Lettere al giornale

La farsa delle Quirinarie

Intervento di Germano Bosisio

La farsa delle Quirinarie
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Lega e Fratelli d'Italia aspettano che Berlusconi dica se ha i numeri...

Silvio, l'impresentabile, tiene in scacco gli “alleati” e forse l'intero modo partitico/parlamentare fino al giorno prima dell'inizio delle elezioni e il suo auto-compiaciuto telefonista intento, durante le interviste tv, a sistematicamente accarezzarsi la sempre più rada capigliatura.

Il “bulletto di Rignano” che sogna di fare l'ago della bilancia.

Conte costretto a riparlare “innaturalmente” con Salvini … e forse con Renzi stesso.

Letta ( sia Enrico che Gianni) che si barcamenano tra attivismo e attendismo.

Il quotatissimo Draghi attanagliato dal dilemma se dare priorità al suo ego arrivistico- istituzionale o al suo impegnativo “servizio governativo”, in una fase peraltro sempre più complicata ed impopolare.

Non si sa se ridere o piangere ma è questo il quadro che sembra emergere dallo scodinzolante “Circo Mediatico” che, tranne rare ed apprezzabili eccezioni, va a nozze con incessanti dietrologie e fantomatiche analisi, più o meno teatrali. Un quadro narrativo che già da troppo tempo sta caratterizzando quelle che sono definite pomposamente le “Quirinarie”.

Poco o nulla a che vedere con la situazione reale di un Paese (ed un Pianeta) prostrato dalla pandemia, dall'aumento delle disuguaglianze, dalla ineludibile “questione climatica” come anche dalle molte altre urgenze strutturali di questo sistema che si dimostra ormai sempre più palesemente malato.

Non che si affermi che non ci sia nessuno della cosiddetta “classe dirigente” che sia mosso da genuino interesse per la Collettività ma l'impressione è che, se non si raggiungono significativi miglioramenti strutturali ( ma addirittura si registrano arretramenti, vedi l'ambito sanitario e quello giudiziario) al “sistema” va bene così. E non è un caso che non poche volte i veri “servitori dello Stato” siano isolati se non addirittura osteggiati. O forse non cambia quasi nulla perché le conseguenze delle scelte ( e spesso non scelte) di questo “gattopardismo del Palazzo” non ricadono mai su coloro che lo alimentano e lo praticano. Vedremo ad esempio cosa realmente succederà con il PNRR che, da come si sta profilando, sembra ricalcare i soliti schemi “mercantili” dietro facciate apparentemente virtuose.

Ma se complessivamente il sistema partitocratico sembra sostanzialmente impaludato e concentrato soprattutto sulle proprie rispettive convenienze, controbilanciamenti e veti incrociati allora è anche la cosiddetta Società Civile che deve, a mio avviso, prendere la parola perlomeno concorrendo all'individuazione di candidature credibili anche rispetto ad un ruolo centrale di salvaguardia democratica.

E' per questo che nel turbinio scomposto prodotto dai “piani alti” dovrebbero trovare posto, più che legittimamente, segnalazioni di persone autorevoli e credibili anche da parte di “non addetti” o non direttamente collegati  alla sfera politico-partitica. Segnalazioni di persone degne, di specchiata moralità e assolutamente disinteressate.

Persone, ad esempio, come Nando Dalla Chiesa che da anni sta svolgendo instancabilmente un  ruolo importante nella lotta alle Mafie, come anche da sempre un percorso coerente di attività limpide di promozione partecipativa della Società civile e con esperienze dirette in vari campi istituzionali e politici. Spesso precursore per le sue denunce ante litteram della penetrazione 'ndranghetista al nord come anche del bullismo nelle scuole. Tutto ciò dimostrando una coerenza etica che lo avevo portato a denunciare in tempi non sospetti, e semmai assai scomodi per lui, certe connivenze e contiguità tra mafia/politica ed istituzioni alla base dell'assassinio di suo padre, altro esempio di senso delle istituzioni che non andrebbe mai relegato a semplice oggetto di retorica e ritualistica celebrazione.

Altro che balletti e quiz a premi sul Toto-Presidente.

E' di persone così o simili che avremmo bisogno per rendere più credibile questo nostro martoriato Paese.

A partire da vertici istituzionali che possano dare speranza, con l'indispensabile concorso di molti altri, in un cambiamento non solo possibile ma assolutamente necessario.

 

Germano Bosisio

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