Tommaso Sala, magia a Cinque Cerchi con le Olimpiadi di Pechino
L'intervista al giovane atleta partito da Casatenovo e cresciuto nello sci Club Lecco pronto per volare in Cina
Sei slalom, sei volte al traguardo. Solo due pistoleri del Circo Bianco hanno estratto la colt e abbattuto tutti i paletti per dodici manche consecutive, il fenomeno norvegese Lucas Braathen e un ragazzo che quando aveva 14 anni ha deciso di lasciare Rogorego, frazione di Casatenovo, trasferendosi a Bormio perché voleva svegliarsi al mattino e vedere le montagne. La fiaba del 26enne che ha esordito in Coppa del Mondo nel 2015, ha un lieto fine, visto che fra pochi giorni potrà vedere anche quelle a nord di Pechino, essendo stato convocato per le Olimpiadi (4-20 febbraio). Ed è giusto così, perché quel ragazzo diventato uomo cresciuto nello Sci Club Lecco che ancora è la sua seconda casa sciistica, anche se veste i colori delle Fiamme Oro e che risponde al nome di Tommaso Sala, quest’anno sta sciando come su una nuvola.
Olimpiadi di Pechino: Tommaso Sala, magia a Cinque Cerchi
Al traguardo degli ultimi due Slalom di Coppa del Mondo, Kitzbuehel, il primo sulla sua pista preferita dove ha ottenuto il miglior risultato in carriera cogliendo il sesto posto sotto una fitta nevicata e il secondo a Schladming martedì scorso in notturna, dove si è classificato settimo, sembrava immerso in una bolla di gioia pura. «Sì, è come vincere al lotto», scherza ben sapendo quante carte degli imprevisti regala il Monopoli di questa disciplina quando pensi di poter partire e riuscire a passare dal via.
Eppure Tommy?
«Non c’è trucco, anche gli altri anni andavo forte a tratti ma non riuscivo a mettere insieme i pezzi, a collegare i settori della pista mentre quest’anno ho più continuità nella sciata. Una fiducia che in gara si tramuta in pochi errori e conseguente costanza di risultati. Quando la sciata è solida, in generale i risultati arrivano, ma è solo in teoria perché le variabili sono tantissime. Nelle sei gare di quest’anno il vincitore è sempre stato diverso e sui 18 gradini del podio sono saliti 15 atleti diversi».
Tu l’hai fiorato per 20 centesimi.
«Ma è non sfiga, perché è anche vero che con sei 6 centesimi in più a Schladming da settimo sarei diventato dodicesimo. Alla fine è solo una questione di capacità e bravura, si lotta anche per un centesimo in meno».
Il premio più importante pet Tommaso Sala è arrivato ugualmente: la convocazione per le Olimpiadi.
«Sono la massima espressione per qualsiasi sportivo, la gratificazione di tutto quello che hai fatto a livello professionale. Come se in una azienda a fine anno l’amministratore delegato decide di aggiungerti 2000 euro in busta paga perché hai lavorato bene. Sono un grande stimolo, significa che ho aggiunto un mattoncino in più alla mia crescita».
Il palcoscenico più prestigioso come lo approcci?
«Mettendomi in gioco al 100% anche se già lo faccio ogni giorno. Ma col valore in più di essere presente all’evento più importante del mondo».
L’ultima volta che ci siamo sentiti mi parlavi di magia quando scendi uno slalom: 100 secondi di pura poesia.
Tommaso Sala: «Lo è stato ancora di più quest’anno, perché senza il pubblico vivi una situazione quasi paranormale. Quando tagli il traguardo non sai nemmeno come hai fatto ad arrivare, non ti rendi conto di tutti quei paletti che abbatti. Il corpo si muove quasi da solo in una condizione naturale che di naturale non ha nulla, visto che devi stare in piedi su 8000 dossi e porte che ogni 0,5 secondi ti arrivano in faccia. Ma a furia di farlo diventa l’emozione più bella».
C’era competizione in squadra per assicurarsi quell’ultimo biglietto?
«Sì, ma molto sana, perché siamo una squadra super unita. Ci stimoliamo tanto a vicenda e ci stimiamo tanto. Con Simon (Maurberger, ndr) a fine gara ci siamo abbracciati e mi ha fatto i complimenti, da amico».
Lo Sci Club Lecco si è subito complimentato con Tommaso Sala
«Ho sentito tutti gli allenatori, cosa che faccio peraltro praticamente ogni giorno. Sono come cugini, zii o amici. In generale sono tutti molti rigidi a livello emotivo, ieri sera e stamattina (martedì e mercoledì, ndr) si sono lasciati andare tutti in maniera inaspettata».
Il tuo grazie?
«Decisamente a tutti, se ti faccio l’elenco riempi 25 pagine di giornale. E’ impressionante quello che c’è dietro il lavoro di un singolo atleta. La mia gara è solo l’espressione finale».
I tecnici di Dave Ryding hanno pianto per la prima vittoria in Coppa del Mondo di un britannico.
«Il nostro sport rispecchia la nostra vita, così piena di variabili: la neve, la pista, il clima. Tutto si decide sul filo dei centesimi. Magari con sei in più in Austria non sarei andato alle Olimpiadi e non sarei così felice».
Invece chi ha pianto di recente, sulla spalla di Federica Brignone dopo una brutta gara in SuperG, è la tua compagna di vita, Roberta Melesi di Ballabio.
«Io sono di parte, ma garantisco che ha qualità tecniche assurde, più di me».
Visto com’è andata la stagione, i pronostici in Cina sono apertissimo.
«A maggior ragione sarà un “all in” completo».
Il tuo programma?
«Parte atletica il 4-5-6 febbraio, allenamento sugli sci il 7 e poi il volo a Pechino».
Hai conoscenza della pista?
«Mai stato e non sappiamo niente. Da quelle parti ho sciato solo in Giappone»
Nel settembre del 2018 è scomparso tuo papà: hai un pensiero speciale?
«La mia idea è che è sempre con me, non fisicamente ma a livello emotivo ci sono molti molti riferimenti nella mia vita. Ho impiegato parecchio tempo a superare la sua mancanza, adesso lo sento come una forza in più».
Quando ti hanno comunicato la convocazione?
«La sera dopo la gara verso le 22.30 stavamo cenando e a un certo punto gli allenatori, Costazza, Lorenzi e Teoliè si sono messi a esultare. Ha deciso Roda da Roma, è una vittoria di tutti».
Tommaso Sala è partito da Casatenovo, non proprio la tipica località turistica di montagna. Cosa diresti al ragazzino partito a 14 anni per Bormio?
«Di rifare tutto assolutamente, nella stessa maniera».
E a Pechino potrai dirti soddisfatto se...
«Riuscirò a esprimere me stesso al 100%».