Referendum, Lecco scende in piazza: "Dobbiamo sentirci tutti coinvolti"
Diverse le realtà presenti: Cgil, Anpi, Udi (Unione Donne in Italia), Sinistra Italiana, Pd e Forum Salute Mentale

Anche Lecco è scesa in piazza nella giornata di ieri, sabato 12 aprile 2025, per lanciare la campagna in vista del Referendum dell'8 e 9 giugno. Diverse le realtà presenti: Cgil, Anpi, Udi (Unione Donne in Italia), Sinistra Italiana, Pd e Forum Salute Mentale.
Referendum, Lecco scende in piazza: "Dobbiamo sentirci tutti coinvolti"
"In contemporanea in tutte le piazze d’Italia si stanno tenendo iniziative come questa perchè c’è bisogno di parlare con le persone, di confrontarsi e di informarle su quanto sta accadendo - le parole di Diego Riva, segretario generale di Cgil Lecco - La situazione è complicata: ci sono guerre, militari e commerciali, c’è incertezza economica e sociale. C’è un governo che risponde solo alle grandi imprese e alla finanza speculativa,
lasciando indietro la maggior parte della popolazione. Un governo che rifiuta il confronto con le parti sociali e continua a picconare i diritti, basti pensare all’aumento della precarietà, all’attacco al diritto di protesta, alla mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro. Di fronte a tutti questi problemi, noi rispondiamo con uno strumento straordinario come il referendum. Si tratta di 5 quesiti referendari: 4 in tema di lavoro e uno in tema di cittadinanza. Sappiamo che sarà difficile raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto, che significa più di 25 milioni di persone, ma sappiamo anche che non è impossibile. Molto dipenderà da noi e dalla nostra convinzione e noi sappiamo di essere dalla parte giusta. Il quesito sull’autonomia differenziata avrebbe potuto facilitare la partecipazione ma purtroppo è stato bocciato dalla Corte Costituzionale. La ricchezza del Paese la producono i lavoratori, non i grandi capitali e la finanza speculativa, ed è per questo
che con il referendum dell’8 e 9 giugno prossimi noi proviamo a rilanciare un lavoro che sia dignitoso, tutelato e sicuro. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo sentirci tutti coinvolti come lo siamo stati lo scorso anno, quando abbiamo raccolto più di 4 milioni di firme per dare a 50 milioni di persone la possibilità di votare. Ora serve spiegare ai cittadini che con il referendum non si delega nessuno, siamo noi che possiamo davvero decidere di cambiare in meglio la nostra vita perchè ogni voto è fondamentale. Andare ai seggi non deve essere visto come un appuntamento di testimonianza, ma dobbiamo avere l’ambizione di cambiare il presente. Per concludere: la fase delle analisi è finita, ora dobbiamo agire e le cose da fare sono tante. Sarà poi la storia a dare un giudizio sul nostro operato, quindi mettiamoci al lavoro e proviamo a vincere questo referendum".
"Tutto quello che accade nel mondo ci riguarda, ci sono donne nel mondo che godono dei diritti politici e quindi abbiamo il dovere di esercitarli", ha dichiarato Raffaella Cerrato di UDI. "Il diritto di voto è stato conquistato con la Resistenza, è un nostro dovere esercitarlo - ha ricordato poi Enrico Avagnina di ANPI - La nostra costituzione tutela la dignità del lavoro e i quesiti referendari hanno questo scopo". "Tutti noi da domani mattina dobbiamo convincere i parenti e gli amici ad andare a votare. I media non informeranno, tocca a noi parlare di persona con la gente", ha fatto seguito Alberto Anghileri di Sinistra Italiana. "Dobbiamo dare al governo un segnale forte, dobbiamo fargli capire che il Paese non è contento della situazione. Ci sono diritti fondamentali che non siamo disponibili a negoziare", l'affermazione di Laura Bartesaghi del Pd. Infine, il commento di Guerrino Donegà del Forum salute mentale: "Un impiego sicuro e tutelato è una garanzia per la salute mentale".
Del comitato referendario lecchese fanno parte anche Arci, Les Cultures e Rifondazione Comunista.