Serie B

Calcio Lecco, parla Foschi alla vigilia di Cittadella: «La squadra è viva»

Il tecnico presenta il match in programma domani alle 16.15: l'esame è di quelli decisivi

Calcio Lecco, parla Foschi alla vigilia di Cittadella:  «La squadra è viva»
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«Fare risultato attraverso la prestazione», il diktat che ha accompagnato i 12 mesi di Luciano Foschi alla guida della Calcio Lecco. Ebbene, nei primi scorci cadetti, le prestazioni in casa bluceleste non sono mancate (eccettuata quella deludente di martedì scorso tra le mura amiche contro la FeralpiSalò), i risultati invece stentano ad arrivare; soltanto un punto in quattro partite, ed il rosso tinteggia il primo «mini-bilancio» stagionale delle Aquile, chiamate, a braccetto con il proprio allenatore, ad invertire la rotta il prima possibile per non perdere terreno sulle concorrenti nella corsa alla salvezza. È con questa consapevolezza, ma anche con lo scoramento post Feralpi non ancora dissoltosi, che l’ambiente di via Don Pozzi si affaccia a Cittadella – Lecco (fischio d’inizio domani alle 16.15); esame ostico per tutti, specie per un Foschi comunque determinato, perlomeno a parole, a dimostrare che la trasferta veneta possa rappresentare il vero punto di partenza dell’avventura cadetta delle Aquile.

Mister, gira voce che stia pensando a cambiare modulo...

«È plausibile pensare a qualcosa di diverso sia negli uomini che nell’atteggiamento; abbiamo lavorato per essere preparati a tutto. Dobbiamo semplicemente pensare a noi e a fare le cose bene, ricercando la prestazione. Rispetto alla partita di martedì mi aspetto una reazione da ogni singolo giocatore, dobbiamo tornare a fare le prestazioni fatte precedentemente e credere fortemente di essere una squadra all’altezza. Al di là di tante chiacchiere, io vedo una squadra che fino ad oggi non è stata messa sotto da nessuno. La prestazione con la Feralpi è stata al di sotto ma non abbiamo preso un’imbarcata, abbiamo perso di misura per due episodi; gli altri hanno avuto due/tre occasioni, noi altrettante, una l’abbiamo fatta, l’altra sbagliata a tempo scaduto. Dobbiamo semplicemente andare avanti a cercare la prestazione migliore e io personalmente devo mettere i giocatori nelle migliori condizioni per fare bene».

La difesa a quattro è una strada percorribile?

«Tutto è possibile nel calcio; l’abbiamo provata, poi diventa più complicato per le caratteristiche dei giocatori ma può essere una soluzione. Se avessimo preso delle imbarcate senza fare mai gol magari avrei già cambiato. La squadra è viva, propone calcio, crea occasioni e concede anche delle opportunità; le concede però più sugli errori dei singoli. A me sembra che la squadra sia viva e presente, in questo momento ci manca magari un pizzico di fortuna per portare a casa un risultato importante che possa darci forza, consapevolezza e coraggio».

Hai parlato con la società?

«Neanche più di tanto, è una cosa che non mi appartiene. L’unica cosa che posso fare è allenare e cercare di fare tutte le cose perché la squadra possa essere pronta; quello che poi fa la società, non è una decisione mia. Sono onesto e sincero, in precedenza mi è capitato di subire degli esoneri nei quali mi rendevo conto che la squadra aveva bisogno di cambiare ma questa situazione non la vedo. I ragazzi sono eccezionali, hanno la massima dedizione, ci seguono a occhi bendati; in tutto quello che fanno mettono impegno, determinazione, sono convinti che prima o poi arriveranno i risultati. Credo che il proprietario di una società, nel momento in cui cambia l’allenatore solo per i risultati, sia un folle. Dal mio punto di vista, io cerco di lavorare sempre con il massimo impegno senza pensare a quello che può succedere; c’è una società, faranno le loro valutazioni in base alle loro intenzioni e alle loro idee».

Situazione spinosa Tordini, rimasto in tribuna contro la FeralpiSalò:

«È passata e va bene così; rimane un giocatore per noi importante, deve capire di esserlo. Nel momento in cui capisce quanto è importante per noi, probabilmente ha più possibilità di giocare ma questo deve capirlo durante la settimana negli allenamenti, nel sacrificio e negli atteggiamenti; è un giocatore che io comunque tengo in grande considerazione».

Può avervi ridimensionati la sconfitta contro la Feralpi?

«Io ho ragionato su una situazione che succede di settimana in settimana: se vado a Modena e trovo una quadra, nella mia testa mi chiedo perché cambiare. Poi, la differenza tra me e tutti gli altri è che io la formazione devo farla prima della partita ed è figlia di quello che succede: non ho pensato al fatto che dopo tre giorni ci sono mancate le gambe. Se con la Feralpi avessi cambiato mezza squadra dopo Modena e avessimo perso, che cosa si sarebbe detto? Se azzecchi la formazione sei bravo, se la sbagli sei uno che non ha capito bene cosa fare. Mi ha fatto piacere il messaggio mandatomi da Vecchi il giorno dopo la partita in cui mi diceva che la differenza tra noi e loro sono tre mesi di lavoro».

Capitolo mediana: come stanno Tenkorang e Sersanti?

«Tenkorang e Sersanti stanno bene; Sersanti ha più un’idea tattica perché ha una scuola diversa da Tenkorang, però se parliamo di gamba sono giocatori che hanno gamba, in questo momento Tenkorang è più giocatore da esterno perché ha meno compiti tattici, ciò non toglie che possa fare l’interno di centrocampo come faceva l’anno scorso in Serie C. Domani non avremo Galli, ci sono tanti giocatori, ma sarà più una partita da seconde palle e di gamba».

 

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