Solidarietà

La lecchese Giulia Rota parte con Medici con l’Africa Cuamm

Andrà andrà a Bangui, in Repubblica Centrafricana, come logista, per la sua prima esperienza nel continente africano.

La lecchese Giulia Rota parte con Medici con l’Africa Cuamm
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La lecchese Giulia Rotagiovedì 25 novembre lascerà l’Italia per andare a Bangui, in Repubblica Centrafricana, dove per 7 mesi lavorerà come logista nei progetti di Medici con l’Africa Cuamm.

La lecchese Giulia Rota parte con Medici con l’Africa Cuamm

All’inizio non pensavo che le mie competenze da logista potessero servire nella cooperazione – spiega Giulia Rota -. E onestamente l’idea di confrontarmi con un contesto instabile come la Repubblica Centrafricana mi crea un po' di preoccupazione, ma il desiderio di partire e poter fare il mio lavoro supera ogni paura. Poi so che la logistica, soprattutto in termini di approvvigionamento non sarà semplice, ma spero di poter imparare dai miei colleghi che sono sul campo da più tempo e dall’interculturalità in cui mi troverò immersa». E aggiunge: «Soprattutto dovrò mettermi in ascolto e osservare molto. Sarà necessario anche un buono spirito di adattamento, ma credo ne varrà la pena vista l’importanza del progetto".

In Repubblica Centrafricana, come negli altri sette paesi in cui l’organizzazione è presente, nell’ultimo anno è stato necessario lavorare intensamente per mettere in sicurezza gli ospedali e le comunità contro il Covid-19, che minaccia anche l’Africa e preoccupa per gli effetti secondari che genera. Sempre più persone infatti non vanno in ospedale per il timore di essere contagiate, con il risultato che molte donne rischiano la vita partorendo a casa, o molti bambini non vengono vaccinati contro le malattie più comuni. Per questo per Medici con l’Africa Cuamm è importante continuare a dare continuità ai progetti e fornire assistenza sanitaria a chi ha più bisogno. È possibile sostenere Medici con l’Africa Cuamm con una donazione online su wwww.mediciconlafrica.org

Un vaccino per "Noi"

Davanti a un’emergenza globale, l’unica risposta possibile deve essere globale. L’Africa non può restare esclusa. Vaccinare medici, infermieri e la popolazione africana è un atto di solidarietà e insieme di sicurezza per tutti, anche per noi: solo così riusciremo a interrompere la diffusione del virus e delle sue varianti. Serve un piano vaccinale anti Covid in Africa. Servono più dosi. E queste dosi, poi, devono diventare “vaccinazione vera”.

Per questo Medici con l’Africa Cuamm ha lanciato la campagna “Un vaccino per noi”.

Siamo partiti dagli operatori sanitari e dai gruppi prioritari individuati paese per paese, l’obiettivo ora è portare il vaccino fino all’ultimo miglio, a tutte le persone, in 51 distretti di 6 paesi in cui è presente: Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Uganda, per una popolazione complessiva di circa 5 milioni di abitanti.

Medici con l’Africa Cuamm

Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 8 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con circa 3.000 operatori sia europei che africani; appoggia 23 ospedali, 127 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi).

 

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