Serie C

Calcio Lecco, un rigore discutibile è l'ago della bilancia: ora serve un'impresa

Il quotato Pordenone vince meritatamente al Rigamonti - Ceppi ma nel finale è polemica per l'episodio che decide la partita

Calcio Lecco, un rigore discutibile è l'ago della bilancia: ora serve un'impresa
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Temporale, gara a rischio rinvio per almeno venti minuti, un rigore parecchio dubbio, polemiche nel finale; tutto questo è Lecco – Pordenone, un «film» dall’amaro finale per i blucelesti di Luciano Foschi, sconfitti a poche battute dal termine. Di Burrai la rete che spiana la strada ai ramarri per la semifinale dei playoff, sebbene per il Lecco i giochi non siano ancora finiti: nella gara di ritorno in programma mercoledì 31 maggio alle 20:30 all’«Omero Tognon» di Fontanafredda i blucelesti dovranno necessariamente vincere con due gol di scarto.

Doppio riflesso di Melgrati

Relegati in panchina gli affaticati Galli e Lakti, il tecnico bluceleste punta su Ilari, a completamento di una mediana arricchita dai polmoni di Girelli e dal cervello di Zuccon; i ramarri rispondono con un telaio collaudato e una potenza offensiva di fuoco che vede in Candellone il proprio terminale. Pordenone a trazione anteriore in avvio, con un corner dalla sinistra a creare grattacapi tra la retroguardia bluceleste ma Melgrati si oppone prontamente alla battuta a botta sicura di Bruscagin. E mentre il diluvio si abbatte impetuoso su Lecco, i neroverdi imbastiscono la seconda, limpida occasione del loro match; il tiro sporco di Pinato incoccia la gamba destra di Battistini e scorre velenoso verso Melgrati, costretto ad un vero e proprio colpo di reni per schiaffeggiare la palla lontano. Sibila il palo pochi istanti più tardi la conclusione a giro di Zammarini, propiziata da una trama di gioco pordenonese d’alta scuola; nel mezzo, l’unica scorribanda bluceleste degna di menzione, un tiro-cross di Giudici che acquista pericolosità per mezzo di una spizzata di un difensore ospite ma è vanificata dalla reattività di Festa.

 La pioggia tiene tutti sulle spine

Ma il terreno del Rigamonti – Ceppi non tarda ad impregnarsi; la pioggia pare incessante, il campo da gioco non drena in maniera corretta e arriva ben presto ad assumere i lineamenti di un vero e proprio acquitrino. Più scorre il cronometro, più il rimbalzo del pallone risulta precario con infauste conseguenze per lo sviluppo di gioco di entrambe le squadre. Prende così forma, al duplice fischio dell’arbitro, l’ipotesi di un’interruzione del match con conseguente slittamento dei secondi 45 minuti al giorno successivo. Ma per giungere all’extrema ratio, occorre un responso negativo dall’ultimo test, quello della verità; è così che il direttore di gara, accompagnato dai capitani delle due compagini, procede lungo tutto il campo munito di un pallone, fatto rimbalzare a più riprese per vagliare la praticabilità del terreno di gioco stesso. Il pubblico del Rigamonti – Ceppi è sulle spine ma il verdetto arbitrale manda tutti in fibrillazione: il pallone rimbalza a sufficienza, si può giocare. Dopo poco più di 25 minuti di intervallo, comincia il secondo tempo.

Agonismo da entrambe le parti

La pioggia è nel frattempo calata d’intensità, quasi a voler cedere il palcoscenico al calcio giocato dopo il velo di incertezza della prima frazione. La squadra di Foschi si ripresenta ai nastri di partenza senza più Ilari, rilevato da Ardizzone. L’equilibrio è la caratteristica madre di una fase iniziale di ripresa senza acuti significativi ma con una discreta dose di agonismo da ambo le parti. Una punizione di Burrai dalla media distanza risulta insidiosa ma Melgrati fa buona guardia. Poco più tardi, è Bianconi a far sussultare i sostenitori locali, con un campanile apparentemente senza pretese ma abbassatosi all’improvviso dinnanzi a Festa, costretto ad un volo plastico per deviare in corner. Il minuto è il 20’ e il Pordenone si propone in avanti impensierendo Melgrati con una sortita offensiva di capitan Burrai, che impegna nuovamente l’estremo difensore lecchese, superlativo nello sventare anche il tap-in di Dubickas. Il Lecco pare in affanno durante questa fase di gara; fisicità e tasso tecnico dei friulani creano i presupposti per una supremazia.

Un episodio discutibile decide la partita

Il Lecco tiene botta e compie ogni sforzo in proprio possesso per non capitolare sotto gli attacchi del Pordenone; l’intensità sembra premiare la formazione di Foschi, che di fatto, passate le paure, sembra riuscire a contenere i temibili neroverdi senza correre rischi particolarmente significativi. Ma nel finale, un match che sembra avere esaurito i propri colpi di scena, si riaccende all’improvviso e il Lecco rimane accecato. È il minuto 86 e un’ingenuità di Zambataro, unita ad un fischio a dir poco discutibile del direttore di gara, costa la partita ai blucelesti; rivolto verso la propria porta, l’italo-etiope si appresta a rinviare la sfera tardando la giocata e viene così sorpreso da Deli che lo anticipa e conquista il più dubbio dei tiri dal dischetto. Dagli undici metri, Burrai batte Melgrati e il Pordenone passa in vantaggio. Nell’immediatezza dell’episodio, il patron bluceleste Paolo Leonardo Di Nunno entra in campo adirato con l’arbitro e il gesto gli costa l’espulsione; titoli di coda su un match dall’amaro sapore di beffa per le aquile, chiamate ora ad una vera e propria impresa.

Il tabellino di Lecco - Pordenone

LECCO – PORDENONE 0-1

RETI: 41’ st rig. Burrai (P).

LECCO (3-5-2): Melgrati; Celjak, Battistini, Bianconi; Giudici (37’ st Zambataro), Ilari (1’ st Ardizzone), Zuccon, Girelli, Lepore (43’ st Bunino); Buso, Pinzauti (28’ st Mangni). A disp. Stucchi, Maffi, Maldini, Enrici, Lakti, Scapuzzi, Tordini, Stanga, Martorelli, Cusumano, Galli. All. Foschi.

PORDENONE (4-3-3): Festa; Andreoni, Bruscagin, Pirrello, Benedetti (44’ st Ingrosso); Torrasi (37’ st Deli), Burrai, Pinato (26’ st Gucher); Zammarini, Candellone (44’ st Piscopo), Dubickas (26’ st Magnachi). A disp. Martinez, Gallo, Giorico, Magnachi, Palombi, Palombi, La Rosa, Biancon, Edera, Ingrosso, Negro. All. Di Carlo.

ARBITRO: Fiero di Pistoia.

AMMONITI: Pinato (P), Bruscagin (P), Pinzauti (L), Festa (P), Benedetti (P).

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