Bonus beni strumentali: dal 31 dicembre cambiano le regole

Novità all’orizzonte per chi beneficia dei bonus del Piano Transizione 4.0. Dal 31 dicembre le regole per il bonus beni strumentali e bonus per i beni ordinari cambieranno. I professionisti e le imprese hanno quindi poco tempo per decidere se affrettare gli investimenti in modo da approfittare degli incentivi o realizzare nuove iniziative il prossimo anno e ottenere così le agevolazioni in misura ridotta.
Le aliquote agevolate infatti saranno riviste al ribasso con il nuovo anno. Il bonus per i beni strumentali 4.0 sarà riconosciuto in misura ridotta con un taglio del 20%, 10% o 5% a seconda dello scaglione in cui ricade il soggetto beneficiario. Il bonus per i beni ordinari invece dovrebbe essere del tutto cancellato. A meno di proroghe con la nuova legge di bilancio.
Per quanto riguarda il bonus che resterà in vigore, è necessario fare una distinzione tra beni materiali e immateriali. Per entrambi il credito d’imposta erogato con il bonus spetta, ma viene concesso secondo aliquote diverse. In particolare, per i cosiddetti beni materiali 4.0 la Legge n. 232/2016 prevede, in caso di investimenti effettuati nel corso del 2022 o entro il 30 giugno 2023 con prenotazione entro la fine del 2022, le seguenti aliquote per il calcolo del credito di imposta.
- 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
- 20% per investimenti tra i 2,5 e i 10 milioni.
- 10% per investimenti tra i 10 e i 20 milioni.
Per gli investimenti in beni materiali effettuati nel corso del 2023 (senza prenotazione entro il 31 dicembre 2022) il credito d’imposta si riduce nettamente:
- 20% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 10% per investimenti tra i 2,5 e i 10 milioni;
- 5% per investimenti tra i 10 e i 20 milioni.
La quota del 5% per l’ultima categoria di investimenti viene applicata anche per gli investimenti inclusi nel PNRR e diretti alla realizzazione degli obiettivi aziendali relativi al processo di transizione ecologica. Ma in merito è atteso un nuovo decreto ministeriale per individuare gli investimenti che rientrano nell’agevolazione.
Passando invece ai beni immateriali 4.0, anch’essi contemplati dalla Legge n. 232/2016, l’agevolazione del credito di imposta è corrisposta nella misura del 50% fino alla fine del 2022 e per gli investimenti nel cosiddetto termine lungo del 30 giugno 2023 (con prenotazione entro il 31 dicembre 2022). A fronte però di un limite massimo per i costi ammissibili, che non possono andare oltre un milione di euro.
Se l’investimento è effettuato nel 2023 senza usufruire del termine lungo, il credito di imposta è previsto nella misura del 20%.