l'intervista

Andrea Malgrati dopo l'addio al Lecco: "Sei anni intensi, farò il tifo per loro. Futuro? Mi piacerebbe allenare all'estero"

"Sapevo che un giorno le strade si sarebbe divise, sono alla ricerca di nuove sfide. Cerco un progetto dove c'è organizzazione e si valorizzano i giovani"

Andrea Malgrati dopo l'addio al Lecco: "Sei anni intensi, farò il tifo per loro. Futuro? Mi piacerebbe allenare all'estero"
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La sua seconda pelle è bluceleste, d’altronde sei anni passati a Lecco prima da calciatore (e capitano) e poi da allenatore non si dimenticano facilmente. Per l’aggiunta se costellati da successi che fanno il paio con la storia, con l’indimenticabile promozione in serie B.

Andrea Malgrati si racconta

Andrea Malgrati (foto: Calcio Lecco pagina Fb)

Eppure dal prossimo anno Andrea Malgrati e la Calcio Lecco divideranno le proprie strade. Un addio consumato nei giorni scorsi, inevitabile con il nuovo corso tecnico e dirigenziale impostato dalla nuova proprietà. “Avevo ipotizzato di ritrovarmi in questa situazione – racconta ai microfoni de Il Giornale di Merate il 41enne residente a Casatenovo – Sono stati sei anni intensi, ma anche in cuor mio c’era la voglia di cimentarmi in qualcosa di diverso e di uscire, se vogliamo, dalla zona di comfort”.

Sono giorni di studio e riposo, insieme alla famiglia, in attesa del progetto giusto. “Qualche chiamata è arrivata – confida – anche se il progetto sentivo non fosse giusto per me. Voglio un progetto dove l’organizzazione sia a tutto tondo, dove ognuno fa il proprio lavoro al massimo e soprattutto c’è una grande lente di ingrandimento sul settore giovanile. Non ricerco l’obbligo di vincere immediatamente ma una realtà in cui si possa crescere tutti assieme, certo se poi dovessi ricevere una chiamata per vincere un campionato non mi tirerei indietro. Adesso, dopo che ho staccato un pochino, ho ricominciato a guardare partite: so che è già tardi e probabilmente mi toccherà aspettare e vedere al prossimo giro. Ho intenzione di studiare tanto, sfruttare questo periodo dopo mesi tosti per aggiornarmi e imparare cose nuove. Ho già in programma di andare in alcuni ritiri, dove hai possibilità di cogliere sfumature di lavoro diverse da uno schermo, e andrò anche all’estero: un giorno mi piacerebbe allenare fuori dall’Italia”.

Inseguendo una carriera, quella di allenatore, che Malgrati proprio non voleva cucirsi addosso. Ma di cui forse adesso non può fare a meno. “Ho avuto una carriera mediocre da calciatore, avrei avuto la possibilità di salire in serie B ma sono rimasto nella C1. Ma già a 18 anni ho iniziato subito da capitano a gestire lo spogliatoio, anche i giocatori più grandi. Una volta terminata la mia carriera non mi entusiasmava fare l’allenatore: fu l’allora direttore sportivo Domenico Fracchiolla, con cui ho un rapporto importante e sempre resterà tale, a propormi di fare da vice. Penso che abbiamo fatto qualcosa di buono: ho fatto 25 partite in serie B ottenendo 23 dei 26 punti totali. Quando siamo stati richiamati dopo l’esonero vuol dire che avevamo la fiducia dello spogliatoio, che credevano in noi i ragazzi”.

Anche se non più da dentro, continuerai a seguire il Lecco? “Certo che sì, lo seguivo ancora prima che ci venissi a giocare. Sono nato a Lecco e i colori blucelesti ce li ho nel cuore, sarò sempre un tifoso. Mi aspetto un campionato di livello ancora più alto, ci sarà da lottare ma il Lecco farà la sua parte”.

Michael Tassone

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