Dal dramma sul Resegone alla rinascita grazie all'amore della sua famiglia
Il 23 dicembre il primo segnale di speranza. "Ciao amore" sussurra alla moglie Ramona all'ospedale di Bergamo.
Solo ieri, domenica 31 gennaio 2020 l'ultimo gravissimo incidente sulle montagne lecchesi: un escursionista brianzolo nato nel 1998 è precipitato in Grignetta ed è stato trasportato in codice rosso all'ospedale di Como. Un dramma che lui ben conosce, che ha vissuto sulla sua pelle, che hanno vissuto i suoi cari. Una esperienza terrificante che oggi, ad un anno e due mesi dall'incidente che lo ha costretto in coma per oltre 30 giorni Andrea Grilli, classe 1983 storico membro dei Falchi di Lecco ha deciso di raccontare: dal dramma sul Resegone alla rinascita grazie all'amore della sua famiglia.
Dal dramma sul Resegone alla rinascita
Sabato 30 novembre 2019. Andrea Grilli parte presto, intorno alle ore 6, dalla sua casa di Falghera per un allenamento di corsa al Resegone. Seguendo il Sentiero n.1, raggiunge la vetta intorno alle 8 e incomincia a scendere dal versante bergamasco. Scivola, probabilmente su un tratto ghiacciato, e comincia a cadere. Circa due ore dopo viene ritrovato grazie a un altro escursionista scivolato nella stessa zona. E’ in ipotermia, la sua temperatura corporea è di 24 °C, è privo di coscienza, ha numerose contusioni e fratture, i polmoni collassati, ma è vivo. Viene portato subito in elicottero all'Ospedale di Bergamo nel reparto di terapia intensiva. Pian piano la temperatura viene riportata a 36 °C. Viene monitorato l'edema cerebrale e, con il passare dei giorni, i parametri vitali si stabilizzano. Viene prima ridotta e poi tolta la sedazione, respira autonomamente ma non si sveglia. Ogni giorno però c'è un piccolo e quasi impercettibile progresso.
Il primo segnale di speranza "Ciao amore"
Il 23 dicembre il primo segnale di speranza. "Ciao amore" sussurra alla moglie Ramona all'ospedale di Bergamo. Viene trasportato all'ospedale di Lecco e poi a Villa Beretta, dove resta fino al 23 marzo, per il recupero fisico e mentale.
Del giorno della caduta non ha ricordi
"Solo qualcuno del giorno prima. Mia moglie mi ha fatto leggere una chat. Ero andato sul San Martino a correre e avevo visto dei pitbull, le avevo scritto che a momenti mi azzannavano. Io andavo a correre alla mattina presto prima di andare al lavoro. Sarò partito alle 5.30-6.00, ma di quella giornata non ricordo assolutamente niente"
Nessuna percezione del momento in cui sei scivolato, dunque?
"No. Mi ricordo qualcosa del tragitto perché l’ho fatto molte volte visto che andavo spesso in Erna e sul Resegone a correre e ho in mente la strada. Ma quel giorno è un punto di domanda enorme".
La toccante intervista in un servizio speciale di due pagine sul Giornale di Lecco in edicola dal lunedì 1 febbraio e in versione sfogliabile web per pc, smartphone e tablet