Variazione dello statuto di Silea, Ambientalmente: "Prima ragioniamo su come trasformare la nostra società partecipata, meglio è"
"Dobbiamo provare a essere il cambiamento, invece di inseguirlo in ritardo".
In merito alle variazioni di statuto di Silea, riteniamo che queste modifiche tocchino essenzialmente tre aspetti: il futuro di Silea in relazione ai servizi che può svolgere, il suo ruolo nell’indirizzare un futuro energetico del territorio e la necessità che Silea si configuri come il luogo principale di sperimentazione - e attuazione - di percorsi di economia circolare nel lecchese, inclusa la questione della gestione delle tariffe rifiuti.
Per quanto riguarda la questione dei servizi, riteniamo positivo che ci sia una differenziazione del ventaglio di cose che Silea fa: ben venga che si metta a disposizione dei Comuni soci, per esempio, sulla manutenzione del verde, permettendo una gestione in-house del servizio che potrebbe essere efficace ed essere in grado di migliorare la qualità della gestione stessa. Anche perché crediamo importante che Silea incominci, anche così, a ragionare sul proprio futuro, cambiando pelle e divenendo sempre meno forno-centrica.
Su questo, però, una nota tecnica ma sostanziale: siccome l’80% dei servizi di una società in-house devono essere svolti verso i propri soci, crediamo importante sottolineare che - a fronte di un aumento dei servizi svolti in questo settore del verde - non si ampli, quanto invece può essere svolto verso i non-soci in relazione ai servizi di incenerimento. La progressiva riduzione dei rifiuti prodotti dal territorio dei soci, non deve essere integrata, in futuro, a fronte anche di una differenziazione dei servizi svolti da Silea - appunto, per esempio, sul verde - con servizi di incenerimento svolti per conto di altri territori. Questo arresterebbe il virtuosismo e il senso di responsabilità che i Comuni e i cittadini devono, invece, mettere in campo per ridurre i rifiuti prodotti nel lecchese.
Dopo i servizi, si fa menzione della questione energetica. Noi riteniamo positivo che, in un’ottica di gestione circolare, si apra alla vendita dell’energia termica attualmente dispersa. Ma sappiamo bene che questo, come prevede il bando del teleriscaldamento, visto che questa è la prima cosa a cui questo aspetto statutario rimanda la nostra mente, non dovrà portare a nessuna correlazione progettuale tra forno inceneritore (che dobbiamo puntare a dismettere) e teleriscaldamento dopo il 2032 e dovrà dare forma a un progetto in grado di essere davvero innovativo, sfidante e sostenibile per il territorio.
Infine si menzionano i percorsi di economia circolare, penso in particolare al futuro dell’impianto di selezione di Seruso. Noi dobbiamo scommettere in questo senso, quanto meno aprendo alla possibilità che Seruso, oltre ad essere impianto di separazione dei materiali del sacco viola, possa, se sarà opportuno, essere in grado di essere un protagonista dell’economia circolare (come avverrà già, per esempio, con la produzione di bio-metano da compost nell’impianto di Annone), attraverso la produzione di materia prima-seconda dalla plastica come avviene già in altri impianti.
Ecco: questa è la vera economia circolare, di cui abbiamo bisogno e di cui chiediamo che Silea sia interprete responsabile e decisivo sul nostro territorio. Un ruolo che non può che essere sociale, economico e civile: non possiamo dimenticarcelo solo per questioni di carattere notarile.
Abbiamo bisogno di questa direzione perché, al di là delle polemiche di chi vorrebbe bloccare sempre tutto e, al contrario, di chi invece avvalla sempre tutto senza far fare passi avanti in termini di sostenibilità al nostro territorio, serve una via mediana di cui, come Comune di Lecco, ci dobbiamo sentire protagonisti: per andare verso la sostenibilità ambientale bisogna investire e farlo seriamente, evitando da un lato green washing e dall’altro l’ambientalismo di chi si sente verde solo quando le cose avvengono dietro il giardino di casa o quando c’è un tornaconto politico.
Scommettiamo dunque su questa direzione equilibrata ma decisa, fatta di investimenti seri, date chiare e capacità di capire che i rifiuti saranno (anche grazie alle politiche come la tariffazione puntuale già deliberata dal Comune di Lecco), nel medio termine, sempre meno e che, quindi, prima ragioniamo su come trasformare la nostra società partecipata, meglio è. Provando a essere il cambiamento, invece di inseguirlo in ritardo.
Se saremo in grado di fare questo, siamo certi che il nostro territorio, possa tornare ad essere - come in passato - una punta di diamante nel quadro nazionale in termini di gestione dei rifiuti.
AmbientalMente Lecco