Il regista Garrone al cinema Nuovo Aquilone per la proiezione di "Io capitano"
"Io sono solo un tramite: ho cercato di dare voce a chi non ha voce"
"Ci sono film importanti e film riusciti, pochissime volte c'è un connubio, ma è questo il caso di Io capitano": così il critico cinematografico Gianluca Pisacane nella serata di ieri, lunedì 2 ottobre 2023, ha introdotto la proiezione dell'ultimo capolavoro del regista Matteo Garrone al cinema Nuovo Aquilone di Lecco, con la presenza dei ragazzi di Casa don Guanella.
Il regista Garrone al cinema Nuovo Aquilone per la proiezione di "Io capitano"
"Qui in sala sono presenti alcuni ragazzi che hanno davvero vissuto la traversata: sono loro i veri protagonisti - ha spiegato Garrone, dopo aver ringraziato per la bellissima accoglienza - Io sono solo un tramite: ho cercato di dare voce a chi non ha voce. Noi siamo abituati dai media alle immagini dei barconi, alla conta dei sopravvissuti e dei morti; questo film ci mostra che dietro ai numeri ci sono persone, con una famiglia alle spalle, con i loro sogni e i loro desideri".
"Tanto di ciò che vedremo nel film lo conosciamo già grazie ai media - ha infatti aggiunto don Davide Milani - Ma noi non possiamo vedere il cuore delle persone: i loro sentimenti, i loro sogni e le loro ambizioni".
Un'Odissea moderna e un viaggio di formazione
Garrone ha poi spiegato come il film tratti di un viaggio epico, una sorta di Odissea moderna, e sia anche un film di formazione, perchè racconta la storia di un ragazzo, Seydou, che attraverso questo viaggio arriverà cambiato nel finale.
I protagonisti di questo film sono due ragazzi che il regista ha trovato in Senegal: entrambi avevano una passione per la recitazione e avevano alle spalle studi di teatro o famiglie di attori, ma sognavano di arrivare in Europa. "Hanno percorso un viaggio in parallelo a quello che racconta il film, senza sapere come sarebbe finita la loro storia", ha sottolineato Garrone.
"Tu non sei un intruso, sei un messaggero"
Il regista ha confidato le sue paure, legate soprattutto al fatto di dover entrare in contatto con una cultura che non era la propria: "Avevo paura di non esprimerla abbastanza o di cadere nei soliti stereotipi. Per questo il mio è un film corale: c'erano sempre dei ragazzi davanti al monitor durante le riprese, e io osservavo la loro reazione. Una volta ho confidato ad uno di loro di sentirmi un intruso. E lui mi ha risposto: Tu non sei un intruso, sei un messaggero".
Proprio per conferire maggiore autenticità alla proiezione, il film è stato proiettato in lingua originale.
"Sono felice che questo film venga visto da tanti ragazzi - ha concluso Garrone - Penso che vedere dei loro coetanei affrontare questo viaggio possa sensibilizzarli. Mi auguro che faccia riflettere su questa ingiustizia. Penso anche a come verrà visto in Africa dai giovani, spero possa fare da monito".
Don Davide Milani ha concluso con una dedica a Bubacarr Darboe, il giovane migrante che lo scorso luglio è annegato alla Malpensata: "Vorrei che stasera pensassimo a lui: non si migra solo per scappare dalle guerre, ma anche per costruire dei sogni".
Prima della proiezione, Garrone è stato ospite di Cascina don Guanella di Valmadrera, che l'ha accolto con una cena.