata prorogata più volte. Non c’è informazione al riguardo».
Non si capisce perché l’esenzione non origini automaticamente un Green pass, così come accade quando uno si vaccina, che risolverebbe in pratica il problema. «Eppure il certificato mi è stato rilasciato da un medico al centro vaccinale Palataurus, nello stesso posto dove la gente si vaccina e ottiene il suo Green pass. Non vedo quale difficoltà burocratica o tecnica possa esserci per quelli come me».

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