Blucelesti travolti al "Romeo Menti": il Vicenza cala il poker
Boccone amaro per la squadra di Tacchinardi nel primo turno infrasettimanale
Ferrari-Stoppa, i nomi di due attaccanti destinati a popolare i sogni dei giocatori blucelesti per almeno un paio di notti. Protagonisti, i due biancorossi, di quei sei minuti della ripresa che hanno ferito le aquile, sottoponendole ad una punizione probabilmente eccessiva. Ma il Vicenza è, a questo punto non ci sono più dubbi, nettamente più forte del Lecco, uscito dal «Romeo Menti», sul piano del risultato, con le ossa rotte. La prestazione non ha totalmente lasciato a desiderare, perlomeno sul piano dell’atteggiamento: la squadra di Tacchinardi, pur senza mai rendersi realmente pericolosa, si è battuta onorevolmente fino al secondo colpo da KO di Ferrari, che ha di fatto decretato la fine anticipata della gara bluceleste. Occorrerà una reazione nel prossimo match, in calendario sabato 17 settembre alle 17:30 contro la Pro Sesto.
Ferrari, sorpasso alla prima curva
In campo, il Vicenza non tarda a mostrare di che pasta è fatto. I primi applausi del pubblico locale si materializzano dopo centoventi secondi, quando un destro a giro di Greco sorvola l’incrocio dei pali. Il Lecco dà l’idea di voler impostare una gara più che mai pragmatica; pochi tocchi ma efficaci, cercando di innescare negli spazi Doudou Mangni, principale freccia all’arco di Tacchinardi. Ma la potenza di fuoco biancorossa dalla cintola in su costituisce la vera spina nel fianco dei blucelesti e non tarda a manifestarsi: al 9’, Dalmonte amministra un pallone sulla sinistra, per poi pennellarlo sulla testa di Ferrari, che s’incunea tra Battistini e Pecorini, spizzando di testa alle spalle di uno Stucchi non irreprensibile nella circostanza.
Unico pericolo per i padroni di casa generato... da loro stessi.
Il gol subìto a freddo non scuote i blucelesti. Occorre un volo plastico di Stucchi in anticipo sullo stesso Ferrari per scongiurare l’immediato raddoppio. Quando alza il ritmo, il Vicenza mostra di poter fare il bello e il cattivo tempo, contrastato solo flebilmente da un centrocampo bluceleste da elogiare per abnegazione ma in costante sofferenza. Dietro, poi, contenere Stoppa e Ferrari assume ben presto i contorni dell’ardua impresa. È il primo citato a impensierire Stucchi al 25’, con una stoccata che trova l’opposizione del portiere delle aquile, aiutato da Battistini a sbrogliare il pericolo. Chi tenta, seppur con un sussurro, di suonare la carica è Rossi, che elude con una finta l’intervento di Jimenez e calcia a lato da distanza notevole. L’unico, vero, brivido che corre sulle schiene vicentine è determinato proprio da un’amnesia dei padroni di casa, e del portiere Confente in particolare, che manca completamente un pallone toccato di testa da Bellich e regala un corner ai blucelesti.
Blucelesti KO in sei minuti.
L’intraprendenza, dote che aveva in parte contraddistinto le aquile nella seconda metà della prima frazione, non pare scemata, sebbene all’appello manchi costantemente l’ultimo passaggio. Ben presto, tuttavia, la compagine bluceleste è costretta a prendere atto che la giocata finale mancante sia davvero l’ultimo dei problemi. Il Vicenza, quietatosi per una manciata di minuti, si risveglia di botto e a quel punto non ce n’è più per nessuno. Gli interpreti biancorossi si trovano a meraviglia e confezionano il 2-0 facendo leva su imprevedibilità di Stoppa e senso del gol di Ferrari, che riceve dal compagno, prende la mira e la piazza sul palo opposto, battendo Stucchi per la seconda volta. Ma lo show è appena cominciato e una nuova puntata va in onda quattro minuti più tardi, quando un gioiello su punizione di Stoppa fa brillare gli occhi al pubblico locale: il calcio da fermo del numero 27 locale è potente e preciso, imprendibile per Stucchi. Il Vicenza è a questo punto inarrestabile e, sulle ali dell’entusiasmo, confeziona il poker pochi istanti più tardi. L’azione è orchestrata dalla premiata ditta Stoppa-Ferrari e rifinita di giustezza da Greco. Una punizione pesante per i blucelesti, che possono solo ascoltare gli scroscianti applausi dei tifosi accorsi al «Menti» per sostenere i propri beniamini.
«Manita» scampata.
Messa in ghiaccio la partita, i biancorossi giocano sul velluto. Di fronte ad una siffatta supremazia, i blucelesti altro non possono fare che limitare i danni, per quanto possibile. Per riuscire nell’intento, a Tacchinardi non resta che affidarsi all’esperienza di Lepore, che intavola i presupposti per il gol della bandiera in un paio di circostanze, tramutatesi tuttavia in un nulla di fatto. Nel finale, il Vicenza accarezza addirittura l'idea della «manita»: Stucchi si oppone ad una conclusione dalla distanza di Dalmonte, poco dopo sostituito e accompagnato in panchina dai compiaciuti applausi della tifoseria locale. Al 37’, i locali prendono d’infilata la difesa lecchese e Giacomelli, assistito da Oviszach, centra in pieno il palo da ottima posizione. In pieno recupero, ci potrebbe essere gloria anche per Rolfini, ma, il subentrato, scappato alle spalle della retroguardia del Lecco, manca il 5-0. Che il Vicenza fosse qualitativamente superiore, era dato acquisito già nelle ore antecedenti al match ma il divario tecnico tra le compagini è apparso, con ogni evidenza, più ampio del previsto.
Il tabellino di Vicenza - Lecco
VICENZA – LECCO 4-0
RETI: 9’, 15’ st Ferrari (V), 19’ st Stoppa (V), 21’ st Greco (V)
VICENZA (3-5-2): Confente; Ierardi, Padella, Bellich; Valietti, Jimenez (16’ st Zonta), Cataldi (16’ st Cavion), Greco (25’ st Giacomelli), Dalmonte (36’ st Oviszach); Stoppa, Ferrari (25’ st Rolfini). A disp. Brzan, Grandi, Corradi, Pasini, Scarsella, Begić, Cappelletti, Alessio, Sandon, Busatto. All. Baldini.
LECCO (4-4-2): Stucchi; Celjak, Battistini, Pecorini, Rossi; Giudici (27’ st Lepore), Maldonado, Zuccon (13’ st Buso), Zambataro (13’ st Lakti); Mangni (13’ st Scapuzzi), Eusepi (32’ st Longo). A disp. Burigana, Maffi, Maldini, Sangalli, Enrici, Stanga, Pinzauti, Girelli, Lepore, Galli. All. Tacchinardi.
ARBITRO: Luongo di Napoli
AMMONITI: Zuccon (L), Cataldi (V), Ferrari (V), Battistini (L), Ierardi (V)
Foto credit: L.R. Vicenza