ieri sera al politecnico

Due aule gremite per l'incontro con Gratteri e Nicaso su mafie e nuove tecnologie

Dark Web, criptovalute e droghe sintetiche. Alla criminalità organizzata non bastano più broker e commercialisti: ora servono ingegneri informatici

Due aule gremite per l'incontro con Gratteri e Nicaso su mafie e nuove tecnologie
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Si è tenuta nella serata di ieri, sabato 20 aprile 2024, nell'Aula magna del Politecnico (ma un'aula non bastava a contenere tutti i presenti, che sono stati indirizzati in altre due aule - delle quali una piena - al piano di sopra, collegate in diretta streaming) l'incontro sul tema nuove tecnologie e mafie; ospiti Nicola Gratteri, procuratore del tribunale di Napoli, e Antonio Nicaso, docente di Storia delle organizzazioni criminali alla Queen's University di Kingston (Canada), autori del libro "Il grifone. Come la tecnologia sta cambiando il volto della 'ndrangheta"; moderatore dell'incontro il giornalista Gerolamo Fazzini. La conferenza è stata organizzata nell'ambito del corso di formazione etica "Giovani protagonisti - Del mondo digitale", organizzato dalla fondazione Sinderesi in collaborazione con il Comune di Lecco, che ha coinvolto circa 800 studenti delle scuole superiori del territorio.

Due aule gremite per l'incontro con Gratteri e Nicaso su mafie e nuove tecnologie

Gratteri è entrato subito nel vivo dell'argomento, spiegando che, pochi mesi prima di essere trasferito alla Procura di Napoli nel 2023, un'indagine importante nella zona del crotonese portata avanti nei confronti di una famiglia della 'ndrangheta di "serie b", ha svelato che la stessa aveva avuto la capacità di assoldare un hacker tedesco e due hacker rumeni che si erano resi autori di transizioni finanziarie incredibili. E ancora: "Due mesi fa è stata scoperta a Napoli una banca online con 6mila clienti, moltissimi dei quali lombardi, molti laziali e campani, che contava anche due filiali in Lituania e Lettonia, che ha movimentato 3 miliardi e 600 milioni di euro. Una volta entrati nel bunker, sono stati scoperti 600 cellulari modificati che funzionavano come citofoni tra la banca e il cliente. Si trattava di una tecnologia molto sofisticata realizzata in Israele, che costa parecchi milioni di euro: se questo è il futuro delle mafie...".

Ora le mafie hanno bisogno di ingegneri informatici, non bastano broker e commercialisti

Nicaso poi ha sottolineato il focus del libro scritto insieme a Gratteri: "Ragionare sulla punta avanzata delle mafie, su quello che fanno grazie al Dark Web: i mafiosi lì cercano di comprare cocaina e armi. Non sono più scarsamente competenti come li immaginavamo, ma nemmeno laureati ad Harvard o Oxford, tuttavia sono dotati di quelli che sono gli aspetti costitutivi delle mafie: la capacità relazionale e la capacità di adattamento. Commercialisti e broker continuano ad essere importanti per loro, ma adesso hanno bisogno di nuove competenze. Ora usano sistemi di messaggistica istantanea, spesso creati ad hoc; in alcune zone del crotonese, con computer particolarmente potenti, creano la loro criptovaluta: hanno bisogno di ingegneri informatici". Nicaso ha poi ricordato come la mafia si fosse infiltrata anche nel territorio lecchese, non solo nel tessuto economico, ma anche in quello politico, citando l'operazione Wall Street. Il professore ha quindi voluto sfatare quello che ritiene essere un falso mito: "Anche in alcune importanti università, come quella di Milano, si continua ad accreditare l'idea secondo cui le mafie hanno infettato il nord; ma se non ci fosse stato, al nord, un terreno fertile, le mafie avrebbero fatto ben poco".

Il procuratore di Napoli ha evidenziato in seguito come certa pubblica amministrazione stia "gomito a gomito con la mafia": "Noi non abbiamo la tecnologia necessaria per contrastare le mafie; ci vogliono più mezzi, più soldi, ma soprattutto le persone giuste: c'è gente che ha responsabilità ma non sa neanche come si accende un computer".

Allarme droghe sintetiche

E' stato successivamente affrontato il tema delle droghe sintetiche, sul quale è intervenuto il professor Nicaso: "Le droghe sintetiche sono richieste dal mercato: le mafie hanno capito che è possibile sintetizzare la cocaina e la droga cannabinoide. In diversi posti in Europa sono stati scoperti laboratori di cartelli messicani in cui viene sintetizzata droga. Ora, immaginate le mafie che oggi producono tutto in laboratorio: aumenta la tossicità delle sostanze, aumenta la dipendenza, si abbassano i costi e i margini di guadagno diventano enormi. Ogni anno almeno 100mila persone muoiono per overdose a causa del Fentanyl. In Italia spesso quando qualcuno muore per overdose si dice che è morto per droga, senza specificare la sostanza assunta. Inoltre, durante la pandemia sono stati creati dei mercati digitali dove si utilizzavano dei corrieri: una sorta di 'uberizzazione' dello spaccio". Nicaso ha spiegato anche che oggi le mafie stanno investendo in intelligenza artificiale: hanno capito che i megadati sono importanti perchè danno la possibilità di comprendere i settori di interesse e investimento delle persone; "Significa avere un valore straordinario, più dell'oro e del petrolio messi insieme". "Alcuni cartelli messicani - ha proseguito il professore - fanno anche uso di droni dotati di riconoscimento facciale; c'è poi il Metaverso: un luogo in cui è possibile incontrarsi senza uscire di casa".

Cosa possiamo fare noi?

"Cosa possiamo fare noi?", la domanda finale del giornalista Fazzini, a cui ha risposto il procuratore Gratteri: "Possiamo boicottare i negozi di mafia, essere più esigenti quando andiamo a votare (e qui è partito l'applauso del pubblico, ndr), e non votare chi ci dice che assumerà vostro figlio. Dobbiamo finirla con la doppia morale di chi recita l'intransigenza e poi agisce come tutti gli altri; deve esserci coerenza fra ciò che si dice e ciò che si fa; bisogna protestare in modo democratico e non pensare che nulla possa cambiare. Bisogna prendere posizione, impegnarsi nel sociale, occupare strade e piazze e non chiudersi a parlare in un salotto". Infine, un appello agli insegnanti: "Portate i ragazzi nelle comunità terapeutiche a parlare con i tossici: chiedete loro se sono favorevoli alle canne oppure no, come hanno iniziato con la droga, perchè ora sono lì. E' molto più importante questo della Giornata della legalità. Chi vuole la legalizzazione della Cannabis non pensa che prima dei 18 anni i ragazzi la compreranno ancora dalle mafie e anche dopo, invece che spendere più soldi acquistandola in farmacia. Studi universitari dimostrano che un uso sistematico di marihuana porta alla riduzione della corteccia cerebrale e aumenta il rischio di schizofrenia. Anche alcol e sigarette fanno male, direte; sì, ma se bevo un bicchiere di vino non lo faccio per ubriacarmi, mentre se mi fumo una canna lo faccio per sballarmi".

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