Nuovo municipio di Lecco: "Marco d'Oggiono soluzione poco adatta e onerosa. Conviene vendere e cercare altro"
Ieri sera l'attesa Commissione consiliare: l'Amministrazione ha proposto la messa in vendita dell'ex Poli, acquistato dalla precedente Giunta Brivio. Quindi una indagine di mercato per l'acquisto di un immobile più capiente e funzionale. Budget 11 milioni di euro.
Via Marco d'Oggiono si è rivelata "una soluzione logisticamente ed economicamente poco funzionale". La Giunta Gattinoni ritiene più conveniente vendere l'ex Politecnico che la precedente Amministrazione Brivio acquistò nel 2018 per metterci la nuova sede del Comune di Lecco. Dopo il Consiglio comunale del prossimo 2 novembre, primo step che sancirà il cambio dirotta, "si aprirà un’indagine di mercato volta a valutare se in città vi siano immobili con caratteristiche tecniche ed economiche congrue per la nuova sede comunale, ossia con tempi di riqualificazione sostenibili, che possano garantire spazi adeguati per accogliere in un unico stabile tutti gli uffici municipali sparsi oggi in diverse sedi e che possano ricevere dignitosamente i cittadini".
Via Marco d'Oggiono s'ha da vendere
Ieri sera, lunedì 25 ottobre 2021, a Palazzo Bovara si è svolta l'attesa Commissione consiliare nella quale la Giunta Gattinoni ha di fatto ufficializzato quelle che finora erano poco più che indiscrezioni, seppure già oggetto di dichiarazioni e commenti, perplessità, obiezioni e aperto dissenso. A spiegare la "cornice di senso" nella quale è stato maturato con passo veloce il cambio di rotta, sono stati lo stesso sindaco Mauro Gattinoni e l'assessore al Bilancio Roberto Pietrobelli. Marginale, giusto un fugace atto di presenza, l'intervento dell'assessore ai Lavori pubblici, Maria Sacchi.
"Sposiamo la logica di via Marco d'Oggiono ma non la soluzione"
Trasferire in una nuova sede gli uffici comunali è una necessità indifferibile: sia Gattinoni che Pietrobelli hanno ribadito la volontà della nuova Amministrazione (insediata nell'ottobre 2020) di dare corso alla decisione presa dalla Giunta Brivio. Indispensabile e indilazionabile ovviare al deficit strutturale dell'attuale municipio a Palazzo Bovara ("dove abbiamo uffici puntellati"), opportuno riunire in un'unica sede gli uffici oggi sparsi in via Sassi e in altre tre piccole sedi distaccate. "Condivisibile e strategico il proposito espresso dalla passata Amministrazione di ristrutturare uno stabile già esistente, nella logica della rigenerazione urbana" ha aggiunto l'assessore Pietrobelli. Ma la soluzione fin qui perseguita - acquistando l'ex Poli di via Marco d'Oggiono e finanziando la progettazione del primo loto della sua ristrutturazione - "alla luce di un surplus di approfondimenti" è stata riconsiderata e di fatto archiviata.
L'ex Politecnico non è abbastanza capiente
Tre le ragioni che motivano il cambio di rotta. Gattinoni le ha elencate. Anzitutto "la soluzione di via Marco d'Oggiono è parziale, perché gli spazi non soddisfano le necessità operative dei dipendenti e gli standard dei servizi che vogliamo dare ai cittadini". Pietrobelli ha spiegato che il fabbisogno è di 299 postazioni di lavoro, ma che quello simulato nella piantina comprendendo gli arredi (scrivanie, armadi, etc.) è di soli 260, "mentre gli attuali dipendenti solo oltre trecento e nel 2022, quando avremo finito il giro di assunzioni, saranno anche di più". E' emerso inoltre che la contemplata sistemazione di una settantina di posti lavoro nel seminterrato cozza con l'insufficienza di finestre: il rapporto di aerazione minimo, stabilito dal regolamento edilizio, non sarebbe rispettato, per cui occorrerebbe realizzare un impianto di aerazione forzata. "Ci siamo chiesti se i lavoratori ne fossero informati e consenzienti" ha chiosato Pietrobelli.
Il problema oneroso di Palazzo Bovara
Nell'ex Poli non erano peraltro stati previsti gli spazi di rappresentanza degli organismi istituzionali: sala consigliare, sala Giunta, sala assessori, sala consiglieri. L'insufficiente capienza implicava infatti il mantenimento di Palazzo Bovara, attuale sede del municipio, ovvero la sua ristrutturazione con costi aggiuntivi non banali: "Altri 6/8 milioni di euro che si aggiungono ai 19 milioni stimati per l'acquisto e la ristrutturazione complessiva di via Marco d'Oggiono" hanno sottolineato all'unisono Gattinoni e Pietrobelli.
Esplorazione del mercato degli immobili
Ma tolta via Marco d'Oggiono dove si va mentre Palazzo Bovara cade a pezzi? La Giunta Gattinoni intende perlustrare il mercato immobiliare "per trovare una alternativa logisticamente e economicamente congrua". Insomma, l'ipotesi ex Deutsche Bank che vox populi tende a dare per scontata, in punta di diritto (Codice anticorruzione e trasparenza delle pubbliche amministrazioni) non lo è affatto. E in aula ieri sera i consiglieri comunali sono anche stati invitati ad usare maggior correttezza formale (e prudenza) al riguardo, dal momento che la procedura deve essere e sarà pubblica e trasparente, come impone la legge.
Il bando pubblico per le manifestazioni di interesse da parte di possibili venditori resterà aperto 30 giorni e sarà lanciato dopo il Consiglio del prossimo 2 novembre, nel quale si porterà ai voti la preliminare e necessaria variazione di tre strumenti amministrativi: il Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari; il Piano triennale delle opere pubbliche; il Bilancio di previsione. "Andiamo a rimodulare gli interventi nel triennio" ha spiegato Gattinoni. In sintesi: si vende via Marco d'Oggiono per una cifra base di 6,2 milioni di euro; non si vende più Palazzo Sassi (per cui si contava di incamerare 3,5 milioni di euro); si compra "qualcos'altro" per 11 milioni di euro.
Un budget di 11 milioni finanziato con mutui
E' di 11 milioni di euro il budget che l'Amministrazione comunale si è data per realizzare l'acquisto di una nuova sede per gli uffici comunali. La cifra è stata inserita nel Bilancio di previsione triennale. Per cominciare sarà finanziata con mezzi propri e mutui. Si intende rimpiazzare questi ultimi con altre fonti di finanziamento, vale a dire fondi Pnrr e fondi per la rigenerazione urbana appena la loro fruibilità sarà resa più chiara. Ma per contenere e ridurre l'indebitamento a metà dell'anno prossimo sarà disponibile anche un avanzo di amministrazione da reinvestire.
E per i costi di ristrutturazione dell'immobile che si acquisterà? Dipenderà dallo stato in cui versa l'immobile offerto, quindi se ci sarà bisogno di interventi o meno" ha detto Gattinoni.
Bandi i rigenerazione e Pnrr: "Opportunità irripetibili"
L'altro elemento che ha portato a riconsiderare il piano della Giunta Brivio è quello delle fonti di finanziamento. "Rispetto al 2017/18 quando maturò la scelta di via Marco d'Oggiono, sono intercorsi fatti unici e irripetibili nella storia delle Amministrazioni pubbliche" ha detto Gattinoni. Il riferimento è ai bandi per la rigenerazione urbana che hanno reso interessante e appetibile, per i privati ma anche per le Pa, "soluzioni che prima erano solo a costo". Poi ci sono i fondi del Pnrr che "potranno subentrare a copertura di parti significative delle voci a Bilancio, permettendo di variare con compensazioni e scorpori le risorse economiche già previste nel piano triennale delle opere pubbliche" ha precisato il sindaco.
Pietrobelli: "Garantite tutte le altre opere"
Ma questa operazione, che già appare come l'operazione del decennio, andrà a compromettere la realizzazione di altre opere pubbliche strategiche, lungolago, ex Piccola, Villa Manzoni giusto per citare le maggiori? "Garantiamo tutti gli interventi previsti" ha assicurato Pietrobelli. E se non si farà avanti alcun venditore, ovvero non dovesse trovarsi l'auspicata nuova sede per gli uffici comunali della città capoluogo? "Non significa che il trasferimento non si farà, perché una nuova sede è improcrastinabile" ha sentenziato l'assessore.
Giusto per dare una idea dello stato in cui si trova l'attuale municipio, nel cosiddetto Palazzo Bovara, valga la descrizione apocalittica dell'assessore Pietrobelli: "Una struttura altamente energivora, ci costa un milione di euro all'anno mantenerla. La copertura non è efficiente, ci sono infiltrazioni e dispersioni di calore. La stabilità è precaria, l'antisismica è assente. Gli impianti idraulici e termici sono inadeguati. Gli infissi sono da cambiare. Nel seminterrato è segnalata la presenza di Randon, gas radioattivo, molto dannoso per la salute umana."
Palazzo Bovara: un cancro
Un cancro insomma. "La ristrutturazione non sarà semplice, sia nella progettazione che nell'esecuzione perché sul palazzo gravano vincoli della Soprintendenza" ha fatto sapere Roberto Pietrobelli. Metterci mano costerebbe dai 6 agli 8 milioni di euro e si potrebbe farlo solo dopo la fine del 2024, data prospettata per la fine dei lavori di riqualificazione di via Marco d'Oggiono. "Il problema sarebbe quello di dove mettere nel frattempo le 60 persone che ci lavorano, di certo comporterebbe altri costi aggiuntivi".
A Palazzo Bovara l'Amministrazione Gattinoni aveva pensato di organizzare l'Urp, ovvero un servizio di sportelli fisici e on line per la accoglienza e la prima informazione, orientamento e erogazione dei servizi di base ai cittadini. Inutile dire che a Palazzo Bovara si può giusto fare in cortile, in maniera super provvisoria. Ma nemmeno in via Marco d'Oggiono c'è l'open space adatto alla bisogna. Ma forse al piano terra dell'ex Deutsche Bank sì.