"Amarilli, ti hanno uccisa due volte": condannato a 8 mesi il suo investitore
La mamma Rita Scola: "Il mio cuore si è fermato alla notte di Natale del 2017 quando ce l’hanno portata via"
"Ciao Amarilli, ti hanno uccisa due volte. Perdonaci". Sono parole amare quelle che Rita Scola, la mamma di Amarilli Elena Corti, uccisa a 22 anni mentre tornava a casa in bicicletta, la notte di Natale del 2017, non smette di ripetere. Troppa è l’amarezza per lei, ex dipendente del Comune di Calolzio fino al 2018, anno della pensione. L’incidente era avvenuto a Bergamo (dove la famiglia abita dal 2011), in via Tre Armi, la strada che scende dalla città Alta.
"Amarilli, ti hanno uccisa due volte": condannato a 8 mesi il suo investitore
La scorsa settimana scorso si è celebrato a Bergamo il processo con rito abbreviato ed è giunta la sentenza di condanna dell’uomo che ha investito la giovane: una condanna a otto mesi (sospesi), otto mesi di ritiro della patente più il risarcimento dei danni che in parte sono stati anticipati dall’assicurazione. Ora si attendono le motivazioni che arriveranno entro 90 giorni. "Una volta letta la sentenza - spiega il legale della famiglia, l’avvocato Guido Camera del foro di Milano - valuteremo se presentare ricorso in Appello poiché il giudice ha stabilito il concorso di colpa".
La perizia ha accertato che mentre Amarilli scendeva ad una velocità di 42 km orari, l’auto dell’investitore saliva a 48 km orari. "In base a quanto affermato il perito - aggiunge il legale - su quel tratto, cioè a partire dall’incrocio, il limite sarebbe di 50 km, ma secondo noi è di 30 cioè la velocità indicata dal cartello all’inizio della via. La sentenza ha comunque riconosciuto la responsabilità dell’imputato".
"Quella sera mia figlia tornava dal lavoro"
Ma per la famiglia di Amarilli - che continua ad essere legatissima a Calolzio - la sentenza è stata un duro colpo. "Non è per la condanna solo a otto mesi - ci ha spiegato la mamma della giovane - Non è mia intenzione rovinare la vita a chi ha ucciso mia figlia. Sulle strade viaggiamo tutti. Ma mi feriscono il concorso di colpa e la sospensione della patente per soli 8 mesi. Quella sera mia figlia tornava dal lavoro, aveva fatto la baby sitter per due bambini figli di un ristoratore. Le avevo chiesto se voleva che l’accompagnassi, ma ha risposto che non era il caso. Quando ho visto che non tornava ho cominciato a mandare messaggi, a chiamarla era strano, lei rispondeva sempre... poi la telefonata e il nostro mondo è andato in pezzi. La perizia dice che mia figlia scendeva in bici da quella strada a 42 km orari, l’avvocato della difesa l’ha paragonata ad una ciclista professionista. Ma io la conoscevo bene e so che lei aveva il terrore della velocità".
Amarilli era una giovane estroversa, un’artista divisa tra flauto, canto e corsi di teatro. Circondata da tanti amici, amava moltissimo il suo cagnolino Pinky. "A marzo se n’è andato anche Pinky, abbiamo perso un altro pezzo di lei. Che vuole che le dica? Mi sembra di non averli mai vissuti questi quattro anni, il mio cuore è fermo alla notte di Natale del 2017, quella notte in cui Amarilli ci è stata portata via".
Per ricordare Amarilli la famiglia ha ideato una borsa di studio per artisti. Nel pomeriggio del 19 dicembre al teatro Erbamil di Ponteranica si terranno dei mercatini per la raccolta fondi.