Calcio Lecco: addio Di Nunno, Aniello Aliberti è il nuovo presidente
"Rimarrà in società Angelo Battazza, anche perché lo stadio è stato costruito intorno a lui ed è un mito per i tifosi e anche per mio figlio"
È finita. Dopo un'attesa estenuante, la telenovela “Di Nunno: lasci o raddoppi?” è giunta ai titoli di coda. Lo fa come dopo quei film agrodolci, dove il finale, pur non all'altezza, non compromette la pellicola nel suo complesso. Nella conferenza stampa convocata nella serata di ieri, meracoledì 12 giugno 2024, dal duo Aliberti – Di Nunno, infatti, l'ex proprietario della Calcio Lecco motiva la scelta, spendendo parole dolci verso la piazza bluceleste: «Me ne vado con sofferenza. Vi lascio in mano a un imprenditore di successo, che spero possa farvi raggiungere la Serie A. Auguro tante stagioni calcistiche vincenti; ci vedremo presto».
Calcio Lecco: addio Di Nunno, Aniello Aliberti è il nuovo presidente
Poi però è la volta di Aniello Aliberti, il nuovo frontman del club di via Don Pozzi, in attesa che altre figure arrivino ad affiancare l'imprenditore campano trapiantato a Bergamo, che affronta subito il tema: «Avrò al mio fianco mio fratello Michele, che ha esperienza nel settore calcistico, e un supporto determinante arriverà da mio figlio Francesco, il quale mi ha spinto verso questo passo molto impegnativo. La società, comunque, avrà una governance simile a quella delle altre aziende che compongono il mio gruppo»
. Quadri dirigenziali a parte, il nuovo patron è consapevole delle urgenze prettamente sportive che incombono, sulle quali Aliberti si esprime così: «Durante la trattativa, ero consapevole che saremmo stati in ritardo e che saremmo dovuti partire a spron battuto. La prima cosa da fare è trovare un Direttore Sportivo, una figura che qui al Lecco mancava, e ne abbiamo già sondati alcuni. Stesso discorso vale anche per l'allenatore, ma non escludo la permanenza a Lecco di Malgrati».
Aliberti, proseguendo nella conferenza stampa, illustra anche i propri piani e le proprie aspettative, senza però vendere fumo ai tifosi: «L'ambizione è sicuramente quella di fare un campionato di Serie C dignitoso e, perché no, nella speranza di una promozione. Non è mia abitudine fare promesse, ma non voglio una squadra che galleggi, bensì che sia ambiziosa. Il calcio comunque non è una scienza esatta e alla spesa non corrispondono le vittorie, quindi non andremo al risparmio ma non faremo spese folli. Questo discorso vale anche per le strutture: fosse per me rivoluzionerei tutto, ma ci sono dei vincoli; ho comunque già parlato col Sindaco e abbiamo discusso di alcune idee per rendere più bello e funzionale lo stadio e di come il Comune può partecipare».
Infine, il nuovo proprietario si concede una parentesi più sentimentale, anche per riallacciare il legame con una tifoseria ormai in aperto scontro con la vecchia proprietà: «Come ha già detto Corrado Valsecchi (il consigliere comunale è stato uno dei registi della trattativa, ndr), i tifosi devono dire un grande grazie a Paolo Di Nunno, il quale ha il solo difetto di non saper contare fino a dieci (ride, nda). Rimarrà invece in società Angelo Battazza, anche perché lo stadio è stato costruito intorno a lui ed è un mito per i tifosi e anche per mio figlio. Di Lecco, ad ogni modo, mi ha colpito il trasporto del pubblico. Sono venuto al Rigamonti–Ceppi con la squadra già retrocessa, ma sono rimasto positivamente stupito da curva e tribuna piene. Questo fa capire la passione verso la Calcio Lecco».
Edoardo Moneta